Dopo il primo post pubblicato sull’Ape la scorsa settimana e l’articolo apparso subito dopo sulla stampa mi sarei aspettato una reazione. Non c’è stata. Il silenzio regna sovrano e pare soltanto di udire da lontano il suono aspro di uno scacciapensieri, anche se credevamo non appartenesse alla nostra tradizione. Silenzio dagli amministratori, silenzio dagli oppositori, silenzio dalle associazioni, silenzio. Ma perché questo silenzio?
Eppure la questione appare seria. I dati che abbiamo parlano di una centrale nata non a servizio di un’azienda agricola ma di un’azienda agricola nata a servizio di una centrale. Parlano di liquami sparsi nell’ambiente in attesa dell’entrata in funzionamento degli impianti. Parlano di cariche batteriologiche allarmanti a ridosso di centri abitati e in prossimità di coltivazioni destinate al consumo umano. E se anche la sinistra che governa la regione, che dovrebbe essere (almeno noi che l’abbiamo votata lo vorremmo) più attenta a questi problemi, avalla tutto questo e, anzi, lo incentiva, rimangono forti perplessità sulla reale ecologicità di questo modo di produrre energia. Abbiamo gli strumenti per capire da soli quali siano i rischi corriamo e quindi siamo in grado di opporci. Perché chi ci rappresenta suona lo scacciapensieri?
Luca Craia