Si stagliano in tutta la loro grandezza, in sintonia con un’accurata analisi delle fonti, le figure storiche di Leonida e Temistocle, di Alcibiade e Serse, ma accanto a loro si muovono, conquistando l’affetto dei lettori, anche le vicende di personaggi come Kritolaos, Karas e, soprattutto, Talos, il vero protagonista del libro, marchiato da un destino avverso e malevolo, figlio di due popoli e dilaniato da un profondo travaglio interiore, un eroe atipico che, pur partendo da una condizione svantaggiata, sia fisica che sociale, riesce infine a trovare la propria strada e a farsi rispettare dando prova di coraggio, ma soprattutto di umanità. Manfredi ci catapulta dunque nella vita quotidiana di Sparta per assaporare il “famigerato” brodo nero e per permearci dei valori su cui si fondava: onore, fratellanza, rispetto, ferocia, sacrificio, indissolubilità dei vincoli familiari ma, soprattutto, ci permette di conoscere le sue rigide leggi, che poco concedevano al “buonismo”, l’esatto opposto della democratica e “civile” Atene. In definitiva un libro al pari dei suoi lavori migliori, forse un po’ divulgativo e didattico, ma comunque godibile e fruibile anche dai non appassionati di storia. Se qualche appunto si può fare è forse nell’andamento a tratti un po’ troppo lineare della storia del protagonista, oltre l’inizio del romanzo che parte lento. Lascia invece decisamente un po’ perplessi il finale, che spesso è il punto critico nei romanzi di Manfredi, non propriamente soddisfacente e leggermente tirato via.
Postato il marzo 2, 2012 | LETTERATURA | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno
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