Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#761 - 780)

Creato il 17 febbraio 2014 da La Stamberga Dei Lettori

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.


761. Il tallone di ferro - Jack London (1908)

Pubblicato nel 1907, questo romanzo di Jack London rappresenta un esempio insuperato di quello che potremmo definire "fantapolitica marxista" e, insieme, di chiaroveggenza, davvero senza eguale, sui destini della società capitalistica. Letto da generazioni e generazioni di giovani di tutto il mondo, Il tallone di ferro è uno dei più allucinanti e veridici affreschi della società dominata dal profitto, dipinta nella sua durezza senza scampo, nella sua oppressione generalizzata, nei suoi impliciti e inevitabili sbocchi di violenza e massacro. London già nel 1907, prevede la prima guerra mondiale - pur illudendosi che l'Internazionale socialista sarebbe riuscita a evitarla - e gli esiti che avrebbe avuto, vale a dire la svolta fascista. Il profeta lucido e impavido dello scarto storico tra le speranza dell'umanità e le condizioni con cui gli uomini si trovano a vivere è Ernest Everhard, l'eroe, il profeta, il combattente per la libertà - personaggio memorabile a cui deve il suo nome di battesimo Ernesto Che Guevara.


762. The Old Wives' Tale - Arnold Bennett (1908)

First published in 1908, "The Old Wives' Tale" affirms the integrity of ordinary lives as it tells the story of the Baines sisters - shy, retiring Constance and defiant, romantic Sophia - over the course of nearly half a century. Bennett traces the sisters' lives from childhood in their father's drapery shop in provincial Bursley, England, during the mid-Victorian era, through their married lives, to the modern industrial age, when they are reunited as old women. The setting moves from the Five Towns of Staffordshire to exotic and cosmopolitan Paris, while the action moves from the subdued domestic routine of the Baines household to the siege of Paris during the Franco-Prussian War.


763. La casa sull'abisso - William Hope Hodgson (1907)

In una collana di testi fantastici classici non può certamente mancare quello che senza dubbio ha influenzato più di ogni altro H.P. Lovecraft: in edizione integrale vi presentiamo qindi l'opera che quasi tutta la critica definisce "fondamentale nel panorama della letteratura fantastica mondiale. Si tratta di un romanzo di orrore fantascientifico, dove la cantina della casa che si protende sull'Abisso porta in un'altra dimensione, in un altro tempo ed in un altro spazio. Ci troviamo in un non-luogo dove tutto è già avvenuto e dove, ovviamente, sono presenti dei mostri i quali, provenendo dall'interno di una casa che costituiva il baluardo contro il pericolo, indicano invece che una salvezza - peraltro assai improbabile - è altrove, al di fuori... Chissà che quella casa sull'Abisso non sia poi il nostro mondo?


764. La madre - Maksim Gorkij (1908)

Considerato il romanzo capostipite del realismo socialista, "La madre" descrive con garbato riguardo la progressiva emancipazione di una contadina inurbata, Pelageja Nilovna Vlasova, attraverso la sua formazione politica a opera del figlio Pavel, operaio rivoluzionario nella Russia zarista dei primissimi anni del Novecento. La madre, vissuta nel terrore costante della violenza di un marito alcolista, diventata vedova, inizia a temere per l'incolumità del giovane figlio, che trasforma la casa in un ritrovo di dissidenti e socialisti. Con rigore e profondità Gor'kij mostra, in un simbolico ribaltamento dei ruoli, come un figlio aiuti la madre a trovare il suo posto nel mondo, indicandole la via per emergere dal limitato cerchio di ansie e rassegnazioni che ha sempre conosciuto e accedere così a quel più alto livello di consapevolezza che rende tutti gli uomini figli. Il legame intenso tra la madre e Pavel, uniti nei valori della ragione e della verità, è al centro di questa epopea umana cui il vasto popolo degli umili contribuisce fornendo figure di un eroismo semplice, quotidiano, che si ribella senza paura ai poteri dell'oppressione e della disuguaglianza.


765. L'agente segreto - Joseph Conrad (1907)

Anarchici e terroristi, servizi segreti e ambasciate, trame misteriose e drammi umani si dipanano in una trama avvincente che trae ispirazione da un episodio realmente accaduto: un'esplosione avvenuta in Greenwich Park nel 1894. Un capolavoro del thriller che si trasforma nel fosco racconto psicologico sull'instabilità dell'identità moderna.


