Il centro della movida fiorentina, quella più pop per intenderci, si trova nel cuore del centro storico e a pochi passi dall'Arno, nel triangolo formato da Borgo Santa Croce, via de' Benci e Piazza Santa Croce che ogni weekend si anima e diventa il place to be per ogni giovane fiorentino e non. Devo fare una confessione, non sono un grandissimo fan di quella zona, ma ogni tanto mi capita di passarci una serata, e le varietà e le tipologie di persone che si incontrano sono così varie che si potrebbero condurre studi antropologici degni dei più prestigiosi istituti di ricerca. Tra i tanti personaggi che popolano la zona, i miei preferiti sono i venditori di rose, quelli che vengono a cagarti la minchia sempre e comunque. Sei fuori il locale a fumare un cicchino con un amico? l'indianino ti chiederà di comprare una delle sue rose da usare come accendino. Stai facendo la fila all'ingresso e maledici il buttafuori e i PR perché hanno deciso di fare selezione credendo di essere a Los Angeles? l'indianino ti proporrà l'acquisto di una rosa per farti calmare. Sei fuori da un locale dove è in corso una serata gay in cui le uniche donne sono interessate alla passera? L'indianino ti farà i complimenti perché tu e la tua amica frociarola formate una bella coppia e ti chiederà di acquistare una sua rosa fingendo di non sapere che la tua omosessualità può essere vista della spazio. Insomma, io li amo perché, a parte gli scherzi, sono persone che fanno di tutto per portarsi a casa qualche soldo dignitosamente, ecco perché alla fine finisco sempre per comprare le loro rose di plastica che appassiscono appena si allontano. L'altro giorno ero a sgobbare nella redazione del giornale in cui vengo sfruttato lavoro e mi è capitato di leggere un vecchio numero in cui era stato intervistato uno di questi simpatici venditori. Nel corso dell'intervista, Mohammed Sawalan, questo il suo nome, raccontava della sua laurea in Scienze Sociali e del suo trasferimento in Italia con la speranza di trovare un lavoro e un futuro migliore per se stesso e per sua moglie, che ancora vive in Bangladesh. Mi ha colpito molto il fatto che una persona con una laurea in sociologia sia stata costretta a vendere rose per vivere. Ho pensato che deve essere abbastanza frustrante. Allo stesso tempo ho notato il suo entusiasmo, dimostrato anche dalla foto allegata all'articolo in cui sfoggia un sorrisone a 33 denti far invidia agli specialisti Mentaldent, nei confronti della vita e la sua speranza di avere un futuro migliore con la sua amata. Mi ha fatto riflettere molto, e non vi nascondo che mi ha fatto anche pensare che, se Mohammed non fosse stato del Bangladesh, probabilmente non si sarebbe ritrovato a fare un lavoro così umile. E allora di chi è la colpa? della società? della crisi economica? Sinceramente non sono riuscito a trovare una risposta che mi abbia soddisfatto pienamente, ma ho continuato a domandarmi perché viviamo in un modo in cui ci sono paesi troppo ricchi, e paesi troppo poveri, voglio dire, che senso ha? Domande difficili a cui rispondere. Solo una cosa è certa, il coraggio e la dignità di Mohammed, e di tutti i venditori di rose che ogni tanto rompono i maroni a tutti noi, è veramente da ammirare. Quindi, la prossima volta che sarete fermati da uno di questi venditori, invece di ignorarli, chiedetegli come sta, non sia mai che trovate il tizio laureato che vi possa aiutare con l'esame monster che state preparando! ;)
Potete leggere l'intervista completa a Mohammed cliccando qui.
*Inizio momento Giorgio Mastrota*
Avete uno smartphone, ma nemmeno un soldo per andare in vacanza? Ceres vi dà la possibilità di andare in Sudafrica a fare la vita dei pashà che Flavio Briatore si deve solo scansare! Le regole del gioco sono molto, molto semplici:
1. Scaricate l'app "Il mio locale c'è" (gratis sugli store Apple e Android)
2. Andate in un qualsiasi locale che vende Ceres e scattati una foto
3. Caricatele sull'app
4. Chi carica più foto, partirà per il Sudafrica e farà schiattare di invidia amici e parenti!
5. Se conoscete un locale che vende Ceres ma che non ha ancora aderito al concorso, fateglielo sapere, partecipando potrebbe vincere ben 30.000 per restaurare il suo locale.
Per maggiori informazioni e per leggere l'offerta completa, consultate il sito ufficiale del concorso (http://www.ceres.com/ilmiolocalece/index.php) o mandatemi una dolce mail ad aspirantebiondo@gmail.com che ho bisogno di mantenere il lavoro perché l'affitto non si paga da solo! ;)
*Fine momento Giorgio Mastrota*
Alla prossima settimana!
Vincenzo.