Ingiustamente sottovalutato in vita, il talento narrativo di Nathanael West ha ottenuto il meritato riconoscimento solo dopo la morte, avvenuta nel 1940 per un incidente d’auto, a soli trentasette anni. Oggi West è annoverato tra i grandi classici del Novecento americano.La «Signorina cuorinfranti» del titolo è la firma di una seguitissima rubrica di consigli ai lettori di un quotidiano newyorkese, dietro la quale si nasconde in realtà un uomo. Quello che era nato come il semplice scherzo di una redazione troppo cinica però diventa una vicenda umana di grande sofferenza: intimamente coinvolto dai problemi dei suoi lettori, e frustrato dalla propria incapacità di offrir loro un aiuto reale, il protagonista precipita in una spirale di autodistruzione, ricercando sollievo di volta in volta nel sesso, nell’alcol, nella religione. Ambientato nella New York della Grande Depressione, questa originalissima novella a episodi offre uno spaccato grottesco ma profondamente empatico di una società in lotta con le proprie illusioni.
C’è un nuovo copywriter alla Pym’s Publicity, la stimata agenzia di pubblicità inglese, dopo che il suo predecessore è morto volando dalle scale negli uffici di Londra. Il neoassunto, Death Bredon, è un giovanotto affabile che non trova difficoltà a inserirsi nel nuovo ambiente di lavoro. Bredon, però, non si limita a ideare brillanti campagne pubblicitarie: si tiene al corrente di tutti i pettegolezzi; osserva i colleghi e i loro uffici; fa domande sul morto… Sotto mentite spoglie si cela infatti Lord Peter Wimsey, il celebre investigatore privato, che è stato incaricato dal proprietario dell’agenzia di indagare sulla morte “accidentale” del suo dipendente. La soluzione del caso arriverà solo dopo una serie di sconcertanti scoperte e di ben cinque delitti. Pubblicata nel 1933, Lord Peter e l’altro è considerata una delle opere migliori della grande giallista per la vivida rappresentazione del mondo della pubblicità dell’epoca, in cui la scrittrice aveva lavorato, per l’originalità della trama, i dialoghi brillanti, la fine satira di costume e il finale struggente e memorabile. Non a caso è inserita non solo nella lista dei 100 migliori mystery di tutti i tempi compilata dai Mystery Writers of America, ma anche nel volume 1001 libri da leggere prima di morire del critico inglese Peter Boxall.
Già pubblicata nei "Saggi", viene ora riproposta l'autobiografia di Gertrude Stein, che finse di attribuire il racconto all'amica Alice Toklas. Giunta a Parigi dalla Pennsylvania nell'epoca eroica del cubismo, la donna si immerge con entusiasmo nel mondo degli artisti, frequenta Picasso, Matisse, Braque e su suggerimento di un amico decide di raccontare la sua esperienza e gli straordinari personaggi che animavano quel tempo che si intuiva già mitico. Il testo, tra aforismi e humour candido, è qui presentato nella traduzione di Cesare Pavese.«Anche Delaunay era divertente. Non gli mancava la capacità e nemmeno un'ambizione sfrenata. Era sempre a chiedere quanti anni avesse Picasso al tempo che aveva dipinto un certo quadro. E una volta informato, concludeva sempre: - Ah, non sono ancora cosí vecchio. Farò altrettanto, a quell'età».Giunta nella Parigi eroica del cubismo, Gertrude Stein si immerge nel mondo degli artisti, frequenta Picasso, Braque, Matisse, Hemingway, Cocteau e tanti altri. Sollecitata a rievocare la storia del suo tempo, scrive L'autobiografia di Alice Toklas attribuendo il racconto all'amica e compagna Alice B. Toklas, per poter meglio rappresentare se stessa e gli amici con ironica oggettività. Il risultato è la cronaca divertita di una stagione straordinaria: una miniera di battute, aneddoti gustosi, ritratti bizzarri.Un libro che è ormai un classico del modernismo.