766. La giungla - Upton Sinclair (1906)

Jurgis Rudkus, un giovane lituano, è arrivato con la famiglia negli Stati Uniti ammaliato dal sogno americano. A Chicago trova lavoro nel quartiere dei macelli, dove gli emigrati vengono inesorabilmente frantumati, distrutti nel fisico e nel morale. Solo Jurgis, dopo traversie raccapriccianti, prende coscienza del proprio stato sociale e trova la via della salvezza.


767. I turbamenti del giovane Törless - Robert Musil (1906)

Scritto nel 1906 e considerato il romanzo di esordio di Musil, la storia, di ispirazione autobiografica, narra attrverso crudi episodi sadomasochistici e avventure intellettuali, il momento di passaggio dall'adolescenza alla virilità nella crisi della società mitteleuropea. Come scrisse lo stesso Musil, in quest'opera risiede la chiave dell'"Uomo senza qualità": l'assenza di sentimento, di morale e di "esperienze" di Toerless, lo rende nostalgico, vuoto. Parabola di profonda attualità, nei tratti psicologici del giovane protagonista si delinea il fiero e consapevole rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto "ideologico" e alla noia esistenziale di molti giovani di oggi.


768. La saga dei Forsyte - John Galsworthy (1906-1930)

Londra 1886. I Forsyte, ricca famiglia borghese, festeggiano il fidanzamento di June, nipotina del decano Jolyon, con un giovane architetto, Bosinney. La casata intera è riunita: ricca, potente, spietata con i deboli, conscia solo della sua forza. Eppure, proprio il debole Bosinney la scuoterà profondamente quando incontrerà Irene, moglie troppo bella dell'arido e avido Soames Forsyte... Ambientato nell'Inghilterra vittoriana, "Il possidente" ne restituisce appieno l'essenza, descrivendo l'orgoglio di una casta al suo apogeo e il nero viluppo di vizi e di passioni che si celano dietro una facciata di rispettabilità. [La nostra recensione al primo volume]


769. La casa della gioia - Edith Wharton (1905)

New York, inizi del Novecento. Lily Bart sogna da sempre di far parte della buona società, ma per vivere nel lusso - provenendo da una famiglia benestante caduta in disgrazia - deve trovare al più presto un uomo da sposare. Ma come può una ragazza bella e intelligente mantenere la propria integrità morale nei salotti più eleganti di New York? Sfortunatamente Lily si innamorerà di un giovane avvocato dai mezzi limitati, accorgendosi troppo tardi della trappola in cui è caduta: la casa della gioia non è che un mondo fittizio e crudele, che rischierà di portarla alla rovina...


770. L'angelo azzurro - Heinrich Mann (1905)

Questo romanzo, insieme all'omonimo film del 1930 di Joseph von Sternberg, è diventato motivo di culto per più di una generazione. Il tirannico Raat, professore di un liceo tedesco, strenuo difensore dell'ordine costituito e delle sue ferree leggi, si scopre suddito della passione e si rovina per amore di una canzonettista incontrata in un locale infimo, "L'angelo azzurro", nome ormai indissolubilmente legato alla celeberrima interpretazione cinematografica di Marlene Dietrich. Gradualmente il professore si distacca dai valori borghesi e inscena una sorta di rivolta anarchica contro le convenzioni che dominano l'ambiente della piccola città di provincia teatro della vicenda. Nella rappresentazione di questa ribellione penosa ed esasperata sta la maestria di Mann, come anche la ragione della imperitura fortuna del romanzo. A una lettura più attenta, inoltre, "L'angelo azzurro" rivela tutte le caratteristiche di una critica politico-sociale impietosa della decadence borghese, impersonata dal rigido e rispettabile, via via sempre più grottesco, lascivo e disperato, professore di liceo.


771. Monteriano - E.M. Forster (1905)

[Pubblicato in Italia da diverse case editrici ma ormai in tutte fuori catalogo, Monteriano (talvolta Là dove gli angeli non osano andare è la prima opera accertata dell'autore, in cui mostra già una delle tendenze che lo caratterizzeranno, ossia un profondo amore per l'Italia, da lui considerata patria di libertà intellettuale, informalità e fantasia. La vedova Lilia Herriton, in viaggio in Toscana insieme alla sua giovane chaperon Caroline Abbott, s'innamora di un italiano molto più giovane di lei, decidendo di restare nel paese e suscitando le ire della famiglia del suo defunto marito. La famiglia opta per inviare in Italia il di lei cognato, Philip, per farla ragionare, ma troppo tardi: Lilia si è sposata, è incinta, e muore dando alla luce il bambino. Per salvare le apparenze, e proteggere il bambino da una nazione considerata incivilizzata, gli Herriton inviano nuovamente Philip a ottenerne la custodia per crescerlo propriamente. E' questo il primo dei grandi conflitti ideologici messi in campo da Forster: il rigido perbenismo inglese contro la spontaneità dei sentimenti italiana.]


