Domenica 27 alle 18.30, la Libreria Griot di Roma ospita la presentazione del romanzo La città del piacere (Il Sirente, 2015; trad. dall’arabo di Isadora D’Aimmo), dello scrittore egiziano Ezzat el Kamhawi, che sarà presente in libreria insieme alla prof.ssa Isabella Camera d’Afflitto e alla prof.ssa Naglaa Waly.
La città del piacere, “considerata ad oggi una delle espressioni più particolari della produzione letteraria egiziana” è stato scritto dal suo autore nel 1997, primo di un discreto numero di romanzi e raccolte di racconti brevi. El Kamhawi ha anche vinto, nel 2012, la Medaglia Nagib Mahfouz per la Letteratura per il suo romanzo Bayt al-Dheeb (La casa dei Dheeb/del lupo, visto che “dheeb” vuol dire lupo), pubblicato in arabo in Libano da Dar al-Adab nel 2010, e già tradotto in inglese da AUC Press nel 201
Non è un libro facilissimo da leggere perché la lettura inciampa ogni due-tre pagine, quando l’autore conclude una storia e ne incomincia un’altra, raccontando la città da un altro punto di vista, di cui però non riesce a restituirci un’immagine definita e completa. Quello che soprattutto non mi è stato chiaro è il perché la città sia stata fondata: a che scopo? E perché raccontarcelo?
In molti punti, inoltre, il libro sia fa parecchio esplicito, quando racconta di come e quanto il principe si accoppi con donne e ragazzini, ma come nota la traduttrice nella prefazione (che consiglio di leggere con attenzione e di usare come guida/mappa per la lettura):
“Lo scrittore non giudica, non esprime condanne o giudizi di valore. Si limita a raccontare, e solleva il dubbio che nei luoghi in cui l’amore è negato, una certa misura di follia animi i rapporti e che, in fin dei conti, nessuno sia immune dal perdersi e dall’alienazione”.