Quello che è successo in Sardegna negli ultimi giorni, quello che è successo a Olbia oltre ad essere stato causato da eventi naturali oltremodo straordinari ha anche come causa il dissesto idrogeologico presente in gran parte del territorio italiano e l’abusivismo edilizio anch’esso presente un po in tutt’Italia.
Lo sballo del mattone portato avanti per decenni ha fatto si che molta gente costruisse dove non era opportuno costruire: vicino a fiumi, sui pendii di monti e colline, sul letto di fiumi e torrenti, troppo vicino al mare, sotto il livello del mare etc.
Costruzioni poi rese “regolari” grazie ai “ricorrenti” condoni statali che ci sono stati per decenni: quindi oltre allo sballo del mattone anche lo sballo del condono.
Queste fatte possono essere ritenute al momento critiche sterili e inopportune ma conoscendo il popolo italico dello sballo del mattone ci si rende conto che una volta rispettato il dramma e la tragedia delle popolazioni sarde colpite dall’alluvione poi bisogna armarsi di raziocinio e vedere le cose sotto molteplici punti di vista.
E uno dei punti di vista che va sicuramente considerato è quello suddetto, ossia cosa si è fatto per arrivare a ciò? cosa no si è fatto? perchè non si è rispettata la natura e l’ambiente portando avanti invece una cementificazione selvaggia?
Queste e altre domande richiedono risposte adeguate e soluzioni, richiedono interventi mirati…
Allora forse in Sardegna e non solo lì bisogna dire basta allo sballo del mattone e allo sballo del condono e cominciare a ragionare in maniera diversa: più rispetto per l’ambiente, per la natura, per gli ecosistemi!