In effetti questo articolo non so in quale categoria metterlo perché non parla di un libro, né di un ebook, ma di un testo ancora più virtuale ed evanescente, o meglio ancora, inesistente. Ma cominciamo dal principio.
Come ha fatto John Green, americano, 33 anni, a compiere questo miracolo?
E’ semplice, grazie ai social network. Ovvero grazie al milione e 100mila contatti su Twitter, ai 526mila su YouTube, ai 62mila su Facebook, ai 60mila di Nerdfighters, ai 27mila di YourPants e ai 26mila di Tumb1r. E’ bastato un solo messaggio in cui annunciava a tutti il titolo del libro – The Fault in Our Stars – e poi un altro in cui prometteva che avrebbe firmato ogni copia. Insomma, per decretare il suo trionfo è bastato il passaparola che su internet può raggiungere proporzioni straordinarie.
Nel mio ultimo post ho analizzato una sorta di catena di Sant’Antonio degli scrittori che si realizza grazie alle comunità degli autori in rete. Quando finalmente arriva il tuo turno, arriva la fama. Solo che il turno di John Green è arrivato ancora prima che avesse scritto il libro.
La notorietà in rete lui l’aveva già conquistata con l’esperimento che ha fatto insieme al fratello: per un anno si sono parlati soltanto per video blog. A questo punto gli è bastato usare i suoi contatti per un altro scopo.
Non è niente di nuovo, il fenomeno è ampiamente sfruttato nella editoria reale, dove la
Almeno John Green è uno scrittore inesistente solo per questo libro, ma c’è un altro caso, scoppiato all’ultimo Salone del libro di Torino: lui è Manuele Madalon, autore del libro L’implosione, romanzo che ha ottenuto buone critiche da parte di Sgarbi, De Cataldo, Mauro Corona, Lucia Annunziata, Giorgio Faletti, Federico Moccia, Sergio Rizzo, Serena Dandini, Margaret Mazzantini. Peccato che era tutto finto: sia autore che libro, inesistenti. Così se il testo di John Green è stato venduto senza essere stato scritto, quello di Madalon è stato ampiamente recensito pur non esistendo. Se volete godervi lo spettacolo, cliccate qui!