Sarà perché in fondo non è un vero e proprio festival ma una serie infinita di concerti che va dai Chemical Brothers a Jamiroquay, da Battiato a Ben Harper passando addirittura per i Modà.
Il 13 luglio è il turno degli head liner Chemical Brothers che tornano a Roma dopo qualche anno. Pionieri del big beat, protagonisti assoluti della scena elettronica dagli anni 90 in poi, remixers sopraffini, e soprattutto inventori del dj set che scandito da luci e visuals strabilianti è diventato un vero e proprio concerto da grande pubblico.
Preceduti da DA FUNK dei Daft Punk, rigorosamente in nero, i due si chinano sul banco dei bottoni e fanno partire la sequenza dei loro brani più celebri. A quasi un anno di distanza dal loro ultimo album e in un periodo in cui si dedicano quasi esclusivamente alla composizione di colonne sonore, l’attuale concerto non può che essere una sorta di celebrativo greatest hits.
Hey Boy hey girl, doit again, star guitar, e out of control scorrono una dietro l’altra caratterizzando la parte centrale del set. Chi ha consumato birra, fumato e chiesto le “paste” nel pre concerto adesso balla e non si ferma più. L’ippodromo è una discoteca labirinto invasa dal ritmo ipnotico. Dopo poco più di un’ora e mezza, i visuals si spengono e resta solo un laser verde che parte dal palco ed illumina il pubblico. Partono i brani di Exit Planet Dust, il disco che ha lanciato i Chemical Bros e che è riuscito a conquistare anche il pubblico del rock.
La scenografia chiude quindi al buio e con i primi successi del duo, quasi a voler tornare alla nascita dopo avere viaggiato a ritroso nel tempo e nei beats.
Hanno indicato la via ai Daft Punk e ai Justice, ora i Bros si autocelebrano muovendosi da star consumate e lasciando il testimone dell’elettronica inglese ai giovani alfieri del dubstep.
Uno show perfetto, forse troppo. Del resto ai Chemical Brothers non si mai chiesto altro che loop lisergici, bassi potenti e musica che ci impedisse di star fermi. Esco con un solo dubbio, la scena elettronica è finita ed ho assistito ad operazione nostalgia oppure è diventata immortale come il rock’n roll ? Nel caso direi che it’s only beats and roll but i like it.
Francesco Sapone