Lo chiamavano Jeeg Robot

Creato il 25 febbraio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2015
  • Durata: 112'
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: Fantascienza
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Gabriele Mainetti
  • Data di uscita: 25-February-2016

Lo chiamavano Jeeg Robot è un film del 2015, diretto da Gabriele Mainetti, scritto da Nicola Guaglianone e interpretato da Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli.

Sinossi: Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio

Recensione: Cattiveria e poca ironia contraddistinguono questa vicenda che non ha molto a che vedere con i supereroi. Una storia nera che sembra uscita dalle istanze di degrado di questa nostra odierna realtà cittadina, in particolare quella delle periferie romane. Uno scenario visto e noto, che in sé non rivela particolari novità salvo che nel titolo. Il supereroe però non si rivela molto “protagonista”, lasciando i cattivi a farla da padroni.  Il tema quindi, particolarmente accattivante, non sembra essere totalmente affrontato, mentre la vicenda e la sceneggiatura percorrono sentieri diversi anche se chiaramente non casuali e talvolta colti. Il linguaggio filmico d’indiscussa qualità finisce, però, col dare la sensazione di disagio: come un dipinto in stile classico e oleografico che racconta in maniera asincrona la violenza della modernità. D’altra parte la figura del cattivo stile Arancia Meccanica non si può non considerare.

Omicidi a ripetizione, gratuiti e spesso senza senso contraddistinguono la pellicola, basata come dicevamo, più che sul povero supereroe, ancora addormentato e poco cosciente del suo stato e delle sue capacità, sul supercattivo di casa nostra, con tutti i disagi che la sua figura si porta dietro. Fabio Cannizzaro si fa chiamare Lo Zingaro (Luca Marinelli) e non ha etica o morale e le sue uccisioni non hanno l’afflato autoironico di Tarantino. Uno psicotico di Tor Bella Monica che rivela aspetti del tipico mostro di periferia. Su di lui si basa la massima parte del film. Enzo Ceccoti (Jeeg Robot, ma nel suo ruolo solo alla fine del film), interpretato da Claudio Santamaria, è quasi imbambolato di fronte a una realtà che, come accade a molti, non sa come combattere. Discorso a parte per l’interprete femminile, Ilenia Pastorelli che ne esce con grande dignità in un ruolo che è poetico e naive nel quale si trova perfettamente a suo agio. Si tratta di una new entry che ha già lo spessore notevole di alcune attrici del genere degli anni ’80. È lei che fa la differenza e che in qualche modo redime la storia. Peraltro si nota l’impegno dello sceneggiatore, del regista e degli attori, per creare una pellicola di qualità, dove anche i minimi aspetti e le varie connessioni sono incredibilmente curati e coerenti. Il risultato poteva essere migliore.

Alessandra Cesselon

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