Lo Smemoratello di Montalcini

Creato il 03 gennaio 2013 da Federico85 @fgwth

Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina nel 1986 scomparsa lo scorso 30 dicembre 2012 (befan.it)

Tra le piacevoli novità enologiche di fine 2012 segnaliamo l’ottimo “Smemoratello di Montalcini”. Vino eclettico, dai toni soprendenti e spesso sconvolgenti ha una clamorosa caratteristica: nel giro di pochissimi anni cambia totalmente di colore e di gusto. Lo Smemoratello è ottenuto da due vitigni: un azzurro diffuso in tutto il paese ma di fatto autentico solo ad Arcore, in Brianza (il Pdl) e un verde tipicamente settentrionale ma con qualche riuscito innesto in terra sicula (il Lega Nord). Talvolta viene furbescamente tagliato con un vitigno nero ciociaro, lo Storace, e col vitigno più incontrollabile che ci sia, il ligure Beppe Grillo, vite che mal sopporta l’accostamento ai vitigni tradizionali.

A detta dei più grandi esperti la migliore annata fu quella del 2006, la seconda – totalmente differente – è quella del 2012. Vediamo alcuni dei commenti fatti da diversi famosi produttori:

Silvio Berlusconi, il più grande produttore di Smemoratello italiano, il 19 maggio 2006 definì come «immorale» il fatto che i senatori a vita come Andreotti, Ciampi, Scalfaro e la stessa Levi Montalcini votassero la fiducia al neo eletto governo Prodi, che proprio al Senato aveva enormi difficoltà a trovare i numeri per la maggioranza. Dopo la morte di Rita Levi Montalcini, in una nota l’ex premier ha così commentato: «Mi unisco a tutti gli italiani che in questo momento rendono il doveroso omaggio a Rita Levi Montalcini. Una scienziata di grande valore, una donna che ha onorato l’Italia».

Renato Schifani, allora capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, disse nel 2006:

Come dimostrano le dichiarazioni odierne di Ciampi e della Levi Montalcini, l’Unione fa scendere in campo i senatori a vita per tentare di spuntarla in tutti i modi, anche nel referendum. Questo dimostra tutto lo stato di profonda difficoltà in cui versa il governo Prodi, obbligato a ricorrere a tutto pur di scongiurare l’inevitabile disfatta. Attendiamo adesso che la maggioranza getti ancora di più nella mischia i senatori a vita nel dibattito politico, così tra poco ce li vedremo anche in trasmissioni radio televisive a fare opinione per la sinistra, senza aver ricevuto alcun mandato dai cittadini

Per unirsi al cordoglio nazionale di pochi giorni fa, da Presidente del Senato ha invece commentato:

Nella sua lunga esistenza, dedicata sino alla fine, con straordinaria lucidità e immutata passione agli studi scientifici, ha illustrato il nostro Paese come pochi altri nel secolo passato

La Lega Nord, uno dei due vitigni che mescolati danno lo Smemoratello, fu all’epoca del secondo governo Prodi la più accanita accusatrice dei senatori a vita che votavano a favore dell’esecutivo di centrosinistra:

Roberto Calderoli commentò con un illuminante parere epistemologico il no di alcuni senatori a vita alla riforma costituzionale nel giugno 2006:

Dopo Scalfaro e Ciampi, ora anche Rita Levi Montalcini dice No al referendum sulla riforma della Costituzione. Due senatori e una senatrice a vita, che insieme fanno quasi tre secoli: ecco il nuovo che avanza. Se nel mondo, in passato, i riformatori fossero stati della stessa pasta di quelli di casa nostra molto probabilmente la scienza sosterrebbe ancora che la terra è piatta, cosa che qualcuno forse potrebbe ancora pensare

Per poi rincarare la dose nell’agosto 2007, questa volta avendo come unico obiettivo la stessa Montalcini:

Quando ieri ho visto la Montalcini votare, ho detto ‘allora è viva’. L’hanno tolta dal microonde e l’hanno scongelata. Prodi, tutti i giorni, sta in piedi con il microonde

Il giorno della morte della scienziata Roberto Cota, esponente leghista e Presidente della Regione Piemonte, ha manifestato il suo cordoglio istituzionale unendolo all’orgoglio piemontese:

Per noi è un vero onore che sia nata a Torino e che da qui abbia poi fatto tanta strada, dedicando la sua vita alla scienza, raggiungendo altissimi meriti in campo scientifico, fino al Premio Nobel per la medicina nel 1986

Per concludere, i vitigni da taglio dello Smemoratello: Francesco Storace, leader de La Destra e prossimo candidato alla presidenza della Regione Lazio, fu nel periodo 2006/2007 uno dei più infiammati fustigatori del voto dei senatori a vita, arrivando ad offrire (lui dice simbolicamente) le stampelle agli anziani senatori della Repubblica. Oggi, con un piccolo capolavoro logico e retorico, l’ex Ministro della Sanità cerca di rispedire le accuse al mittente con una capriola degna di un artista circense:

Cominciata la corsa elettorale, Repubblica e compagnia varia aprono le danze con lo sciacallaggio peggiore usando letteralmente la scomparsa di Rita Levi Montalcini. Una polemica politica chiusa davanti al capo dello Stato è il pretesto per evitare di parlare del grande sforzo che fu sostenuto dalla mia amministrazione per la fondazione Ebri. Il protocollo per la cittadella delle neuroscienze, i finanziamenti per la ricerca assieme alla straordinaria opportunità di aver conosciuto una ricercatrice che è stata apprezzata in tutto il pianeta non saranno offuscati nel mio ricordo da una campagna miserabile

Beppe Grillo, il vitigno più pazzo del territorio italiano (praticamente impossibile da addomesticare) definì «vecchia bagascia» la Montalcini nel 2001 a proposito del fatto che (secondo Grillo) avesse ottenuto il Nobel grazie al sostegno soprattutto economico di una farmaceutica – la Fidia – di cui la scienziata era stata testimonial. Un’azienda tristemente famosa per il suo Cronassial, uno dei più grandi scandali dell’industria farmacologica, un farmaco spacciato come miracoloso che invece si rivelò pericolosamente neurotossico. Rita Levi Montalcini non lavorò mai alla produzione del farmaco, né alle ricerche o sperimentazioni su di esso. Ciononostante Beppe Grillo si sentì in diritto di rivolgerle quella dolce carezza retorica, come ribadito successivamente:

Sì è vero… le ho dato della vecchia bagascia ma a Genova è un modo per definire una persona molto astuta, come lei che a novant’anni, invece di sostenermi nella mia battaglia per una ricerca di qualità, mi ha querelato. Ma non perché l’ho definita affettuosamente così – scherzò il comico – mi ha querelato perché l’ho chiamata vecchia.

La produzione di Smemoratello di Montalcini è, si spera, terminata. Certamente i maggiori viticoltori della politica italiana non mancheranno nei prossimi tempi di offrirci nuovi, esaltanti prodotti da degustare. Si spera che il retrogusto amaro dell’opportunismo elettorale e l’acidità causata da un eccessivo livello di ipocrisia siano tenuti un po’ più a freno. Prosit e buona terza Repubblica a tutti.



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