Little Nemo in Slumberland

Creato il 26 aprile 2015 da Paradisiartificiali
Il fatto che tra le nomination degli ultimi Eisner Award figuri l'intramontabile materiale di Winsor McCay, materiale datato 1905, mi ha spinto a scriverci due righe per farlo conoscere meglio a quelli che non sanno chi sia nè cosa abbia fatto.
Regoliamo il flusso della macchina del tempo però, perchè prima di parlare di punto in bianco di Little Nemo, dobbiamo centrare bene il contesto storico in cui la striscia a fumetti nasce, e già che ci siamo, visto che più o meno gli anni sono quelli, dire anche due cose sulla nascita del fumetto in generale.
Hearst vs Pulitzer E' noto a tutti che il papà riconosicuto del fumetto contemporaneo è un certo Yellow Kid di un certo R. F. Outcalt. Ora se non sapete chi sia Yellow Kid, non voglio dire che state messi maluccio, ma poco ci manca, per aiutarvi, è quel bimbo in casacca gialla che ogni anno fa (o faceva?) da mascotte sulla locandina di Lucca Comics (and games, and youtubers, and cosplayers demmerda).
 - per approfondimenti necessari, c'è Wikipedia -
 

l'antenato ufficiale del fumetto moderno

Tuttavia, siccome la spocchia mi ossessiona mi piace sovrascrivere la nascita del fumetto contemporaneo con quella di un particolare supplemento domenicale del New York Journal, The American Humorist di  William Randolph Hearst.
Complice la nascita della rotativa in grado di stampare a colori, The American Humorist fu pubblicizzato nelle settimane precedenti all' uscita, come una pubblicazione che faceva apparire persino l'arcobaleno in cielo, una cosa pallida e spenta.
Siamo più o meno nel 1896 o giù di lì, e il supplemento domenicale è una redditizia iniziativa vecchia già di almeno tre anni, fortemente promossa tra gli altri anche da un certo J.Pulitzer, che ignorando le proteste dei nuclei religiosi che volevano fare della domenica il giorno di Dio, tanto per citare la bella Meg Ryan in When Harry met Sally, allegò al suo quotidiano, il New York Herald, un supplemento domenicale a colori, le cui tematiche spaziavano dallo sport alla famiglia, passando per satira e tempo libero, un supplemento che col tempo divenne la sede di un  regolare inserto comico, e dei primi fumetti, iniziativa che in breve fece il giro di almeno 250 quotidiani nel resto del paese.
Yellow Kid di R. F. Outcalt è universalmente riconsciuto come il papà del fumetto moderno, proprio perchè il monello Hogan's Alley, apparve per la prima volta in quelle pagine e aprì la strada a molti altri autori.
Ma a The American Humorist, le sue otto pagine colorate, diventarono in breve tempo un vivaio di nuovi autori, Rudolph Block, direttore del supplemento, arruolò giovani capaci come Rudolph Dirks, di origine tedesca che ispirandosi ad una vecchia pubblicazione famosa in Germania, Max und Moritz, creò la striscia nota come  The Katzenjammer Kids (1897).

