Ancora una lettera, che vi propongo con piacere.
Arriva da Annalisa Tortora, per gli amici Lisa, napoletana, classe ’72, una donna davvero tosta. Dopo aver visto terminare il suo matrimonio e aver perso un lavoro, non si è rassegnata.
Ci racconterà che ha ritrovato la felicità, dando libero sfogo alla sua fantasia. Ora fa la swap manager per la gioia di tante signore che vogliono essere sempre alla moda, ma non possono permettersi spese folli.
“Laureata all’Orientale in lingue e letterature straniere, sposata a 23 anni, mi sono dedicata alla casa e alla famiglia per i primi dieci anni di matrimonio. Ho due figli di 14 e 9 anni.
Dopo la fine del mio matrimonio, mi sono messa in gioco nel mondo del lavoro, a cui avevo rinunciato per fare il mestiere più bello del mondo: la mamma. Tutto è cambiato con la separazione. Ho deciso di cercarmi un lavoro per mettermi alla prova, ma anche perché trovavo ingiusto che il mio ex marito dovesse pagare in termini economici una rottura voluta da entrambi. Ho iniziato con le lezioni private. In seguito sono diventata una storyteller per bambini a domicilio. Insegno tuttora l’inglese con le favole.
Tramite un consorzio ho fatto corsi di formazione aziendale come tutor. Poi è arrivata la grande occasione: dopo un corso di formazione sulla tutela ambientale, per la verifica delle caldaie, fatto presso un’ agenzia interinale, sono stata assunta a tempo determinato presso un ente che si occupa di protezione ambientale. Il progetto è finito dopo tre anni e non vi è stato alcun assorbimento nell’azienda.
Avevo assunto nel frattempo competenze in campo ambientale, non sufficienti per andare avanti in questo settore. La cosa è stata interrotta troppo presto.
Il senso di impotenza che si prova dopo un licenziamento è devastante ed è durissimo ricominciare. La delusione più grande è sapere di aver fatto del proprio meglio, di aver ricevuto complimenti per il lavoro svolto. Ma evidentemente tutto ciò non basta.
I miei figli sono stati la mia risorsa in quel momento di buio, che è stato aggravato da problemi di salute sia miei che familiari.
Un anno di disoccupazione retribuita mi ha aiutata a non perdere la casa in affitto e tutto il resto. Così ho avuto un po’ di tempo per pensare al mio futuro ed è stato proprio in quel periodo che mi sono imbattuta in quella che è stata la molla che ha scatenato tutto: la ricerca della felicità attraverso la mia creatività. Mi sono chiesta come potevo capitalizzare questa creatività, volevo metterla al servizio di altre donne ed allora ho pensato al mondo della moda.
Dopo aver seguito un corso come consulente d’immagine e pesonal shopper mi sono imbattuta nella parolina magica che mi ha ispirato: lo swap, da considerare una versione chic del baratto.
Sulla scia degli swap parties americani e su quella dell’Atelier del Riciclo di Milano o di Barattiamo a Roma, è nato il marchio Lisa très chic swap boutique.
La formula della mia swap boutique è a metà strada fra il mercatino dell’usato e l’outlet Io sono una swap manager, quella che organizza il baratto. Si accede alla boutique come ad un club, si portano capi e si ha gratuitamente una swap card, che permette alla swapper di accedere allo scambio.
L’unico costo da sopportare è una commissione di scambio, per compensare i costi di servizio.
Questo lavoro mi gratifica poiché realizzo il sogno di tante donne che amano vestirsi bene, ma che non possono permettersi di spendere cifre esorbitanti e do loro la possibilità di giocare con la moda senza svuotare il portafoglio.
Ho iniziato con un piccolo investimento e tanta energia. Affronto ogni giorno la diffidenze delle mie ipotetiche clienti con il sorriso e la sincerità di chi sa come ci si sente a non poter “spendere e spandere”.
Riproponendo l’antica pratica del baratto, sto cercando di realizzare un’esperienza alternativa alla corsa all’acquisto: Consento il riuso intelligente di capi e accessori e un risparmio. Come diceva Coco Chanel “l’eleganza non è indossare un abito nuovo”.
Anche se l’attività è ancora al suo start up e le difficoltà di inserimento della filosofia dello swap nel tessuto sociale partenopeo sono numerose, io non mollo. Continuerò a diffondere questa pratica, poiché essa esalta un nuovo senso della bellezza più consapevole e meno legato agli eccessi dell’apparire a tutti i costi.
Per info http://aspassoconlisa.blogspot.it/
Lisa