Lo smartphone che non si fa gli affari suoi

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

Nei giorni scorsi Alasdair Allan e Pete Warden, due ricercatori che si occupano di sicurezza e privacy, hanno scoperto che iPhone e iPad registrano e salvano in un file tutte le coordinate geografiche in cui si spostano.

L’iPhone salva ogni dettaglio della localizzazione in un file segreto sul dispositivo, che viene poi copiato sul computer del proprietario in occasione della sincronizzazione. Il file contiene la latitudine e la longitudine che il telefono cellulare ha registrato, con le coordinate prese attraverso un timestamp, il che significa che se qualcuno ruba il telefono cellulare o il computer potrebbe scoprire i dettagli sui movimenti del proprietario utilizzando un semplice programma (Giornalettissimo).

Il file esiste, non c’è dubbio, e si tratta di una violazione della privacy non da poco.
Qualcuno ha ipotizzato che possa essere generato da un bug, ma è una congettura poco credibile: casomai il bug potrebbe essere quello di non averlo cifrato e di averlo lasciato potenzialmente alla mercé di chiunque.

La notizia ha scatenato un tale polverone che ora senatori e membri del congresso americani vogliono vederci chiaro.
E Steve Jobs?
Lui, come al solito, nega: “Noi non tracciamo nessuno, le informazioni che circolano sono false”.

Io gli credo, anche perché è venuto a dirmelo a Cocomaro di Focomorto, quando mi ero persa


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