Siccome ho quasi smesso di fumare, sono di nuovo a dieta, sto studiando, sono uscita dal tunnel della piastra per capelli e guardo tanti documentari con il mio fidanzato tenendo uno scaldino sulla pancia per aiutare la digestione.....sì, insomma, siccome son diventata una salutista scassa palle noiosa peggio di un faccia a faccia tra Bruno Vespa e Marzullo diretto da Paolo Limiti e dal parrucchino di Sandro Mayer, oggi pubblicherò una nuova Listography.
Perchè nella mia testolina ormai linda e c(r)asta era sì presente un post ironico, idiota e imprevisto, ma qualcuno lassù non vuole che lo pubblichi dato che, appena provo a scriverlo, mi blocco a metà.Comunque, dicevo.... ah,sì, la seconda Listography.
Sebbene nella prima lista da me compilata abbia spiegato di merda questo "giochino", ipotizzo che molti di voi siano riusciti a comprenderne i meccanismi attraverso altri blog, soprattutto grazie a quello di Nadia che è stata la prima a pubblicarlo e la prima a creare un banner apposito.
Indi per cui poscia, si passa a
2° Listography: Pets you've had and their names
che, in italiano, significa "animali che hai avuto e i loro nomi".
Tranquilli, non ne ho avuti tanti.
1) Penna bianca, Penna rossa, Macchia,e altri 300 nomi che non ricordo:
No, non avevo alcun allevamento di pollame; si tratta di pesci rossi.
Avevo sì e no quattro anni quando i miei, sperando di farmi star zitta e cheta, mi regalarono una decina di pesci rossi.
Almeno, a che io ricordi erano una decina, ma non so fino a che punto furono una decina contemporaneamente o in toto, perchè spesso e sovente capitava di svegliarmi e trovare mia madre in processione funebre verso il bagno con un cadaverino pieno di pinne e squame.
Della serie "cenere alla cenere, polvere alla polvere e pesci rossi allo scarico fognario".
Eppure, ricordo pomeriggi su pomeriggi seduta a guardarli; a carpirne i pensieri, a vederli volteggiare, ad osservarli mentre ingurgitavano avidamente quel mangime puzzolente, a controllare la loro naturale regolarità nell'evacuazione....sì, insomma, li analizzavo infilando di tanto in tanto l'indice per "accarezzarli" anche se lo scambiavano,il più delle volte, per un vermone succulento.
2) Dolly:
Dolly era un cane ma, dato il quantitativo di peli, sembrava proprio come la omonima clonata.
Regalataci già adulta (aveva circa un anno), la dolce e tenera Dolly era un Bobtail che occupava 3/4 della cucina e 1/2 della mia camera da letto.
Silenziosa, pelosissima e mangiona, si sottometteva alle mie volontà accettando mestamente che la cavalcassi, le facessi le treccine e la spupazzassi....fino a quando, per problemi logistici, non fummo costretti a darla ad amici di famiglia.
Immaginatevi perciò una bambina di cinque anni, singhiozzante e in lacrime, ferma a centro di corridoio, implorante i propri genitori di non portare via la sua cagnolona. Una bambina con i boccoli ed il naso gocciolante, che non riesce a parlare perchè le manca l'aria.
Ecco,io ero lì, distrutta in fisico e spirito, finchè la dolce Dolly, forse per curiosità o forse per affetto, non s'è avvicinata a me, lentamente, per leccarmi via le lacrime un'ultima volta.
3) Carletto:
"superato" il dolore per la perdita di Dolly (che riuscì a rivedere altre 2 volte prima della sua morte), all'età di sette anni mi venne una delle tante malattie esantematiche che han segnato la mia infanzia. Grazie ad essa, perciò, passai gran parte della mia convalescenza a casa di mia nonna, circondata da anziani, anziani e anziani (non che non volessi loro bene, ma cercate di capirmi...) e dalla televisione che, ai tempi, non aveva certo canali dedicati esclusivamente ai cartoni animati. Un giorno, però, uno di questi anziani che tanto popolavano il paesino in cui ero relegata, spuntò con una sorpresa; Carletto, il canarino giallo più carino del suo allevamento.Con lui fu subito amore; cercavo di ritrarlo sul mio blocco da disegno, provai ad insegnargli le tabelline, gli cantavo le ninnananne (io che son nata stonata), cinguettavo insieme a lui... furono anni di becchime, vaschetta d'acqua per fargli fare il bagnetto durante le afose estati siciliane e di foglie di lattuga attaccate alle sbarre della sua gabbietta con una molletta per il bucato.
Purtroppo però, dopo sei anni Carletto esalò l'ultimo respiro. E i miei, per non farmi piangere, mi dissero che avevan erroneamente lasciato la porta della gabbietta aperta e lui, vedendo una bella passerotta, colse la palla al balzo scappando.
Ovviamente, avendo 13 anni, non credetti alle loro parole ma decisi di assecondarli per non dar loro dispiaceri.
4) Ultimo ma non nel cuore, il mio cagnolone adorato!
Ha otto anni ma credo sia ancora convinto di averne due.
Anzi, di avere due anni e di pesare quanto un barboncino giacchè non si rende mai conto della sua massa quando mi cammina sui piedi, si sdraia sulla mia pancia dopo mangiato o mi salta addosso appena mi vede.Lui è quello che, il giorno del mio diciottesimo compleanno, per primo m'ha fatto un regalo cagando in camera mia; lui è quello che,quando sono malata, non beve e non mangia perchè deve stare ai piedi del mio letto.Lui mi difende mettendosi tra me e chiunque provi anche solo a farmi il solletico, mi fa fare tante pause durante lo studio perchè vuole giocare, non mi fa fare la pennichella perchè russa più forte di mio padre, si incazza quando esco e per evitare che vada via si sdraia davanti la porta d'ingresso, si butta a pancia all'aria appena vede il mio fidanzato, che mi mordicchia il sedere con gli incisivi quando non si vede attenzionato....
Lui è quello che odio i cavalli e le jeep, adora fregarsi i fazzoletti e ha più espressioni di Barbara D'Urso.
Insomma, è il mio fratellino peloso. E rompiballe.(Non ho messo il nome per questioni di privacy )