La nascita del fumetto

Gli manca solo la parola
Le prime illustrazioni di Yellow Kid, erano prive di griglie e di una sequenza, avevano un'unica illustrazione che rappresentava un momento quotidiano del quartiere popolare di New York, ed i testi erano relegati sul camicione in giallo del protagonista o sui cartelloni che spuntavano nella tavola, per via di questi tecnicismi, gli esperti della storia del fumetto concordano sul fatto che la data ufficiale della nascita del fumetto come lo conosciamo oggi , con sequenza baloon e tutto il resto, è fissata al 25 ottobre del 1896 quando Outcalt, che nel frattempo aveva lasciato l'Herald di Pulitzer per lavorare con un contratto più vantaggioso, sul Journal di Hearst, pubblicò una famosa tavola del monello Mickey Dugan, in cui in una serie di vignette in sequenza parlava attraverso un grammofono. Ma a parte queste piccole e rare concessioni, lo stile di Outcalt era statico, le sue vignette, erano più che altro paragonabili a delle fotografie del quartiere di Mickey, come potete vedere nell'illustrazione in cima.
Ma The American Humorist sotto la guida di Block, è destinato a diventare il tempio della nona arte, coscienti o meno che fossero per esempio, con The Katzenjammer Kids di Dirks, si notano le prime sostanziali evoluzioni del media.
Nel lavoro di Dirks, anche se i personaggi continuano ad essere muti in un primo momento, arriva il concetto di movimento, il fumetto smette di essere una istantanea con la scritta illustrativa in calce, e diviene una sequenza di immagini. Ecco perchè mi piace spostare di qualche mese, la nascita del fumetto ed ampliarne la paternità anche ad altri autori, come Dirks appunto, che dopo qualche numero scoprì anche che le sue vignette erano molto più divertenti se i personaggi "parlavano".
Il primo ventennio di vita del fumetto qui di per lo più è rappresentato da discoli ed animali antropomorfi, tra i piccoli che hanno fatto la storia di questo media non si può non citare Little Nemo in Slumberland apparso sulle pagine del New York Herald dal 1905 al 1914.  
Winsor McCay, nato nel 1869 a Spring Lake nel Michigan, ha quasi 40 anni quando firma la sua più importante creazione,  Nemo è un bambino di otto anni che vive le sue avventure, nel mondo dei sogni e dal quale ritorna quasi sempre bruscamente, risvegliandosi nel suo lettino.
E' il 15 ottobre del 1905, in quella famosa domenica si presenta ai lettori dell' New York Herald, in tutto il suo colorato splendore, la prima tavola di Little Nemo in Slumberland.
Con l'opera di McCay, si ha una ulteriore evoluzione del media, sia nella forma che nei contenuti, le illustrazioni dell'autore americano sono ricercate, la struttura della griglia è, ad usare un eufemismo avveniristica anche oggi, se pensiamo alle geometrie delle tavole di alcuni fumetti odierni, specie quelli italiani.
McCay con benestare dell' editor sperimenta storie che occupano l'intera tavola del giornale, e che hanno epilogo alla fine nell'ultima vignetta, nel quale il bambino si risveglia o cadendo dal lettino o scosso dai genitori accorsi udendo le sue grida. L'evoluzione dicevamo non è solo grafica, basti notare lo stile di disegno di McCay e la cura riposta da questi nel confezionare anche le cornici della tavola, ma come dicevamo anche nei contenuti, McCay abbandona il plot vincente dei monelli pasticcioni per avventurarsi, in trame fantasiose con attinenza al mondo onirico, una soluzione  narrativa che non farà che stimolare la sua fertile immaginazione e spronarlo nella produzione di tavole di una bellezza disarmante grazie alla sua certosina attenzione per i dettagli. Ogni notte uno dei sottoposti del Re Morfeo, riceve la comanda di andare a prelevare Nemo dal mondo della veglia ma nei primi episodi, Nemo quasi sempre si risveglia poco prima di farsi del male o di ficcarsi in guai più seri. Di seguito proponiamo la prima tavola di Little Nemo in tutta la sua certosina magia art nouveau.

Un piccolo assaggio del certosino lavoro grafico

Con McCay la griglia non fa in tempo a nascere che è subito distrutta. È il sogno l'argomento del fumetto dell'autore del Michigan, ed il sogno non può essere contenuto in alcuna gabbia. provate ad immaginare cosa devono essere state le tavole domenicali di McCay per i lettori degli inizi del novecento. L'impatto visivo di quest'opera, amata dal pubblico tanto da essere un appuntamento fisso per ben otto anni.Vi è un ipnotica bellezza nel lavoro di MacCay, un lavoro, triste da dire, estremamente rivalutato solo postumo.
come detto la materia principale del fumetto di McCay è il sogno, e la relizzazione di un reame tanto cangiante permette all'autore di sbizzarrirsi, confezionando ogni settimana un piccolo gioiello, che confesso, anelo disperatamente ad avere integralemente. La struttura delle storie, tutte squisite è sempre la stessa: Re Morfeo è alla ricerca di una compagnia adeguata per la sua piccola princpessa, come si vede nella prima tavola, Nemo dopo aver ricevuto le istruzioni, monta in sella ad un bizzoso pony, che prima di giungere a destinazione lo scaraventerà nel vuoto, Nemo si sveglierà dopo essere caduto da lettino. l
L'opera di McCay è importante per lo sviluppo del media per la sua continuità narrativa, il cast di personaggi fisso, e l'evoluzione della macro-storia, Nemo ad un certo punto nel corso delle pubblicazioni riuscirà ad arrivare al cospetto della principessa, incontro che inaugura un nuovo ciclo di storie: accompagnato dal pagliaccio Flip-Flap, dal negretto Imp, e ovviamente dalla figlia del Re dei sogni, Nemo viaggierà nei territori più vari, un fortunato ciclodi storie in cui McCay disegnerà minuziosamente di tutto dalla Savana Africana, agli scenari architettonici di imponenti costruzioni, (vedere l'immagine in alto a destra)
Non si bada a spese nella pubblicazione delle tavoledi Winsor McCay, la stampa che illustra le avventure del

