Una domanda imbarazzante incombe sul Dipartimento di stato, sulla Commissione europea e perfino sul Comando supremo della Nato: la Turchia di Recep Erdogan, il leader del partito «islamico moderato» al potere da ormai quasi un decennio, è ancora un alleato affidabile, con cui si può negoziare l’adesione alla Ue e la cui politica rimane compatibile con i nuovi indirizzi dell’Alleanza atlantica, o nel suo sforzo di diventare la potenza di riferimento del mondo islamico sta entrando in rotta di collisione con l’Occidente?
Una possibile risposta l’ho data nell’articoo da poco pubblicato sulla rivista Imperi. L’errore fondamentale di Caputo – prigioniero della logica binaria della Guerra fredda – è quello di pensare l’Alleanza atlantica o l’Occidente come blocchi monolitici, costruiti attorno agli Usa che comunicano le direttive da seguire: e il resta il fatto che la “collissione con l’Occidente” è una sciocchezza, l’allenza Usa-Turchia è ben salda e ha per Washington un enorme valore.
Al centro dell’attenzione c’è il radicale mutamento dei rapporti con Israele
Su questo punto, non ho niente da aggiungere.
Intanto, le tendenze autoritarie del premier, forte del 50% di consenso elettorale, stanno producendo effetti dirompenti anche sul piano interno: ha virtualmente decapitato l’esercito,che cercava di difendere la tradizione laica di Ataturk (più di 200 alti ufficiali sono in prigione per un presunto complotto), sta soffocando con arresti e intimidazioni la libertà di stampa
Ancora con questa scemenza dell’autoritarismo? Ancora con questa scemenza dell’esercito “garante della laicità“? Ancora con questa scemenza del soffocamento della libertà di stampa? Nei fatti, l’autoritarismo dell’Akp – come ho già spiegato più volte – è il frutto di una campagna diffamatoria lanciata prima delle elezioni; i “garanti della laicità” hanno compiuto colpi di stato a ripetizione e reso per lungo tempo la Turchia uno stato militarizzato e parafascista; il complotto non è presunto, la sua esistenza è confermata da tonnellate di documenti e dalla registrazione dell’ex capo di stato maggiore Koşaner diffusa nelle scorse settimane; gli ostacoli alla libertà di stampa derivano dalla legislazione autoritaria introdotta dai “garanti della laicità”, gli arresti di cui parla Caputo non riguardano le attività giornalistiche degli imputati ma il loro coinvolgimento nell’organizzazione eversiva Ergenekon (lungi da me dal sostenere che in Turchia la stampa è perfettamente libera: non lo è e c’è ancora moltissima strada da fare in quella direzione, ma negli ultimi 10 anni la situazione è sensibilmente migliorata).
Questo non gli impedisce di presentare la sua Turchia, economicamente prospera e sempre più islamizzata, come un modello per la primavera araba.
Sempre più ‘islamizzata’? Ma cosa vuol dire, in concreto? In sinceramente non l’ho mai capito.
Ma è sensato continuare a negoziare con un uomo simile un ingresso a pieno titolo nella Ue?
Ma è sensato continuare a far parlare di Turchia sulla stampa italiana esperti autoproclamati che giudicano la Turchia sulla base di pregiudizi, sulla base di informazioni approssimative se non fasulle, sulla base di esigenze politiche altrui (non quelle dell’Italia, intendo)?