I lombardi alla prima crociata
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Temistocle Solera , tratto dall’omonimo poema di Tommaso Grossi.
Prima:
Milano, Teatro alla Scala, 11 febbraio 1843.
Dopo il grande successo di “Nabucco”, Verdi si vuole provare nuovamente in un’opera corale. La scelta cade sul poema religioso di Tommaso Grossi, “I Lombardi alla prima crociata” ( trama e libretto ). Proprio il riferimento alla prima crociata però insospettisce le autorità clericali che incaricano Il capo della polizia Torresani di prendere visione del libretto. A Verdi si chiede di apportare alcuni cambiamenti all’Ave Maria poiché il teatro, infatti, non è luogo di preghiera. Il Maestro, che dovrà combattere altre volte con la censura, adotterà sempre un atteggiamento conciliante per poter far arrivare i suoi lavori sulle scene. In questo caso, basterà cambiare l’aria in Salve Maria.
La serata fu un trionfo con molte richieste di bis, nonostante il divieto poliziesco di eseguirli. Ancora una volta, senza che egli stesso lo prevedesse, la musica di Verdi infiammò il pubblico: I milanesi si identificarono con i lombardi, la Terra Santa fu facilmente pensata come l’Italia, i saraceni con gli austriaci. Quando, nell’ultimo atto, i crociati cantano “La Santa Terra oggi nostra sarà”, dal pubblico si gridò “Sì” provocando una esplosione di acclamazioni.
Può sembrare strano, ai giorni nostri, immaginare tali fervori in un teatro dell’opera ma, per comprendere queste manifestazioni bisogna sapere che, all’epoca di Verdi, il teatro lirico era un luogo di aggregazione dove s’incontravano tutte le classi sociali. Nei palchi si mangiava, beveva, si parlava e, soprattutto si discuteva di politica, di libertà e di indipendenza. La musica di Verdi fu il sottofondo musicale all’unità d’Italia.
Nel 1847, pressato dall’opera di Parigi che gli chiedeva una nuova opera, il Maestro propose l’adattamento, in francese de “I Lombardi” . In poco tempo, su libretto di A. Royer e G. Vaëz, nasce Jérusalem che andrà in scena il 28 novembre 1847. Verdi, compiendo forse la sua prima e ultima “furfanteria”, riuscirà a vendere lo spartito a Ricordi, come se si trattasse di un’opera nuova!
In quell’anno
Tentativi insurrezionali in Emilia Romagna e Toscana promossi da aderenti alla “Giovine Italia”
Gaetano Donizetti compone Lucrezia Borgia, melodramma in un prologo e due atti.
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