"Lo spettro del vecchio cimitero" di Ilaria Militello

Creato il 01 novembre 2012 da Connie


Il ritrovo era nella piazza principale. Ore undici. Gli altri ci avrebbero aspettato davanti al ponte, quello che, dalla piazza ti portava al cimitero. Teresa ed io eravamo in ritardo. Erano le undici e mezzo.
<<Diamine potevi sbrigarti un po’ prima>>, le dissi mentre leste camminavamo lungo la via. Teresa si trascinava come poteva il lungo vestito nero di velluto che indossava. Aveva scelto di vestirsi con un abito medioevale. In testa portava una corona di diamanti neri, che si sposavano perfettamente con il colore dei suoi capelli, anch’essi neri. Io mi ero vestita in perfetto stile lady vampire. Pantaloni neri di pelle, corpetto viola con ricamate delle rose nere, anfibi e cappotto lungo di pelle.
<<Sono una dama. Devo essere perfetta>>, disse ansimando. Il vestito era pesante e il corpetto le stringeva il petto in modo esagerato.
<<Marco sarà già su di giri, sai che odia i ritardatari>>, la rimproverai.
<<Che vuoi che m’importi di lui>>
<<Già tu no, ma io sì, visto che è il mio ragazzo>>, dissi brusca. Lei alzò le spalle. Arrivammo al luogo del ritrovo. Il gruppo era al completo. Salutai Marco e mi scusai del ritardo. Indossava anche lui un paio di pantaloni di pelle, con anfibi. Maglia nera con borchie e cappotto lungo di pelle. Emma e Miriam si erano vestite da streghe. Classiche gonne lunghe, con camicia e scialle. Daniele e Ferdi erano due lupi mannari.
<<Bene ora che ci siamo tutti andiamo a divertirci>>, disse entusiasta Daniele e si avviò verso il cimitero.
<<Cosa? Lì?>>, chiese perplessa Teresa. <<Che divertimento c’è ad andare in un cimitero?>>
<<E’ Halloween, che vuoi fare?! Mica vuoi andare di casa in casa a fare dolcetto e scherzetto come i poppanti?!>>, disse Ferdi con arroganza. Non gli piaceva Teresa, la trovava snob e troppo lagnosa.
<<No certo che no ma..>>
<<Ma cosa?! Hai per caso paura?>>, le chiese con sorriso maligno e a Teresa le si accesero le guancie. Andò verso Ferdi con decisione e disse:
<<No. Non sono una poppante. Andiamo!>>

