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Lo scrittore Mauro Corona alla Fiera dei Librai 2015 di Bergamo con “I misteri della montagna”

Creato il 09 maggio 2015 da Alessiamocci

Mauro Corona, classe 1950, vincitore del Premio Bancarella 2011 per “La fine del mondo storto” e del Premio Mario Rigoni Stern 2014, sezione narrativa, per “La voce degli uomini freddi”, ha presentato la sua ultima opera, “I misteri della montagna” (Mondadori, 2015), in occasione della Fiera dei Librai 2015 di Bergamo.

Mercoledì 22 aprile 2015 la folla ha cominciato, un’ora circa prima delle presentazione, prevista per le 21, ad accalcarsi dinanzi le porte del Teatro Donizetti di Bergamo. Centinaia di persona hanno atteso per assistere alla presentazione dell’ultimo libro di Mauro Corona, personaggio ormai ben noto al grande pubblico grazie alle tante ospitate nelle diverse reti televisive italiane.

Una volta giunto sul palco Corona ha ben principiato la serata riempiendo il suo bicchiere e quello della moderatrice Tatiana Bertera di vino. Ha poi salutato il pubblico in sala raccontando un simpatico aneddoto su Macedonio Fernández, amico intimo di Jorge Luis Borges, scrittore molto apprezzato da Corona.

Si può dire che Corona abbia gestito da sé la serata e i tentativi di condurre della giornalista e blogger Tatiana Bertera sono stati alquanto vani. Così come nella vita di tutti i giorni ha dimostrato ancora una volta il suo bisogno di libertà anche nell’esprimersi e la serata è stato un piacevole racconto di storie da parte dell’autore friulano.

Se inoltre fino a qualche tempo fa affermava in televisione di voler smettere di scrivere libri e di voler cambiare vita ed evitare i riflettori, in questa occasione ha tranquillamente dichiarato: “Finché li vendo li scrivo”. Come dargli torto visto l’enorme successo e la fama di amante della natura che si è creato nel tempo?

Riferendosi al suo nuovo libro, “I misteri della montagna”, ha esternato il suo bisogno di regolare i conti con la montagna dell’entusiasmo. Ha perciò ricordato il passato con i fratelli e con i genitori, l’essere stati abbandonati da una madre maltrattata dal marito alcolizzato che non mancava di malmenare anche i figli; da queste vicende sarebbe nato un vero e proprio bisogno della montagna che divenne per loro una protezione e che fu il loro primo giocattolo. Una montagna ricca di sorprese ma anche di disinganni: Corona ricorda la delusione del momento in cui raggiunse per la prima volta la cima del monte in compagnia del nonno. Egli non vide altro che altre cime e la valle di sotto e ciò non era quanto si era aspettato nelle sue fantasticherie di bambino ma al tempo stesso scaturì in lui una voglia ancora maggiore di salire più in alto, di continuare a scalare quelle rocce. Ecco perciò le sensazioni di Corona nel rievocare la montagna, con la sua magia, i canti e le leggende insieme al contrasto con gli usi della modernità, ai danni fatti dalla nota azienda statunitense Apple: “la prima mela a rovinarci è stata quella di Eva, poi quella della Apple.” Singolare poco dopo sentirgli dire che la tecnologia è sacrosanta. Ciò che contesta principalmente Corona è la perdita dell’uso delle mani, il fatto che i giovani d’oggi siano abituati ad utilizzare le nuove tecnologie tralasciando però tutto ciò che può essere fatto con le mani.

Immancabili il ricordo della tragedia del Vajont e le polemiche recentemente mosse allo scrittore ertano da parte di estremisti riguardo il tema della caccia, attività da lui svolta quando era necessaria per il cibo e non certamente per sport.

Corona non ha mancato di sottolineare l’importanza della lettura e di educare i bambini a questa pratica fin da piccoli, cominciando dalla lettura di un pezzo di fiaba ogni sera. Si legge per salvezza personale, dichiara Mauro Corona, a lui stesso farlo ha salvato la vita o se non altro gli ha evitato la galera. Leggere è fondamentale, come respirare, crea una sorta di protezione: si può leggere qualunque cosa, compresi il giornale o Topolino.

Poco prima della conclusione dell’incontro è arrivato sul palco Giorgio Fornoni, giornalista e reporter indipendente, vecchia conoscenza di Corona, il quale scrisse il libro dvd “Mauro Corona, confessioni ultime”. Un piacevole dialogo tra i due tra speranze per il futuro e alla scoperta delle passioni di Corona, la lettura, la scultura e l’arrampicata.

Si è poi finiti per discutere su coloro che si annoiano e che non comprendono cosa significhi il termine ‘libertà’: “libertà è sapere ciò che si vuole” .

Il pubblico ha seguito in modo appassionato ogni parola di Mauro Corona e nonostante alcuni concetti risultassero sentiti e risentiti è innegabile che egli sia un abile cantastorie sempre piacevole da ascoltare e da osservare con il suo usuale modo di vestire alla montanara. Un incontro che ha certamente lasciato un ricordo piacevole anche ai più piccoli in sala.

Written and photo by Rebecca Mais


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