772. Nostromo (1904)

In una piccola repubblica sudamericana vive un italiano, Nostromo, che è considerato da tutti eccezionalmente coraggioso. Durante una rivolta c'è la necessità di mettere in salvo l'argento della miniera e Nostromo se ne prende l'incarico. Riesce a portare l'argento su di un'isola vicina ma, sedata la rivolta, nessuno mostra più riconoscenza per quest'impresa. Così Nostromo, offeso, fa credere che l'argento sia caduto nel mare. Per quanto riguarda i sentimenti, ama Gisella, ma è legato a Linda, sua sorella, che, terribilmente gelosa, spinge il padre ad uccidere Nostromo. Così anche il segreto dell'argento non potrà mai essere scoperto.


773. Adriano VII - Frederick Rolfe (1904)

In un freddo giorno di marzo dei primi anni del Novecento, George Arthur Rose, vestito col suo prediletto abito di tela blu simile a una tuta da meccanico, si aggira come un recluso tra le pareti della sua casa londinese. Consumato da anni di speranze non soddisfatte, smarrito dinanzi alla rovina del mondo («Le antiche monarchie legittime sono dovunque in declino, e Demos è pronta ad inghiottirle nelle sue fauci vili», ama dire al suo gatto, declamando D’Annunzio), vive nella povertà più assoluta, non confortata da alcuna sacerdotale parvenza di santità. George Arthur Rose è un prete mancato. Per oscure ragioni – invereconde calunnie, atroci oltraggi, secondo lui, di giovinetti immaturi – è stato brutalmente espulso dal Saint Andrews, il Pontificio Collegio Scozzese di Roma. Bandito dalla Chiesa cattolica, come una spina, una peste, un’ulcera corrosiva e purulenta, Rose ha reagito abbracciando di proposito la sua nefasta fama: si è messo a posare a genio altero, sottile, dotto, inaccessibile. Lui, un uomo che la divina Vocazione spingerebbe a essere attivo e possente, ridotto a languire in bizzarre e stupide pose! George Arthur Rose non sa, tuttavia, che questo freddo giorno di marzo è, in realtà, il giorno del suo trionfo. Al suo misero cospetto appariranno tra un po’ due uomini di Chiesa gravi e importanti, un vescovo robusto coi capelli scuri, e un cardinale coi capelli bianchi e l’aspetto pittoresco. Verranno a omaggiarlo come esperto conoscitore degli annali dei conclavi, gli diranno che il conclave in corso per eleggere il nuovo successore di Pietro è stato misteriosamente rinviato e gli chiederanno di accettare gli ordini sacri, senz’altro indugio che quello voluto dalle leggi canoniche. Di lì a poco le imperscrutabili vie della Provvidenza schiuderanno l’impensabile: dopo un’ulteriore seduta del conclave in cui l’intransigenza e l’equivalenza delle fazioni vieteranno una nomina regolare, il collegio dei «Compromissari» eleggerà sul soglio di Pietro proprio lui, George Arthur Rose, l’antico reietto, che prenderà il nome di Adriano VII e, più inflessibile di Bonifacio VIII, salverà l’Europa dal caos e dall’anarchia e ridisegnerà i confini del mondo. Pubblicato per la prima volta nel 1904, e da allora oggetto di un vero e proprio culto, Adriano VII è un romanzo che, come tutte le grandi opere, si presta a infinite interpretazioni: può essere visto come una profetica anticipazione dei totalitarismi del Ventesimo secolo, come il libro di un impudente profanatore (secondo Giorgio Manganelli la Chiesa era, per Rolfe, il luogo da profanare, dato che solo Iddio poteva dargli l’indirizzo del Diavolo), come l’estremo, meraviglioso frutto di un’esistenza eccentrica. Ripubblicato ora, nel centenario della morte dell’autore, l’opera svela tutta la sua sorprendente, sfrontata attualità.


774. La coppa d'oro - Henry James (1904)

Romanzo di simmetrie e di circoli viziosi, La coppa d’oro è la storia di due uomini e due donne, e degli intrecci sentimentali che nascono all’interno del gruppo. Elemento centrale della trama è una coppa d’oro che i quattro protagonisti acquistano, vendono, ammirano, distruggono. Ed è proprio attraverso questo oggetto simbolico che si determina la svolta decisiva dell’intreccio, con la scoperta, da parte di Maggie, del tradimento del marito e il suo impegno per ridistribuire le relazioni all’interno del quartetto, secondo una simmetria questa volta rispettosa dei legami matrimoniali.


