Visto in VHS.
Il film comincia da dio. Inaspettatamente per un film di Wenders è immediatamente virato verso la commedia (quasi cartoonesca nelle disavventure con la macchina) con qualche venatura di quell’ottimismo pan-europeo figlio di Schengen. E li, in quel momento, il film funziona. E la cosa è strana perché riesce a farsi seguire senza noia anche se mostra semplicemente il lento rivelarsi della relatà portoghese agli occhi di un tedesco, si mostrano gli ultimi giorni noti del regista e si mette in scena un po del lavoro di un tecnico del suono. Niente di esaltante, ma il tutto è presentato nella luce giusta…
Poi l’amico regista viene trovato… e li il film diventa wendersiano per davvero; si fa intellettuale, tutto proteso a spiegare i massimi sistemi, sul significato del cinema, sulla non affidabilità delle immagini come mezzo di comunicazione, e altre altissime teorie che affossano ritmo e storia ammazzando in colpo solo tutto il buon lavoro fatto fina a quel punto.
In definitiva un film inutile, che nell’esigenza di voler essere profondo perde ogni filo del discorso possibile.
PS: comparsata di un ottantenne de Oliveira che saltabecca per una strada vestito da Chaplin (!).