Oltre all'arte, alla moda e al cibo, Firenze è famosa anche per il suo dialetto, da sempre considerato il papà della Lingua Italiana. A differenze di quando si possa pensare, alcuni termini utilizzati nel linguaggio parlato fiorentino sono del tutto diversi da quelli della lingua italiana e hanno un significato tutto loro. Ho pensato dunque di scrivere una piccola lista con tutti i termini e i modi di dire più utilizzati dai fiorentini, in modo che, la prossima volta che qualcuno vi chiederà "S'ha dì d'andà?" potrete rispondere con "Tu m'ha di n'do" invece di rimanere a guardare il vostro interlocutore con gli occhi sgranati come gli allocchi.
S'ha di d'andà? - Possiamo andare? Tu m'ha di n'do! - Tu mi devi dire dove!
Tu' sse' arrivato dopo i fochi - Sei arrivato in ritardo! Questo modo di dire fa riferimento alla festa del patrono, San Giovanni, che si festeggia alla fine di giugno. Le vecchie celebrazioni comprendevano un torneo, un palio di cavalli, una fiera. Alla fine della festa c'erano i fuochi, usanza che è rimasta in uso ancora oggi. Arrivare dopo i fochi, quindi, vuol dire che si è arrivati in ritardo, a cose già fatte. Ci si vede a' i tocco? - Ci vediamo alle una? Per i fiorentini, i tocco, corrisponde alle 13. Quindi se qualcuno vi chiede "Ci si vede al tocco e un quarto?" vuol dire che per essere puntuali dovrete essere sul luogo dell'appuntamento alle tredici e quindici. Cencio Il cencio è lo straccio che si utilizza per lavare i pavimenti. Se un fiorentino vi dirà "Deve da passare i' cencio" vuol dire che dovete togliervi di torno perché bisogna pulire i pavimenti della stanza. Si usa il cencino per spolverare
Bischero Il suo significato dipende dal tono di voce e il contesto in cui viene utilizzato. Per l'opinione comune il bischero è una persona poco acculturata che assume comportamenti sconvenienti, ma anche una persona particolarmente ingenua che si lascia convincere facilmente. Da questa seconda definizione nasce "fare una bischerata", significa che si è fatto qualcosa di stupido senza pensarci ottenendo risultati fallimentari. Il più classico esempio di bischero? Pinocchio.
Bona! Pronunciato sempre come esclamazione ha due significati: Buonanotte e Figuriamoci! sopratutto in risposta a qualcuno che ha detto qualcosa di stupido/inutile.
Dare le paste Stravincere, aver sconfitto gli avversari con così tanto anticipo che rimane ancora il tempo per cuocere la pasta asciutta. Quindi cosa fa Beyoncé con le altre Destiny's Child? Gli dà le paste! Buhaiolo/Buhaiola Bastardo/a, stronzo/a, maiale/a. I bucaioli erano i negozianti che avevano la loro bottega nelle tipiche buche di San Lorenzo, dei negozi posti al di sotto del livello stradale (tuttora esistenti). Si dice che all'ora di pranzo passavano dei carri con le vivande che urlavano "Buhaioli... c'è le paste". Un'altra versione dice che il termine si riferiva ai lavoratovi che riempivano le buhe delle strade. Al giorno d'oggi il significato è cambiato molto e può essere tranquillamente utilizzato per indicare Belén. L'è maiala Si usa per descrivere una situazione molto difficile, qualcosa di complicato da risolvere. Ad esempio, la cellulite di Valeria Marini l'è maiala, maialissima.
Dilladarno Si utilizza per indicare l'altra parte della città, la zona di Oltrarno che, appunto, si trova oltre il fiume Arno. Attualmente è una delle zone più in della città, frequentata da molti Fiorentini che preferiscono evitare il lato de i' duomo perché piena di turisti. Quindi se Blair Waldorf fosse nata a Firenze, avrebbe vissuto in Oltrarno. I' Trombaio No, non è un nomignolo che i Fiorentini hanno datto a Rocco Siffredi, ma viene utilizzato per indicare l'idraulico, che probabilmente qualcosa con le casalinghe avrà fatto per meritarsi questo nomignolo, ma questo a noi non è dato saperlo.
Pottino
Il pottino è l'adolescente che si comporta e si veste come un adulto con abiti esclusivamente firmati. A Firenze i pottini frequentano i licei del centro storico e passano il sabato sera nel priveé del Tenax (nota discoteca fiorentina frequentata dai liceali ndr.)
Questi sono solo alcune delle parole e modi dire utilizzati dai fiorentini che mi è capito di ascoltare durante questi miei quattri anni nella culla del Rinascimento. Ovviamente le opzioni sono tante, e se volete approfondire potete consultare il Vohabolario Fiorentino, un vero e proprio dizionario di fiorentino realizzato da un gruppo di amici.
L'Appuntamento con Living in Florence è per la settimana prossima, hola hola vò a dormì nell'aiola! (cit.)
Vincenzo. Fonti: 1, 2, 3.