Much of what we know and feel about the First World War we owe to Vera Brittain's elegiac yet unsparing book, which set a standard for memoirists from Martha Gellhorn to Lillian Hellman. Abandoning her studies at Oxford in 1915 to enlist as a nurse in the armed services, Brittain served in London, in Malta, and on the Western Front. By war's end she had lost virtually everyone she loved. Testament of Youth is both a record of what she lived through and an elegy for a vanished generation. Hailed by the Times Literary Supplement as a book that helped both form and define the mood of its time, it speaks to any generation that has been irrevocably changed by war.
This outstanding collection is made up of two short novels, A Day Off and The Single Heart, and three long stories which show the variety of the author's great writing skills that make her one of the most distinguished of women writers. In A Day Off, Jameson tells of a day in the life of a middle-aged woman. A lonely woman, snatching at any relationship she can make. It is a story of great perception and understanding but tinged with bitterness and the inevitable sadness of isolation.
Ulrich, l'uomo "senza qualità", di qualità ne ha tante e straordinarie, ma non riesce a indirizzarle verso uno scopo. Ha ormai passato i trent'anni e ha alle spalle una breve carriera di ufficiale, studi di ingegneria e matematica, accompagnati da vaste letture in tutti i campi del sapere, quando viene nominato segretario del comitato che organizza le celebrazioni per il settantesimo anniversario dell'ascesa al trono di Francesco Giuseppe, che cadrà nel dicembre 1918. Un'attività che prende il nome di Azione parallela perché si contrappone ai festeggiamenti che i "cugini tedeschi" stanno organizzando per i trent'anni di regno di Guglielmo II, nel giugno del medesimo anno. La narrazione dei progressi dell'Azione parallela, scarsi fino all'insuccesso, si interseca nel romanzo con quella di vicende private, come la crisi della coppia formata da Walter e Clarisse o il complesso legame che unisce Ulrich alla sorella Agathe, e di vicende sociali a carattere esemplare, come quella di Christian Moosbrugger, condannato a morte per l'assassinio di una prostituta. La trama lascia ampio spazio a divagazioni e introspezioni, oltre che a complesse simbologie, sempre interpretabili da molteplici direzioni. In ogni pagina di questo capolavoro incompiuto, fondamentale nella storia della letteratura al pari della Recherche di Proust, dell'"Ulisse" di Joyce, dei libri di Kafka, Rilke e Mann, rifulgono i frammenti di una struttura in perenne movimento. Con uno scritto di Ingeborg Bachmann.
"Lewis Grassic Gibbon's novel, 'Sunset Song', was published in 1932. Along with the two subsequent parts of what became the Scots Quair trilogy, it tells the story of Chris Guthrie through her country childhood and marriages before and after the First World War. The distinguishing features of the books - and of this dramatisation - is their use of the rhythms and vocabulary of Scots to tell the story." "Sunset Song is an examination and celebration of rural life dying out. It tells how it feels to be a girl growing up on a farm in Scotland in the early 20th century, how it feels to be in love and in lust, how it feels to be a young mother on her own and how it feels to lose a lover in the war." This edition includes extensive additional material on Gibbon and on the themes and language of his work, and on adapting the novel and getting it on stage.
L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della "folla solitaria", le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del nostro secolo: è in realtà un'opera potentemente comica, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo.
Romanzo del 1932, Il mondo nuovo è ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, pianificato nel nome del razionalismo produttivistico, dove tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi dalla guerra né dalle malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. Affinché si mantenga questo equilibrio, però, gli abitanti, concepiti e prodotti industrialmente in provetta sotto il costante controllo di ingegneri genetici, durante l'infanzia vengono condizionati con la tecnologia e con le droghe e da adulti occupano ruoli sociali prestabiliti secondo il livello di nascita. In cambio del mero benessere fisico, i cittadini devono insomma rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento e a ogni difesa della propria individualità. I pilastri ideologici che fanno da sfondo al fortunato romanzo vengono ripresi, nel 1958, nella raccolta di saggi intitolata Ritorno al mondo nuovo, in cui Aldous Huxley riesamina singolarmente le sue profezie alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni, arrivando alla conclusione che molte delle sue più catastrofiche previsioni di quasi trent'anni prima si sono avverate anzitempo e fanno già parte del presente. Un documento inquietante che costringe a riflettere sul prezzo che quotidianamente siamo chiamati a pagare per costruire il futuro. [La nostra recensione]
Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere. Rimasta orfana a vent’anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l’inizio di uno dei romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza, Senzascopo, Inetta e Superflua. La vecchia matriarca settantanovenne, zia Ada, che non è più stata giusta nella testa da quando ha “visto qualcosa di orribile nella legnaia” circa settant’anni prima, tiene in scacco l’intera famiglia. Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose senza senso e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non si può, pensa Flora, rovinare la vita propria e altrui invocando disgrazie infantili, non si può sottostare alla follia per quanto interessante, bisogna ribellarsi… e nel giro di pochi mesi le cose alle Magre Consolazioni cambiano in modo radicale.
