Little Tony
E’ morto ieri, lunedì 27 maggio, a Roma, Little Tony (all’anagrafe Antonio Ciacci, Tivoli, 1941).E’ stato tra i primi cantanti in Italia, e lo scrivo con convinzione, fuori di retorica, ad intuire la carica innovatrice del rock’n’roll, e, soprattutto, a crederci sino in fondo, portando avanti negli anni un itinerario musicale estremamente coerente e personale, per quanto ispirato ai miti d’oltreoceano.
Almeno sino ai primi anni ’70, ha contribuito a dare una scossa, apparentemente leggera, alla musica italiana, favorendo non poco un suo svecchiamento, forte di un successo popolare che coinvolgeva giovani e meno giovani, grazie anche alla simpatia e spontaneità nel proporsi al pubblico.
Da non dimenticare il parallelo fra il mondo della canzone e quello cinematografico che trovò espressione nella stagione dei tanto vituperati musicarelli, e Little Tony, così molti cantanti del suo stesso periodo, fu al riguardo fra i protagonisti (tra i titoli più noti, il dittico Riderà-Cuore matto, ’67, Bruno Corbucci- Cuore matto … matto da legare, Mario Amendola, ’67), assecondandone, con una certa autoironia, lo schema standard da commedia nostrana, tra il comico e il sentimentale (fraintendimenti, differenze di ceto sociale, difficoltà esistenziali, conflitto coi “matusa”), al cui interno veniva inserito, non sempre coerentemente, l’elemento musicale, come fosse una sorta di parentesi canora.
E la bravura di un artista, almeno a parer mio, sta anche in questo, saper farsi forte delle proprie indubbie capacità ed esserne buon gestore, sino a conquistare l’ultimo applauso.