775. Gli ambasciatori - Henry James (1903)

Appena arrivato in albergo, Strether domandò per prima cosa del suo amico; tuttavia, nell'apprendere che Waymarsh non sarebbe arrivato prima di sera, non rimase granché sconcertato. Al cliente che s'informava, la direzione si era affrettata a mostrare il telegramma con risposta pagata che pernotava una stanza purché non rumorosa, per cui l'intesa di incontrarsi a Chester invece che a Liverpool rimaneva valida.


776. L'enigma delle sabbie - Erskine Childers (1903)

Mare del Nord, 1902: due giovani inglesi, scoprono l'esistenza di un complotto tedesco per invadere l'Inghilterra via mare. Soli a bordo di un minuscolo yacht, iniziano così una lotta contro il tempo per impedire l'attacco straniero. Ricco di dettagli realistici e basato sull'esperienza diretta di Childers, questo romanzo ha effettivamente contribuito a cambiare la strategia militare inglese in vista della Prima Guerra Mondiale, spostando l'attenzione sul mare del Nord per controbattere le mire espansionistiche tedesche. Erskine Childers è a buon diritto considerato il padre del genere letterario della spy-story. Uscito nel 1903, "L'enigma delle sabbie" riscuote da subito un enorme successo, testimoniato dalle numerose ristampe che si sono susseguite fino all'adattamento per il cinema nel 1979. Ian Fleming, John le Carré e molti altri ammetteranno di avervi trovato preziosa ispirazione.


777. L'immoralista - Andrè Gide (1902)

"L'immoralista" e "La porta stretta" sono due romanzi di ammirevole fattura stilistica che affrontano, da punti di vista differenti, lo stesso problema: nel primo l'esigenza di autorealizzazione di Michel e il suo nichilismo finiscono per uccidere la giovane moglie; nel secondo, Alissa percorre l'opposta strada della rinuncia e dell'ascesi spirituale fino ad annullarsi nella morte. La contraddizione tra le due opere rispecchia esemplarmente il conflitto interiore di Gide e il loro senso finale sembra essere che tanto l'immoralismo, quanto la virtù conducono alla dannazione dell'aridità. Saggiamente, lo scrittore rinuncia a risolvere il contrasto optando per l'ambiguità.


778. Le ali della colomba - Henry James (1901)

Questo bellissimo romanzo, forse il più enigmatico e appassionato tra le ultime opere di Henry James, narra la vicenda di una ricchissima ereditiera americana che, in un ritratto femminile del Bronzino, riconosce il proprio volto. Quel pallido viso è però una profezia di morte.
Milly, così innamorata della vita, vede sfumare tutte le promesse dell’amore, della mondanità, del lusso. Sospesa sull’abisso mortale, viene irretita in un gioco amoroso da una coppia di amanti, belli e raffinati, che vorrebbero appropriarsi della sua ricchezza. Nel finale, però, la sconfitta di Milly si trasforma nella sua vittoria: colui che voleva tradirla si accorge di essere realmente innamorato di lei e le giura fedeltà anche dopo la morte.


779. Cuore di tenebra - Joseph Conrad (1901)

Su un'imbarcazione ancorata fra le nebbie fitte che la sera avvolgono il Tamigi, il capitano Marlow e altri marinai attendono l'alta marea per prendere il largo. Marlow comincia a raccontare di un viaggio fatto da giovane lungo un altro fiume, in un'Africa carica di fascino come di pericoli. Risalendo il fiume, si erano lasciati alle spalle anche gli ultimi residui di "civiltà", per venire risucchiati in un percorso oscuro che diventa anche mentale, onirico, e si addentra nell'essenza stessa dell'uomo. Marlow-Conrad narra di un cuore di tenebra ancora da esplorare. Da questo romanzo Francis Ford Coppola trasse ispirazione per il suo "Apocalypse Now".


780. Il mastino dei Baskerville - Arthur Conan Doyle (1901)

Il mastino dei Baskerville è il romanzo più famoso fra quelli che vedono Sherlock Holmes e il dottor Watson come protagonisti. Un romanzo che, secondo le intenzioni dell'autore, non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Perché nell'avventura precedente Sherlock Holmes era precipitato, insieme al suo acerrimo nemico Moriarty, in un crepaccio, inghiottito dalle tenebre. Un finale che non lasciava via di scampo, e che non riuscì gradito ai lettori, ormai stregati dalla ferrea logica e dall'infallibile fiuto del detective. E così, costretto dalle insistenze del pubblico e dell'editore, Conan Doyle fece "resuscitare" il suo celebre personaggio, abbandonando il genere del romanzo storico cui avrebbe preferito dedicarsi. [La nostra recensione]


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