A young woman’s secret love affair leads to a violent and tragic act in one of Elizabeth Bowen’s most acclaimed novels. To the North centers on two young women in 1920s London, the recently widowed Cecilia Summers and her late husband's sister, Emmeline. Drawn to each other in the wake of their loss, the two set up house together and gradually become more entwined than they know. But the comfortable refuge they have made is "a house built on sand"; both realize it cannot last. While Cecilia, capricious and unsure if she can really love anyone, moves reluctantly toward a second marriage, Emmeline, a gentle and independent soul, is surprised to find the calm tenor of her life disturbed for the first time by her attraction to the predatory Mark Linkwater. Bowen’s psychological acuity is on full display in a conclusion that plumbs the depths of this seemingly detached young woman in a single, life-shattering moment.
New York, 1932: ultimo anno del Proibizionismo in un'America messa in ginocchio dalla Depressione. Eppure, Nick e Nora Charles non sembrano accorgersene e passano le giornate e le notti tra un party e l'altro, ingurgitando enormi quantità di alcol. Reduce della Prima guerra mondiale, il duro Nick ha lasciato il lavoro di detective di polizia dopo il matrimonio con la giovane ricca ereditiera Nora - un personaggio modellato su Lillian Hellman, compagna di Hammett nella vita. Fino a quando, a causa di un incontro inaspettato con un passato ingombrante, Nick e Nora si ritrovano coinvolti loro malgrado in un intricato caso di omicidio, e finiscono addirittura sulla lista dei sospettati. Nick non ha altra scelta che rispolverare i "ferri del mestiere" per risalire a un enigmatico, elusivo colpevole.
Il capolavoro di Joseph Roth, il romanzo in cui si elabora e si orchestra la fine dell’impero asburgico. Attraverso le vicende di tre generazioni della famiglia Trotta, uscita dall’oscurità con il gesto di un sottotenente che salva l’Imperatore sul campo di Solferino, percorriamo l’immenso corpo fantomatico che l’aquila bicipite custodiva. «Allora, prima della Grande Guerra, all’epoca in cui avvennero i fatti di cui si riferisce in questi fogli, non era ancora indifferente se un uomo viveva o moriva. Se uno era cancellato dalla schiera dei terrestri non veniva subito un altro al suo posto per far dimenticare il morto ma, dove quello mancava, restava un vuoto, e i vicini come i lontani testimoni del declino di un mondo ammutolivano ogni qual volta vedevano questo vuoto» (Joseph Roth).
Sei amici si alternano in un monologo. Nei loro soliloqui "dicono" fatti e vite, e "pensano" riflessioni e sogni: la scuola e i giochi, i segreti e gli abbandoni, le rispettive famiglie e i desideri. Le voci si confondono in un unico fiato, come un'onda che racconta l'esistenza di ciascuno dei sei, e non solo la loro. Le onde sono la forma di questo romanzo: le onde del mare, della luce, del tempo, dell'emozione, dei gesti e dei dolori.
Ned Beaumont, giocatore d'azzardo per tutte le bische e cavaliere nero per tutti gli intrighi, il più duro tra i duri creati da Dashiell Hammett. Braccio destro di Paul Madvig, un pezzo da novanta nel settore delle costruzioni di San Francisco, Ned si trova a investigare sulla morte violenta del figlio del senatore Henry, corrotto e corruttibile come tutti i politicanti. Eppure, i conti non tornano fin dall'inizio. E lo stesso Madvig, innamorato della figlia del senatore, a voler insabbiare un caso che si rivela sempre più ambiguo e pericoloso. Ma perfino un reietto della società come Ned Beaumont ha una sua etica. Così, in mezzo a brutali guerre tra bande e pestaggi ben oltre il limite del sadismo, Ned Beaumont arriverà comunque alla verità, più infame e innominabile di qualsiasi menzogna. Romanzo di culto, ritenuto dallo stesso Hammett la sua opera migliore, La chiave di vetro mette in scena in versione hardboiled una vicenda fedelissima alla realtà del crimine organizzato e della moderna politica. Al centro, un eroe indimenticabile, oscuro, apparentemente privo di interiorità ma in realtà capace di seguire lealtà e amicizia fin nelle più estreme conseguenze.
