La Casa del Fauno agli Scavi di Pompei
Ieri, domenica 3 Maggio, approfittando di essere a poche centinaia di metri dagli Scavi di Pompei, mi è venuta la voglia di di visitarli ancora, specialmente per ammirare di nuovo la Villa dei Misteri finalmente restaurata, dopo essere stato presente alla cerimonia di riapertura alla presenza del ministro Dario Franceschini, scortato da una ventina di agenti appartenenti ai vari corpi di polizia. Già allora fu caos, con giornalisti di ogni nazionalità giunti sul posto per essere testimoni dell’evento, e caos era destinato ad essere ieri, prima domenica del mese, con ingresso gratuito per tutti all’area archeologica. Come è stato già detto, questa prima domenica di Maggio ha portato oltre 35mila persone nell’antica Pompei, la quale ha battuto il Colosseo, tuttavia, a mio avviso, le autorità preposte a sorvegliare e tutelare l’area archeologica hanno dimostrato di essere alquanto fallacemente organizzate. Quasi un anno fa, inoltre, avevo pubblicato alcune foto, poche, dell’inciviltà dei turisti che buttavano spazzatura in ogni angolo di Pompeii.
I muri del cortile di Villa dei Misteri, infatti, sono stati scambiati per panchine dove le madri facevano consumare, tra lacrime e piagnistei, il pranzo a sacco ai propri bambini, mentre le rovine del Tempio Dorico, situato nel Foro Triangolare e in prossimità dei teatri, erano una grande piattaforma dove i piccoli saltavano e si inseguivano, inseguiti a loro volta dai genitori, che a un certo punti, stanchi e appesantiti da grossi panini, bibite e il bicchiere di vino, rinunciavano a tenerli fermi. Sempre il Foro Triangolare si è dimostrato un ottimo spazio dove giocare a un gioco misto tra calcio e baseball, usando piccole palle di carta e alluminio e rami secchi, ma sorte peggiore è toccata ai resti di un’insula in Via dell’Abbondanza, poiché una madre ha pensato bene di utilizzarne un muro alla stregua di un vespasiano, facendoci fare la pipì sopra, avendo la premura di coprire il figlio con il proprio corpo in modo che egli non provasse vergogna a essere visto. Gli stessi maltrattamenti li hanno subiti un po’ tutti i luoghi dell’area archeologica, dato che ogni angolo si trovava gente intenta a mettere le mani dappertutto, salire dappertutto, sedersi dappertutto, farsi fotografie con o senza flash dappertutto, e se cercavi di richiamare qualcuno non raramente ti prendevi qualche parolaccia, per poi girarti e constatare che c’erano molti altri a comportarsi in maniera indecorosa, irrispettosa, incivile. L’invasione di barbari che nell’Età Antica aveva evitato grazie all’eruzione del Vesuvio che l’ha seppellita nel 79 d.C., Pompei la sta subendo quasi 2000 anni dopo. Voglio ricordare che all’interno degli Scavi di Pompei esistono due aree di sosta dove si può fare un picnic, uno nei pressi dell’entrata di Piazza Anfiteatro, l’altro nei pressi di Porta Nola, uno spazio largo con tavoli e panchine di legno, oltre a un bar – ristorante e vari locali con servizi igienici, per la maggior parte funzionanti, eccetto qualcuno vandalizzato. Basta aprire una mappa, distribuita gratuitamente, e individuare tutto.
Un flusso così grande di turisti è difficilmente gestibile e controllabile, i sorveglianti sono troppo pochi e dovrebbero svolgere troppo lavorare, correre avanti e indietro, sorveglianti che, però, io ieri non ho visto, probabilmente confusi nella grande folla. Qualunque sia il motivo, tuttavia, un dato di fatto c’è e consiste nell’impossibilità o incapacità di gestire un così consistente numero di visitatori, il che pregiudica la buona conservazione del sito: ve lo immaginate un bambino che strofina le mani sporche del sugo della pizza sugli appena restaurati affreschi di Villa dei Misteri? O su qualunque altro affresco, muro, statua, marmo, colonna. Considero un ingresso gratuito al mese in tutti i siti statali un’importante conquista che avvicina la gente all’Arte e alla Bellezza, ma quella di ieri a Pompei non era tale, bensì una semplice passeggiata, una scampagnata dove vedere vecchie pietre abbandonandosi ai gesti più bassi ed ignoranti. Questa non è cultura.