Lisbona: il fascino dell’alfama

Creato il 25 maggio 2015 da I Viaggi Di Monique @viaggidimonique

A Lisbona sono arrivata, come sempre, con una guida, una  mappa e un itinerario dettagliato, pronta a scoprire la città con la mia consueta tabella di marcia piuttosto ricca e impegnativa. Mi piace  pianificare il viaggio e il primo giorno solitamente è quello più impegnativo, dove mi dedico alla vista della città e dei suoi monumenti principali. Poi però accade sempre che vengo distratta, o meglio attratta da un luogo, e in un attimo il mio itinerario e la mia mappa finiscono nella borsa e rimangono li per un bel po’.

E’ successo anche qui a Lisbona, nel quartiere dell’Alfama, un intricato groviglio di vicoli stretti e ripide scale; qui ho smesso di guardare l’orologio e di pensare alla tappa successiva e mi sono completamente persa tra queste vie. Tra case decadenti, azulejos e chiese bianche, l’Alfama è il quartiere dalle caratteristiche più povere e popolari di Lisbona.

Con le sue tradizioni, le sue vie ed i suoi balconi con vista sui tetti della città, mi ha davvero affascinata.

Qui è dove è nato il fado, dove il “Miradouro di Santa Lucia” e la vista dalla collina del “Castello di Sao Jorge” sulla città vi lascerà a bocca aperta. Dalle impronte arabe, l’Alfama è l’anima più antica della città portoghese, rifugio di artisti, studenti e pittori, sognatori squattrinati che qui dimorano in case davvero un po’ decrepite, che sono il volto di questo labirinto urbano.

Il tram 28 sferraglia e si inerpica sulla collina (io sono salita a piedi in una torrida giornata di sole, e devo dire che forse il tram è decisamente la soluzione migliore) e vi porta a destinazione per visitare la Cattedrale di “Sé Patriarcal” e la celebre “Casa de Bicos”, la dimora storica dalla facciata in pietra che svetta in Rua dos Bacalhoeiros costruita nel lontano 1523, ai tempi in cui questo era il quartiere più ricco ed elegante di Lisbona.

Tra piccole panetterie e negozi spiccano le maioliche azzurre e bianche, i tipici azulejos presenti sulle pareti diroccate delle case e delle chiese, come un libro illustrato che racconta la storia e il passato coloniale della città. Si cammina tra panni stesi e profumi di cucina, tra porticine delle case semi aperte e sotto il sole che si insinua tra i vicoli stretti.

Il fascino dell’Alfama mi ha incantata: dal “Miradour di Santa Luzia“, sotto quel cielo azzurro lo sguardo arriva fino al fiume Tago, come in una cartolina dai colori caldi avvolta in un’atmosfera davvero suggestiva.

Qui sembra di essere sospesi nel tempo, nel passato, tra gli sguardi malinconici degli anziani sulle panchine, tutto sembra immutato nel tempo e le tradizioni non sono perdute. Tutto è genuino, lontano dalle mode, come la “Feira de ladra” il più famoso mercatino delle pulci che si tiene sulle coperte distese a terra tra le vie del quartiere.

L’Alfama ha note romantiche, e io che al tramonto soccombo sempre, consiglio di salire, con l’ascensore, sulla cupola della “Chiesa di Santa Engracia” per assistere al calar del sole.

Concedetevi del tempo, passeggiate lentamente senza avere fretta di passare alla prossima tappa che avete segnato sulla mappa, a volte bastano solo alcune vie e un orizzonte a cui volgere lo sguardo per scoprire la bellezza di una città. E a Lisbona questo quartiere così puro, che non fa nulla per attrarre il turista, ma si mostra per quello che è, mi ha davvero conquistata.


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