L'omaggio di Google

piccolo Nemo sono le migliori del paese, parallelamente al lavoro sulle tavole domenicali, McCay lavora come cartoonist, e nel 1911 realizza un cartone animato dedicato a Little Nemo. Definire McCay un anacronista è del tutto leggittimo, dopo un entusiasmo iniziale tuttavia, l'amore dei lettori per Nemo tende a scemare, McCay è diverso dagli autori suoi contemporanei, Nemo non è un monello caricaturale, è un bambino normale, e le sue avventure sono tutt'altro che isolate birichinate concepite per strappare qualche risata, la bellezza di Nemo in Slumberland è nascosta agli occhi dei lettori delle tavole domenicali, e nel 1914 chiude del tutto. McCay comunque continua la sua carriera di cartoonist e solo occasionalmente tornera a proporre ai lettori le avventure del suo piccolo sognatore, nel 1924.

La miniserie IDW

Oggi Little Nemo in Slumberland è considerato uno delle nove colonne che fa di questo media un arte, il lavoro di McCay è universalmente riconosciuto come avveniristico. In concomitanza del 107mo anniversario della nascita di Winsor McCay google dedicò una speciale schermata, all'autore americano, e come detto in principio, quest'anno agli Eisner concorre in ben due categorie antologiche, in cui sono raccolte il mastodontico lavoro di McCay: Little Nemo: Dream Another Dream, edito da Josh O’Neill, Andrew Carl, & Chris Stevens (Locust Moon) Winsor McCay’s Complete Little Nemo, edito da Alexander Braun (TASCHEN). Inoltre spero di mettere la mani al più presto, incuriosito dalle immagini sparse in rete dalla miniserie targata IDW, Little Nemo: Return to Slumberland, di Eric Shanower & Gabriel Rodriguez, candidata nella categoria, migliore pubblicazione per ragazzi.
 Little Nemo in Italia
Con il titolo di Bubi nel paese del Dormiveglia, le tavole domenicali di McCay arrivarono anche in Italia, sul corriere dei piccoli dal 1912 al 1914, e successivsamente su Topolino nel 1935. Per quanto riguarda delle antologie Nemo, celebrato in tutto il mondo, in Italia manca integralmente da svariati anni, una prima antologica edita da Garzanti e curatadalla redazione di Linus, risale al 1969, un'altra edizione sotto etichetta della Casa Editrice Lo Vecchio è datata 1984, forse l'edizione più abbordabile ma non saprei dire se completa, nel 1994 sempre in collaborazione con la Garzanti Linus ha ristampato lo stesso volume del 1969. L'ultimo omaggio editoriale italiano a Nemo è del 2004, Coconino Press, ma purtroppo non so dirvi molto in merito a questa raccolta. Speravamo tutti in Lupoi, in quel tweet criptico, di qualche mese fa, in cui straparlava su una importante licenza acquisita dalla Panini, di un personaggio latitante dal mondo editoriale da decenni, tutto mi sarei aspettato tranne che stesse parlando di Asterix.
Direi che ci siamo detti tutto, fatemi sapere se quese incursioni nel passato vi divertono o vi piacciono, non ho problemi a continuare.
Quando vedo come si autocelebra la mediocre realtà editoriale Italiana, non posa fare a meno di ricordare le parole della prima silk Specre mentre avizzisce nella sua pensione per vecchie glorie: Ogni giorno che passa il futuro mi sembra sempre più nero... Mentre il passato, anche con i momenti più brutti, diventa sempre più luminoso...
E con questo ci siamo detti tutto.
Baci ai pupi. (....e forza Little Nemo agli Eisner).


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