Lo dico subito, così ci togliamo il pensiero: Lo Hobbit è un bel film, che diverte e intrattiene. Mi è piaciuto, e non poco.
Dico anche questo: ho letto il romanzo quando avevo 12 anni, quindi non riesco nemmeno a fare un paragone con l’opera di Tolkien. Perciò non la farò, e mi limiterò a parlare solo del film.
A questo Hobbit ci si può approcciare in due modi: pensando alla trilogia (cinematografica) del Signore degli Anelli, oppure liberando la mente. Se pensate di andare al cinema e assistere a una storia “potente”, epica e pregna di patos (alla Signore degli Anelli, per l’appunto) state certi che rimarrete delusi.
Questo perché Lo Hobbit è un fiabone con la “F” maiuscola, dove l’incanto, la magia e la fiaba sono i veri padroni. Nani che pensano solo ad accumulare ricchezze, draghi sputafuoco potentissimi, stregoni stravaganti (Radagast sembra un fattone jamaicano), Bilbo Baggins e il suo “candore”, una compagnia di personaggi variegati testimoniano che Lo Hobbit non è niente di più di un racconto (in questo caso, un film) fantastico che ha come unico scopo quello di divertire e intrattenere.
E come detto (e ribadito) la pellicola di Jackson lo fa alla grande.
L’arrivo e la presentazione dei nani a casa Baggins è da schiantare dal ridere,
Il problema forse sta proprio nell’aver voluto esagerare, perché sia durante la visione che alla fine, la sensazione è stata quella di aver visto un brodo moooolto allungato, con sequenze lunghissime, che non sono noiose (anzi!), ma che, per quanto belle e ben rese, sembrano (e sono) oggettivamente infinite.
Su tutte, quella con i tre troll.
La giustificazione (parziale) dell’aver voluto inserire tutto ciò che è presente nelle appendici basa le fondamenta su quanti (me compreso) sentivano puzza di commercialata.
E Lo Hobbit (in tre parti), commercialata lo è al 120%, dato che, a visione avvenuta, si ha la prova provata di aver assistito a un’operazione studiata a tavolino per far felici i fan dell’opera tolkeniana - che adesso potranno masturbarsi (mentalmente, ma anche fisicamente) su “Sauron Begins” e su tutti i rimandi possibili e immaginabili alla trilogia (cartacea e filmica) -, ma soprattutto le tasche e il portafoglio di Jackson e soci, che guadagneranno una barca di soldi semplicemente “allungando il brodo”.
La parte più figa del film!
Per carità, se le commercialate fossero tutte così non avremmo di che lamentarci.
Ma a questo punto avrei preferito vedere una serie tv in 10 puntate, e non tre film per un libro di 150 pagine scarse con la scusa “Che no, dobbiamo metterci anche tutto ciò che c’è scritto nelle appendici e mostrare anche quando i nani vanno al cesso durante la battaglia. Ma non lo faccia per soldi, no! Noi pensiamo ai fan! Non sia mai che qualcuno ne rimanga deluso”.
Al di là della piccola polemica (che scatenerà le ire dei puristi tolkeniani), Lo Hobbit è davvero un bel vedere. Il 3D è favoloso (io l'ho visto in 46fps - chè abito a Napoli, ci hanno rubato 2 fps), ed è assolutamente "naturale". Se avete visto Hugo Cabret e siete rimasti impressionati da quel 3D, questo vi stupirà ancora di più.
Forse, l'unica nota stonata (nemmeno a farlo apposta) proviene dalla colonna sonora. E qui sì, un paragone con la trilogia dell'Anello la si può fare. Quella colonna sonora era sublime. Qui sembra che si sia voluto andare al risparmio, perchè ad eccezione del tema dei nani...Beh, si è riproposta paro paro la vecchia colonna sonora, "mascherata" da qualche arrangiamento.
Un vero peccato, da questo punto di vista.