Lo sguardo di Satana-Carrie
Creato il 20 gennaio 2014 da Veripaccheri
Lo sguardo di Satana-Carrie
di Kimberly Peirce
con Chloë Grace Moretz, Julianne Moore
Usa 2013
genere, horror
durata, 100'
Quando, nel 1976 Brian De Palma decide di girare il suo primo film
horror l'America si trova alle prese con una serie di rivolgimenti che
stanno mettendo in crisi il suo innato ottimismo. Uscita con le osse
rotte dall'inferno del Vietnam, ed alle prese con la conseguenze dello
scandalo Watergate che ha istillato più di un dubbio sulla
perfettibilità del modello presidenziale e democratico, gli Stati Uniti
sono attraversati da una vento di ribellione contro ogni forma di ordine
precostituito: una rivoluzione che interessa lo Stato ma soprattutto,
per le ricadute emotive, l'istituzione familiare che messe in soffita le
virtù edeniche e taumaturgiche appare sempre di più come il luogo da
cui nasce e si diffonde il peccato originale. Consapevole o meno,
"Carrie-Lo sguardo di Satana" sembra farsi carico sul piano simbolico di
queste istanze, trasfigurando la perdita dell'innocenza della nazione
nella parabola esistenziale della giovane protagonista, costretta ad una
vita di privazioni ed isolamento da una madre bigotta e soppressiva, e
sconvolta dai segnidi una pubertàaccompagnata dalla manifestazione di un
potere (la telecinesi) straordinario ed insieme terribile.
Del film
originale il remake diretto da Kimberly Peirce, pur con i dovuti
aggiornamenti riprende praticamente tutto. A fare la differenza in
questa come in analoghe operazioni è la mancanza del contesto sociale e
culturale da cui nasceva il modello originale, e quindi delle
suggestioni e dell'immaginario che allora erano stati capaci di
lavorare in sinergia con la componente filmica.
Orfano di quella spinta il “nuovo” Carrie diventa banale
nell'organizzare i presupposti del suo climax spettacolare, soprattutto
quando i tratta di delineare le psicologie femminili e la loro morbosa
esistenza. Così se il personaggio della madre interpretato da una
Julianne Moore oltremodo rigida nelle espressioni facciali rientra in
una caratterizzazione routinaria della follia, a mancarci di più è
proprio la figura di Carrie, il cui rapporto con la sessualità propria
ed altrui, così come l'alienazione di cui è vittima, sono interpretati
da Chloë Grace Moretz con una fissità talmente monocorde e caricaturale
da non lasciare spazio ad alcuna immaginazione. Una sorpresa al negativo
a cui certamente contribuiscono le aspettative nei confronti di
un'autrice che si era distinta per l'attenzione ad una femminilità fuori
dagli schemi (Boys Don't Cry) e quì invece totalmente omologata agli
standard di un qualunque teen movie. Se a questo aggiungiamo la mancanza
di pathos della sezione relativa alla presa di contatto con il
sovrannaturale da parte della protagonista a cui il film arriva senza
alcuna progressione, "Lo sguardo di Satana-Carrie" sta tutto nella parte
finale, quella dedicata alla catarsi di una vicenda che nel frattempo
non riesce ad accumulare alcuna tensione. Onestamente troppo poco .
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