Alle vedove dei grandi scrittori tocca spesso in sorte di trasformarsi in vestali, per mantenere la memoria del caro estinto al riparo da scandali e pettegolezzi. Non è mai un compito facile, e la seconda signora Driffield lo sa bene. Se poi al momento di individuare un agiografo affidabile la scelta ricade su un uomo come Alroy Kear, astro nascente della scena letteraria, ma già noto per «essere in grado di spolpare un uomo fino all’osso, senza per questo serbargli rancore», il minimo che possa accadere è che dal passato del riverito Edward Driffield riemerga almeno un fantasma. Che ha le sembianze – inaccettabili per i frequentatori dei salotti londinesi, irresistibili per chiunque altro – di Rosie, la prima signora Driffield. Da questo spunto Maugham ha ricavato una commedia di costume divertentissima e feroce. E se alla sua uscita nel 1930 (quando chiunque riconosceva nei personaggi tutte le leggende dell’epoca, da Thomas Hardy a Hugh Walpole fino all’autore stesso nei panni della sua controfigura prediletta, il narratore Ashenden) il libro suscitò enorme scandalo, oggi viene da molti ritenuto l’opera in cui Maugham si è spinto più lontano – addirittura, sostiene Gore Vidal, fino a Jane Austen.
Molto noto come pittore - rappresentante del vorticismo - Lewis ha anche pubblicato numerosi romanzi dei quali Le scimmie di Dio rappresenta il vertice: opera assai contrastata fin dal suo primo apparire (vi sono ritratti, più o meno palesemente, i protagonisti della scena letteraria inglese degli anni '30), che trova le sue radici in autori satirici quali il Petronio di Trimalcione, Pope, Swift e - per alcuni aspetti - Joyce.
La battaglia della Somme, una delle più terribili carneficine della storia, rivive in questo romanzo attraverso gli occhi del soldato semplice Bourne, alter ego dell'autore. L'attenzione è tutta rivolta agli uomini che combattono e muoiono, che marciano fino allo sfinimento, tormentati dai parassiti e dal sudiciume. Le imprecazioni, i pensieri, la paura non concedono nulla all'idealizzazione della vita militare. Il risultato è un profondo, sincero ritratto del soldato semplice di fronte alla terribile prova della guerra. Di ogni guerra.
A spasso per la Londra degli anni Venti, davvero high society, abitata da signorine licenziose e giovanotti vanesi, da dame svenevoli, da scrittori al verde, corridori automobilistici e rispettabilissimi ministri. La vita di questi personaggi è scandita al ritmo di feste, ricevimenti esclusivi, fotografie e articoli sulle pagine di cronaca mondana.
San Francisco, sul finire degli anni Venti, non è certo un luogo tranquillo. Per questo il detective Sam Spade ha imparato che è meglio stare sempre sul chi vive. Anche quando nel suo ufficio sulla Baia si presenta un'incantevole ragazza bionda con un nome che è già un programma: Miss Wonderly. La giovane donna vuole che Spade la aiuti a scoprire che fine ha fatto sua sorella Corinne, che si è legata a un poco di buono, un certo Floyd Thursby. Ma presto Spade si accorgerà che la sua cliente non è l'angelica creatura che appare. È invece una dark lady spietata, ipocrita e manipolatrice, disposta a tutto pur di entrare in possesso di un antico e prezioso manufatto, una statua d'oro e di gemme raffigurante un falco, donata dai Cavalieri di Malta all'imperatore Carlo V nel XVI secolo. Pubblicato nel 1930, "Il falco maltese" è considerato il capolavoro di Hammett, il più bel romanzo del "duro" Spade, portato sul grande schermo da un indimenticabile Humphrey Bogart.