di Andrea Rapino
“Lo scudetto di Grisù non ve lo ridanno più” è uno striscione con il quale i tifosi della Carrarese sbeffeggiavano gli spezzini per sminuire il titolo onorifico ricevuto nel 2002. In realtà la squadra dei Vigili del Fuoco La Spezia allenata da Ottavio Barbieri, tecnico cresciuto nella scuola genoana di William Garbutt, lo scudetto l’aveva vinto davvero. In quel Campionato dell’Alta Italia del 1944 doveva esserci in palio il tricolore, ma, alla fine di un torneo per forza di cose abbastanza irregolare, la Figc assegnò ai “pompieri” della Spezia (da qui lo sfottò dei carraresi legato al cartone animato del draghetto-vigile del fuoco) solo una Coppa federale.
Una decina d’anni fa è arrivato per i liguri uno scudetto quasi vero, che ha subito smosso altri appetiti. Richieste per un’onorificenza simile a quella spezzina per i successi ottenuti in campionati bellici sono state registrate a Conversano e Castellammare di Stabia, che tra le due città ha senza dubbio la storia calcistica più sostanziosa.
Quel comitato si riproponeva di coinvolgere gli sportivi stabiesi più in vista a livello nazionale: l’attaccante juventino Fabio Quagliarella, il portiere del Parma Antonio Mirante, l’ex estremo difensore del Napoli Gennaro Iezzo; si fece pure il nome dell’attore Sebastiano Somma. I sogni di gloria a tavolino dei gialloblé sono tornati sulle cronache sportive soprattutto alla vigilia dei recenti incontri tra Juve Stabia e Spezia, ma sono rimasti sulla carta al pari di quelli del meno noto Conversano, comune di 25mila abitanti a sud del capoluogo Bari, che sportivamente ha brillato soprattutto nella pallamano, dove di scudetti veri ne ha vinti più d’uno.
Nel football di recente Conversano ha disputato al massimo un paio di stagioni in Eccellenza, ma nel 1944 s’aggiudicò il torneo che in Puglia venne battezzato Campionato dell’Italia Libera. Tra le otto squadre che approdarono alle fase finale l’unico nome che spicca è quello del Lecce. Se sul versante tirrenico a spingere la Juve Stabia fu Menti, da quest’altro lato la stella era il portiere tarantino Leonardo Costagliola, già in forza al Bari e in seguito alla Fiorentina, nonché tre volte in nazionale tra cui in un Italia-Cecoslovacchia del 1953 che segnò il debutto degli azzurri sul piccolo schermo. Ma le richieste della giunta comunale conversanese alla Figc sono sempre cadute nel vuoto.
Forse, al di fuori dei campionati ufficiali, l’unico “scudetto di Grisù” che si avvicina a quelli veri potrebbe rivendicarlo l’Udinese: i friulani nel 1896 vinsero la prima competizione calcistica a respiro nazionale disputata nella Penisola, organizzata però sotto l’egida della Federazione Ginnastica Nazionale Italiana e senza applicare completamente le regole riconosciute allora dall’International Football Association Board.