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Lo spagnolo ABC: Monti, Alfano, Marina, i tre eredi della destra italiana post-Berlusconi

Da Rottasudovest
Con la fine politica di Silvio Berlusconi, tre sono i possibili eredi destinati a contendersi il suo elettorato: Mario Monti, Marina Berlusconi e Angelino Alfano. Lo sostiene il quotidiano spagnolo ABC, di tendenza monarchico-conservatrice. Come buona parte delle testate spagnole, anche ABC ha prestato grande attenzione alle ultime vicende politiche italiane, preoccupato non tanto per il destino del nostro Paese, quanto per le conseguenze delle inquietudini romane sullo spread della Spagna.  Dei tre contendenti, Mario Monti è il leader politico più apprezzato dall'Unione Europea, ma è anche quello che ha meno appeal sull'elettorato e, rivela ABC, è molto più probabile un suo futuro come Presidente della Commissione Europea, nel caso in cui i conservatori tornino a vincere le elezioni europee. E, sia quale sia il futuro di Monti, Scelta Civica non è destinata a sopravvivere, visti i movimenti in corso nella destra italiana. Chi voteranno, allora, gli elettori del partito di Monti? si chiede l'ABC. "E' molto probabile che cerchino rifugio nella formazione che potrebbe essere guidata da Angelino Alfano, e il cui germe è il gruppo di deputati del PdL che ha abbandonato Berlusconi nel voto di fiducia al Governo di Letta. E' un gruppo che potrebbe formare già un gruppo parlamentare proprio".  Sergio Principe, il professore di Relazioni Internazionali dell'Università Complutense di Madrid, consultato da ABC, spiega: "Alfano, l'uomo creato da Berlusconi, sembra avere una propria strategia. Approfittare di questa crisi politica per 'deberlusconizzare' la destra italiana e proporsi come alternativa. In qualunque caso, il dibattito è servito e la chiave è 'uccidere il padre'". Se gli elettori moderati guardano ad Alfano, cosa faranno i più fedeli a Berlusconi? Per Principe il loro estremo rifugio sarà Forza Italia. E ABC riporta che la persona su cui si insiste di più per guidare il nuovo partito berlusconiano è Marina Berlusconi, "che ha duramente attaccato la fazione di Alfano". La primogenita "sarebbe la miglior garanzia per far sì che Berlusconi continui a condizionare la vita politica, nel caso in cui fosse espulso dal Senato e fosse obbligato a compiere un anno di arresti domiciliari o servizi sociali per la sua condanna nel caso Mediaset". Marina ha smentito più volte la sua discesa in campo, ma non è detto, sostiene ABC, "che non voglia ottenere la sua particolare 'vendetta'", anche se ammette che in Italia l'analisi sulle intenzioni di Marina è contraddittoria e c'è anche chi sostiene che "scelta da suo padre per governare Mediaset (in realtà Marina è presidente di Mondadori), non è così chiaro che voglia poi sporcarsi nell'arena politica". Però, conclude il quotidiano, è anche vero che "il futuro di Forza Italia potrebbe dipendere dal poter contare su un leader carismatico come Berlusconi. E chi meglio di sua figlia?" I movimenti in corso nella destra italiana non lasciano il Governo di Enrico Letta in territori sicuri, sostiene ABC. Da una parte c'è Alfano, che, "rimanendo al governo e negoziando con Letta, riesce a stare davanti alle telecamere e ad avere una visibilità pubblica per costruirsi un'immagine". E' una volta che ha costruito quest'immagine, "il migliore, anche se traditore, discepolo di Berlusconi, potrebbe ritirare la fiducia a Letta e vendersi come il nuovo leader di cui ha bisogno l'Italia" sottolinea Principe. Ma il cammino di Alfano non sarà così semplice, perché non solo per qualche tempo sarà ricordato come il traditore di Berlusconi, ma anche perché "c'è chi pensa che sia "un buon soldato", però non un "buon generale"." L'ABC sembra poi non aver capito il discorso sulla 'maggioranza politica' e la 'maggioranza numerica' di cui gode il Governo di Letta, perché si chiede "quanto tarderanno i più fedeli a Berlusconi ad un'opposizione frontale al Governo". Impieghino il tempo che impieghino, il Governo Letta non ha più bisogno dei fedelissimi di Berlusconi, però sì del voto degli alfaniani, quegli stessi deputati e senatori pronti a fare un gruppo autonomo e a sostenere il Governo fino al 2015. Sarà allora che i destini di Letta e Alfano potrebbero separarsi, giustamente, uno per proporsi come leader del centro-sinistra e l'altro come leader del centro-destra per le successive elezioni.  Il quotidiano madrileno tralascia però questa ipotesi e ricorda che i disegni di Alfano per logorare Letta potrebbero non funzionare, dato che quest'ultimo "si sta costruendo un'immagine all'estero e un certo rispetto per le condizioni così dure in cui deve compiere la sua azione di governo. Trasmette un'immagine rispettabile e di certezza. E poco a poco i media iniziano a vederlo con una potenziale immagine con opzioni di vittoria. Cioè, la caduta del suo Governo potrebbe non essere la sua fine". Ma del futuro di Letta non si può parlare senza spiegare cosa succede nell'altra metà della politica italiana, caratterizzata dalla "crisi della sinistra e attuale divisione del Partito Democratico". Bisogna insomma "vedere se il centro sinistra consentirà una candidatura di Letta o se finalmente scommetterà su Matteo Renzi, il giovane sindaco di Firenze".  E l'ABC termina sottolineando un qualcosa che i media italiani sottolineano molto poco: "Succeda quello che succeda, sembra che un cambio generazionale si avvicini nella politica italiana. Enrico Letta (46 anni), Angelino Alfani (43 anni), Marina Berlusconi (47 anni) o Matteo Renzi (38 anni) rappresentano una nuova era". Dovremmo avere, finalmente, leaders nati dopo la Seconda Guerra Mondiale e, addirittura, alla fine degli anni 60 e nei primi anni 70. Incredibile, ma vero. "Silvio Berlusconi è già il passato" conclude l'ABC. E, viste le volte che lo abbiamo pensato, detto e festeggiato, tocchiamo ferro.

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