Liverino Gioielli e Corallo

Da Ilbicchierediverso

Torniamo a parlare di piacevoli sorprese (dopo quella di Erbario Toscano, che a breve avrà seguito con i profumi e un’intervista ), stavolta spostandoci di nuovo nell’amato sud, miniera inesauribile di eleganza, pregiatezza e artigianato di altri tempi.
Da Torre del Greco arriva infatti una storia lunga 51 anni (presentataci da un caro amico), cominciata nel 1962, fatta di passione, manualità eccelsa e buon gusto: quella di Liverino Gioielli e Corallo.

Abbiamo deciso di approfondire questa realtà dopo aver visto dei piccoli capolavori di corallo di cui potete vedere delle immagini, a questo punto abbiamo lasciato la parola al signor Luigi per farci raccontare della sua vita e del suo mondo.

Buona scelta
IBD
ilbicchierediverso@gmail.com

Ci può raccontare la vostra storia?
La storia della nostra Ditta ha inizio nel 1962, quando mio padre Salvatore, “figlio d’arte”, si mette in luce tra i tanti corallari torresi per l’altissima qualità della sua produzione (in quegli anni il fatturato era rappresentato per il 95 per cento dalle vendite all’estero).
Questo particolare, unito a una meticolosa – per non dire maniacale – cura del prodotto finito, ha fatto la differenza e lcosì la “Salvatore Liverino Coralli” viene conosciuta in tutto il mondo.
Tra gli articoli maggiormente apprezzati dai clienti d’oltreoceano, gli Americani su tutti, primeggiano le collane di corallium rubrum, il corallo rosso del Mar Mediterraneo, e quelle di Boké, meglio conosciuta come Pelle d’angelo.
La loro perfezione, la netta sfericità e il colore compatto d’ogni singolo pallino fanno la differenza.
Negli anni Settanta, il corallo vive un vero e proprio boom, grazie al quale Torre del Greco si proclama regina indiscussa della lavorazione dell’oro rosso, con, appunto gli Americani, ma anche i tedeschi e gli olandesi a contendersi l’intera produzione che veniva qui realizzata.
Sono anni d’intensa attività, in cui lo stile e la qualità della sua produzione consentono a mio padre di affermarsi definitivamente nel campo della vendita del corallo “sciolto” (ossia dei pallini, dei cabochon e di tutto ciò che serve per completare articoli da gioielleria).
Nel 2002, poi, nasce la “Luigi Liverino gioielli e coralli”, ditta specializzata nella vendita al dettaglio d’alta gioielleria e di accessori con corallo.
Sin dal primo giorno di vita, il nostro punto fermo è stato quello di “svecchiare” il gioiello in corallo mediante una produzione ad hoc che guardasse a tutte le fasce d’età con oggetti che i colossi del settore non avevano mai messo in commercio.
L’idea è, quindi, quella di realizzare pezzi unici di ottima gioielleria, ovviamente made in Italy, adatti al mutare del tempo, con la selezione delle migliori qualità di corallo – quelle ormai più difficili da trovare – e lavorarle con oro e diamanti.
Un prodotto di nicchia e altamente artigianale, insomma, in cui disegni moderni e raffinati diventano, così, gioielli originali.
Il riscontro del pubblico, che ne apprezza la novità nelle forme e l’eleganza delle linee, oltre a un packaging dal delicato impatto visivo, è stato immediatamente positivo.

Oltre alla gioielleria avete un altro fiore all’occhiello…
Oltre alla gioielleria, siamo ormai conosciuti – e apprezzati – anche per i nostri Presepi in corallo.
Ogni singolo pezzo è un prodotto da collezione: se solo pensiamo a quanto sia complicato realizzare anche una piccola incisione sul corallo (se si sbaglia, la realizzazione di ogni singolo pezzo ne risulterà seriamente compromessa), possiamo renderci conto di quanto sia oneroso produrli.
Sono da sempre un amante del Presepe napoletano, quello classico, in terracotta, ma da quando ho visto la fatica e la passione che ci vogliono per completarne uno in corallo, ho capito che non c’è partita.
Due nostri Presepi sono stato donati, negli ultimi tre anni, a Papa Benedetto XV.

Siamo rimasti colpiti dai vostri accessori. Ce ne può parlare meglio?
Sì è un altro settore nel quale abbiamo avuto un enorme riscontro.
Accanto ai gemelli da uomo, da sempre un must, abbiamo dato vita un anno fa al TRIKORNO.
Cos’è il TriKorno? Altro non è che il corno tricolore.
Quale migliore accessorio, per un napoletano, ma soprattutto un italiano, rappresenta allo stesso tempo la tradizione partenopea e quella nazionale?
Il napoletano è da sempre scaramantico e, come mi ha detto Luciano De Crescenzo, “Tifoso del Napoli e dell’Italia, anche se non bisogna essere troppo superstiziosi, in quanto esserlo… porta sfortuna!”.
Così, oltre alla punta che dev’essere rigorosamente di corallo, abbiamo assemblato il verde malachite con la conchiglia bianca. Risultato? Un successone: più di 2500 pezzi venduti.
Lo scrittore Raffaele La Capria ne è rimasto talmente entusiasta da volerlo donare al nostro Presidente Napolitano.
Per non parlare di una grossa azienda d’alta moda napoletana, la ULTURALE CRAVATTE, che lo ha voluto per la sua famosa collezione “Tiè”.
Un successo, consentitemi di dirlo con orgoglio, fe-no-me-na-le!
Accanto al triKorno, tuttora richiestissimo, abbiamo oggi realizzato e brevettato altri due cornetti di corallo, di prossima uscita: il “FORTUNISSIMO”, ossia un cornetto in corallo con, incastonato al centro, il numero 13 in madreperla bianca e il simpaticissimo “O’SOLOMIO”, alias il cornetto personalizzato, con le iniziali in madreperla della persona cui viene donato.
E poi ci sono i MICROMOSAICI.
Si tratta di piccoli capolavori artigianali in scala ridotta, sotto forma di gemelli da polso e pin da giacca, realizzati solo ed esclusivamente con corallo e pietre semipreziose.
Forme nuove, mai viste prima: segnaletica stradale, bandiere di tutti gli Sati, micropresepi o mosaici a più colori.
Conchiglia bianca, lapislazzuli, malachite, rose shell, agata, corno, marmo nero.
Tutti rigorosamente assemblati e imperniati con il corallo rosso mediterraneo.
Il risultato, inutile dirlo, è un prodotto innovativo e introvabile, dove il corallo la fa ovviamente da padrone.

Quali sono stati i cambiamenti più significativi nel settore della lavorazione del corallo?
Il cambiamento c’è stato soprattutto negli ultimi vent’anni.
Torre del Greco era al centro del settore nel primo dopoguerra, tanto del  corallo quanto della madreperla  e del cammeo.
Oggi la situazione è diversa.
Il picco di vendite, come detto, è avvenuto negli anni Settanta, poi il mercato si è inflazionato e ha cominciato a rallentare, e molto è dovuto alla fortissima concorrenza sud-est asiatica che, con i suoi prodotti più economici, ha dato filo da torcere al pil torrese.
La speranza è che Torre del Greco torni ad essere competitiva a livello internazionale, come lo è sempre stata, riprendendosi lo scettro di regina indiscussa della produzione.
Magari presentando un prodotto costantemente nuovo e difficilmente replicabile, declinandolo in una maniera più contemporanea.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :