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Lo sciopero degli spazzini inonda Madrid di spazzatura. Frankfurter Allgemeine attacca il sindaco

Da Rottasudovest
Lo sciopero degli spazzini e dei giardinieri madrileni ha superato la settimana e non si vedono ancora soluzioni all'orizzonte. La città huele a basura, odora di spazzatura, denunciano i media, mentre i principali siti web, da elpais.com a elmundo.es, propongono lunghe gallerie fotografiche realizzate con la collaborazione dei lettori, per testimoniare l'accumulo della spazzatura intorno ai cassonetti della capitale. Tutto è iniziato quando il sindaco Ana Botella de Aznar, alle prese con un debito da 7,3 miliardi di euro, lasciatole dal predecessore, e attuale ministro della Giustizia, Alberto Ruiz Gallardón, ha deciso di cedere all'esterno il servizio di pulizia delle strade e di manutenzione dell'arredo pubblico e dei giardini. Il concorso è stato vinto da tre imprese,  FCC, OHL e Sacyr (tutte legate ai più grandi gruppi spagnoli di costruzioni), che, per poter contenere i costi nei limiti della loro proposta al Comune, intendono licenziare 1135 lavoratori e tagliare del 40% gli stipendi dei restanti 6000 spazzini.  I sindacati del settore hanno respinto la proposta al mittente e hanno proclamato uno sciopero a tempo indeterminato, garantendo un servizio minimo, per salvaguardare la salute dei madrileni (ma non il decoro delle strade). Sono bastati pochi giorni perché le strade della capitale fossero inondate di sacchetti di plastica, lattine vuote e cartacce. In certi quartieri l'immagine di Madrid ricorda quella di Napoli di qualche tempo fa, quando la spazzatura arrivò a bloccare il passaggio dei pedoni e molti napoletani giravano con le mascherine, per resistere agli odori nauseanti. A Madrid sta succedendo più o meno la stessa cosa, perché, secondo i dati dell'UGT, il principale sindacato del settore, gli aderenti allo sciopero sono circa il 97% dei lavoratori.
Per una città, per la sua immagine e per la salute dei suoi abitanti, non c'è probabilmente sciopero peggiore di quello degli operatori della pulizia delle strade. Ma i madrileni sembrano sopportare con comprensione lo sciopero, anche se sono molto infastiditi dall'immondizia che sporca le loro strade e dall'immagine che si sta dando ai turisti stranieri, sorpresi da tanta sporcizia. Nelle interviste realizzate da EFE ai passanti, la maggior parte dei madrileni ritiene che "qualunque cosa si faccia per proteggere il proprio posto di lavoro è comprensibile" e afferma che bisogna capire "chi già guadagna poco e in più gli vogliono tagliare lo stipendio per il doppio del lavoro". "Il Comune ha fatto un contratto spazzatura, ed ecco la spazzatura!" ha detto una commerciante della Puerta del Sol a EFE. Uomini, donne, giovani e anziani, sembrano essere tutti più o meno comprensivi con i lavoratori in sciopero, anche se chiedono soluzioni per tornare a rivedere al più presto le loro strade pulite.
Soluzioni che al momento sembrano non esserci, dato che i sindacati e le imprese appaltatrici non hanno raggiunto alcun accordo e hanno posizioni ancora molto distanti (le imprese hanno proposto di passare al licenziamento di 625 lavoratori, invece di 1135, in cambio di un mese di sospensione di lavoro e stipendio per gli altri e il 12% dei risparmi dei costi attraverso pensioni anticipate, modificazione dei turni, ecc; "una provocazione irricevibile" hanno risposto i sindacati).
Lo sciopero prolungato e l'immagine sporca di Madrid hanno provocato un durissimo articolo del Frankfurter Allgemeine contro il sindaco Ana Botella, che, assegnando il servizio all'esterno "voleva salvare qualche milione" e adesso si trova con uno sciopero infinito, con mezzo milione di danni e con l'immagine internazionale di Madrid ridotta ai minimi termini. "La capitale della Spagna non ha neanche i soldi per niente, neanche per pulire le strade" commenta il quotidiano conservatore tedesco, durissimo anche nell'analizzare la decadenza che la capitale spagnola sta vivendo. Non che gli spagnoli avessero bisogno che arrivassero i tedeschi a raccontare loro il crollo di Madrid a causa della crisi economica.
El Pais scriveva un mese fa: "Nelle ultime settimane (Madrid) ha ricevuto vari colpi. Non solo ha perso i Giochi Olimpici, e per la terza volta, con il voto di una notevole maggioranza del COI, ma è anche diminuito del 22% l'arrivo dei turisti ad agosto, mentre è aumentato in tutta la Spagna. L'aeroporto di Barajas perde voli e si è visto superato da El Prat di Barcellona; il Museo del Prado prevede che nel 2013 il numero dei visitatori diminuirà di un quarto; il Comune ha finalmente ammesso problemi con la raccolta della spazzatura. I grandi gruppi musicali appena passano per Madrid, una città la cui celebre vita notturna si spegne".
Ed è ancora El Pais ad analizzare tutta l'inadeguatezza della classe politica locale: né Ana Botella, moglie di José Maria Aznar, né il presidente della Regione, Ignacio González, sono stati eletti dai cittadini; entrambi hanno ereditato la carica quando i loro predecessori si sono dimessi per dedicarsi ad altro. González è alle prese con due progetti criticatissimi: la privatizzazione della Sanità pubblica, che ha causato decine di manifestazioni della marea blanca, del personale medico e paramedico, e che è stata bloccata dai tribunali, ed Eurovegas, una discussa cittadella del gioco d'azzardo da costruire alla periferia della capitale, con regole e leggi ad hoc, richiesti dal suo milionario investitore statunitense.
Per completare l'immagine, elconfidencial.com pubblica oggi una galleria fotografica degli edifici storici madrileni abbandonati, che, senza restauri e progetti di riutilizzazione finiranno in rovina, cancellando così parte del patrimonio culturale madrileno.
"Gli abitanti non solo soffrono questo sciopero, ma anche l'avere la persona sbagliata alla guida del Comune" commenta serafico il Frankfurter Allgemeine.

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