Dopo Lotta Studentesca al Liceo Scientifico Vercelli, ecco Rivolta Studentesca al Monti. Cambia la scuola, non cambiano sostanzialmente contesto e soggetti, pur essendo forse qua più seria la situazione: due gruppi neofascisti giovanili che pretendono di mostrarsi alla gente e ai ragazzi con la faccia pulita della “associazione degli studenti per gli studenti”, desiderosa di proporsi come scevra da strumentalizzazioni e non connotabile in maniera retrò. Sintomatico della vera pasta di cui sono fatti questi ragazzi sembra essere l’orientamento politico di cui si fregia orgogliosamente il loro capo, ovvero Fascismo e Libertà. Sigla che oltre essere una contraddizione in termini è anche una dicitura tutt’altro che “brand new”, tant’è che suscita giusta indignazione e disprezzo in tutto il mondo antifascista italiano, compresi quegli anziani partigiani dell’ANPI che vedono la faccenda come un ulteriore sputo in faccia al loro passato, oltre che al nostro presente.
Questa situazione non ha solleticato l’interesse, dovuto, delle istituzioni comunali o scolastiche, le quali in rispetto della democrazia vera ( non quella pelosa di cui pretendono di fregiarsi questi gruppuscoli quando invocano il loro diritto di presentarsi a qualsivoglia competizione elettorale ) avrebbero dovuto impedire alla suddetta lista di presentarsi o come successe in altre occasioni normalizzare nome e contenuti della stessa.
Non è tollerabile che le istituzioni democratiche locali, nominate o elette a suffragio che siano, di fronte ad un allarme sociale di questa portata si attivino soltanto, qual’ora lo facciano, dopo che la base popolare di buon senso e quindi antifascista abbia sollevato il dovuto interesse con mezzi meno istituzionali: pensiamo alla questione analoga della lista neofascista al Vercelli. Noi italiani abbiamo dei valori costituzionali ed una legislazione in materia (legge Scelba n. 645 del ’52) che per fortuna non dovrebbe lasciare molto spazio a buonismo ed interpretazione. All’articolo 4 tale legge sancisce il reato commesso da chiunque fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.
Ebbene… un’indagine anche solamente superficiale ci porta a capire come i responsabili di questa lista esplicitamente si dicano fascisti, vestano talvolta indumenti esplicitamente di esaltazione fascista, partecipino a raduni traboccanti di nostalgici che alzano il braccio dispiegando il palmo ad ogni occasione.
Nicolò Ollino
Due della lista neofascista ad un raduno della Gioventù italiana (del Littorio?) con il braccio teso.