Perduto il padre (un infarto) in una stazione ferroviaria, bocciato (due volte) all'ammissione alla Scuola Navale, costretto per campare a girare la Creuse in auto (da rappresentante) per vendere camion, Saint-Ex scelse - con (e come) trasporto - di guardare il mondo, anche quello tragico di "Lettera a un ostaggio" e di "Pilota di guerra", dal suo asteroide con gli occhi di un Piccolo Principe che si impegna eticamente in tutto ciò che fa:
"Il mestiere di testimone mi ha sempre fatto orrore. Che cosa sono, se non partecipo? Ho bisogno, per essere, di partecipare".
Per questo quel bambino biondo di 70 anni, caduto dal cielo giusto in tempo, prima che il suo creatore si inabissasse - un bambino, in questo odierno mondo, più extraterreste di quanto lo fosse allora - si fa ancora leggere così tanto e quasi ovunque: ha ancora parecchio da insegnare, ma con quella sua delicatezza di chi non vuole farti la morale.
(Cesare Fiumi, All'età di 70 anni il Piccolo Principe perdona chi l'ha ucciso, da Sette del Corriere della Sera)