Live Report: Arcade Fire @ Lucca Summer Festival - 09/07/2011

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing


Il 9 Luglio a Lucca ci saranno stati almeno 30 gradi. Complici caldo, polvere e attesa, l’atmosfera è surreale, come lo è quella di una qualsiasi giornata afosa d’estate in una città dell’entroterra. Lucca è una città di provincia, un po’ come i sobborghi che cantano gli Arcade. Ha le sue cento leggendarie chiesette disseminate per tutte le sue vie, uno sprawl infinito di barricate, tanto da chiedersi se una location come questa non sia stata un po’ ricercata dal gruppo, dopo la precedente data del 4  a Milano. La differenza sarebbe stata il pubblico, con i fedeli sotto lo stage a cantare e i residenti a godersi lo spettacolo dai propri balconi. Quest’anno gli Arcade hanno fatto incetta di premi ( due grammies come Best New Album e Best Alternative Band, due Brit Awards come Best International Band e Miglio Gruppo, senza contare il presidente di neighborhood Obama che li chiama ad esibirsi insieme a Jay-Z ) e di lodi.
Ma gli Arcade sono sorprendenti, perché uniscono due doti che solitamente non si coagulano bene in caso si stia parlando di una band straniera, indie e proveniente dal lontano Canada: sono intelligenti ( i loro testi sono frutto di un intenso labor limae ) e fanno cantare. Lucca ne è stata una prova più che evidente. Hanno aperto il concerto ad un pubblico sfiancato dal caldo proiettando immagini de ‘I guerrieri della notte’, fondendo in sottofondo The Suburbs ( Continued ), ending track del loro ultimo lavoro - se non ulteriore passo nella loro crociata esistenziale verso l’uomo e la sua Provincia Promessa, che ben vedere sembra più una Gaza  dei nostri giorni che una terra della manna . Entrano in scena e sono tanti, il palco è pieno di persone e strumenti ( tireranno fuori anche una ghironda dall’enorme container che li segue ). Il concerto prende la carica con Ready To Start, comincia con
The Suburbs, e le sue chitarre scanzonate e le strade in cui si impara a guidare, si riprende con Month Of May, esplode con un’imprevista Rebellion ( Lies). E per essere brevi, la folla impazzisce. Chissà perché, ma sono convinta che mondo ed Arcade in questo momento siano in piena armonia. I canadesi cantano la fine della parabola della casetta in Canadà all’urlo di ‘children, wake up!’, mentre intorno a noi si sfaldano ordini, scoppiano guerre,cadono tirannidi, si alzano folle.
Loro cantano con il loro esercito di plurimusicanti che al cambio di ogni canzone invertono posizioni e strumenti, un Win Butler con un taglio nazi che non si nega alla folla e prende di petto ogni pezzo senza perdere fiato (mai!), una Regine  riscoperta riccia regina dei sogni che ‘volteggia’ tra Haiti e una magistrale e ‘Blondiana’ Sprawl II, cantata quanto ballata. Finisce il concerto, ritornano con Keep The Car Running, finiscono il tutto ( a malincuore ) con Wake Up.Tra le chicche del concerto è da notare un’inedito – una splendida Speaking In Tongues a metà esibizione, che incanta e tranquillizza tra una concitata No Cars Go e gli organi all’incipit di Intervention. Win mette le mani avanti, e dopo aver scherzato sulla statua a centro piazza (sul whothefuckingisthisguy?), ritorna a interpretare le sue parole.


Marzia Picciano


Setlist :
Ready To Start
The Suburbs
Month Of May
Rebellion ( Lies )
Laika
No Cars Go
Speaking In Tongues
Intervention
Modern Man
Rococo
Tunnels
Haiti
Sprawl II
We Used To Wait
Power Out
Encore:
Keep The Car Running
Wake Up
Altre foto le potete vedere sulla nostra
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