Li seguimmo, ma io non ero contenta di entrarci, non avevo certo paura, ma il mio istinto mi consigliava di andarmene.
Camminavamo nella parte bella del cimitero. La parte restaurata e proseguimmo. Arrivammo al massiccio cancello nero, quello dal quale accedevi al vecchio cimitero. Buio, tetro e decadente. La sensazione si fece più forte e ora sentivo una voce dentro di me che mi metteva in guardia.
<<Cosa? Volete entrare nel cimitero vecchio?>>, chiese impaurita Teresa. Ferdi la guardò. <<Non entrò lì, non voglio rovinare il vestito>>
<<Solo per quello?!>>, disse Ferdi sghignazzando. Teresa lo fulminò con lo sguardo, ma lui sembrò non curarsene ed entrò e gli altri lo seguirono. Solo io e Teresa rimanemmo immobili. Marco si voltò e mi chiese per quale motivo rimanessi li impalata.
<<Non so, qualcosa mi dice di non entrare>>, dissi nervosa.
<<Oh andiamo Alessia, non mi dirai che te la fai sotto anche tu come la tua amica>>, mi disse Ferdi. Teresa s’infuriò ed entrò con prepotenza dentro al vecchio cimitero.
<<Non ho paura deficiente! Ti ho detto che non voglio rovinare il vestito>>, sbraitò in faccia a Ferdi. Lui rise e io li seguii ben poco contenta. Il cuore mi batteva forte e la tensione mi avvolse. Non so cosa mi stesse capitando, ma avevo, per la prima volta, paura. Gli altri davanti a me ridevano. Ferdi prendeva in giro Teresa e lei imprecava un po’ contro di lui e un po’ sul suo vestito, che si stava riempiendo di fango, diventando sempre più pesante e ingombrante. Marco mi stringeva la mano e si avvicinò a me sussurrandomi:
<<Che hai?>>
<<Non lo so. Ma c’è qualcosa di strano Marco. Dentro di me sento come un campanello d’allarme>>
<<Cioè?>>, mi chiese perplesso e incuriosito.
<<Qualcosa mi dice di andar via>>
<<Mmm>>, disse riflettendo. <<Anche io non mi sento molto a mio agio qui. Sento la stessa cosa>>
Lo guardai e poi assieme ci fermammo. L’intero gruppo si fermò con noi e ci guardarono.
<<Bè che avete?>>, chiese Ferdi.
<<Forse è meglio andar via>>, disse Marco senza distogliere i suoi occhi dai miei.
<<Non mi dirai che hai paura>>, disse Ferdi incredulo. Marco si voltò a guardarlo e aprì la bocca per rispondergli, ma Teresa saltò su per prima.
<<Ah certo e a lui non dici nulla vero?! Non lo prendi in giro?! Ah certo no, lui è tuo amico>>, sbraitò con voce stridula. Dietro di lei, una figura nera si materializzò dal nulla.
<<Chi è che fa tutto questo baccano>>, disse con voce profonda. Era come se provenisse dal fondo di una caverna. Teresa sgranò gli occhi, si voltò e vedendo la figura, cacciò un urlo tremendo.
<<Che diavolo è?>>, chiese inorridita e spaventata, poi si voltò verso Ferdi e lo inchiodò con lo sguardo. <<Sei stato tu vero? Sei un’idiota. Tu e i tuoi stupidi scherzi>>, disse furiosa. Ferdi era spaventato tanto quanto lei, forse per la prima volta. Il volto di Teresa divenne cupo. Era ovvio che Ferdi non c’entrava nulla. Iniziammo a indietreggiare e Teresa ci seguì, senza voltarsi.
<<Odio quando sciocchi ragazzini vengono a disturbare il nostro sonno nella sera di Halloween. Siete patetici. Volete il brivido? Lo avrete>>, disse la strana figura con ghigno malefico. <<Avrete la vostra notte di terrore, sciocchi>>
Un vento gelido si levò all’istante e la terra iniziò a tremare. Le vecchie tombe iniziarono ad aprirsi e da esse ne uscirono cadaveri ormai in decomposizione, alcuni quasi ridotti a scheletri e uno sciame di spiriti iniziò a volteggiarci attorno. Sentii il mio sangue raggelarsi. Ci stringemmo le mani, tutti assieme. Eravamo impauriti. Maledissi all’istante l’idea che Ferdi e gli altri avevano avuto e sicuramente anche loro lo stavano facendo.
<<Che facciamo?>>, mi chiese con voce tremante Emma.
<<Scappiamo>>, dissi decisa. Era l’unica idea che mi era venuta in mente. Senza pensarci troppo iniziammo a correre, ma il terreno non era così favorevole. Lo scossone di prima l’aveva deformata. La più impacciata di tutte era Teresa, il suo vestito non le permetteva una fuga veloce. Cadde a terra parecchie volte e Ferdi le urlò di togliersi il vestito.
<<Vuoi che rimanga solo con l’intimo?!>>, urlò furiosa e imbarazzata.
<<Vuoi morire?>>, le chiese lui. Senza ribattere si svestì e le diedi il mio cappotto. Riprendemmo la corsa. Era impossibile avere la meglio, specialmente sugli spiriti.
<<Dobbiamo nasconderci>>, ci disse Ferdi.
<<E dove?>>, chiese Teresa, <<siamo circondati da tombe e ci siamo persi>>
<<Una chiesa>>, sbottò Marco.
<<E’ vero. Dobbiamo trovare una chiesa. C’era una piccola cappella. Dobbiamo seguire il sentiero principale, la troveremo al centro del cimitero>>, dissi incoraggiando l’idea di Marco. Tutti annuirono e iniziammo a percorrere la strada grossa e inghiaiata, quella che portava alla cappella. Ma non fu un’impresa facile. Gruppi di zombie ci circondarono e gli spiriti ci volteggiavano sulla testa.
<<Che facciamo adesso?>>, mi chiese Teresa con prepotenza. Guardai i volti di tutti. Contavano su di me. <<Combattiamo>>, risposi. Non sapevo come lottare e non lo sapevano nemmeno loro.
<<E ti aspetti che io mi metta a menare questi mostri?!>>, mi disse incredula Teresa.
<<Si, se vuoi salvarti>>, dissi decisa. Nemmeno a me entusiasmava l’idea, ma non potevamo fare altrimenti.
<<Bene>>, disse Ferdi rimboccandosi le mani. Marco si tolse il giaccone e i ragazzi si prepararono a lottare. <<Voi scapperete nel frattempo>>, aggiunse Ferdi.
<<No, non vi lasceremo qui a rischiare>>, dissi decisa.
<<Ci sarete solo d’intralciò, specie la tua amica>>, disse riferendosi a Teresa. Marco mi posò una mano sulla spalla e mi guardò dolcemente.
<<No. Non voglio sentire parole smielate. Non ti lascio qui a combattere da solo. Non scapperò>>, dissi più decisa di prima. Non avrei mai lasciato li a morire il mio ragazzo, era fuori discussione, non me lo sarei mai perdonato.
<<Bè se tu vuoi rimanere qui a rischiare la tua vita io no, anzi..noi no>>, disse Teresa con arroganza. Prese per mano Miriam ed Emma e se le tirò dietro, dirigendosi verso la cappella. Era troppo codarda per andarci da sola ed era troppo codarda per rimanere lì e aiutare i suoi amici. Le creature non si mossero di un passo, era come se stessero aspettando un ordine. Teresa e le altre ci passarono vicine e si diressero verso la cappella, felici per essere scampate al massacro, ma davanti a loro si materializzò la figura che avevamo visto poco fa. Loro s’immobilizzarono, impietrite dalla paura.
<<Attaccateli subito>>, disse con la sua voce profonda e come un branco di pecore gli zombie marciarono verso di noi. I ragazzi iniziarono a combattere, con bastoni e pietre prese dalle tombe. Feci lo stesso. Abbatterli non era un problema. Avevamo discreto successo, ma per uno che facevamo fuori altri dieci ne arrivavano.
<<Non finiremo mai. Dobbiamo pensare ad altro>>, disse Ferdi ansimando. Iniziavamo ad essere stanchi. In quel momento guardai le ragazze, impietrite davanti alla figura. Era uno spettro e comandava lui su tutto il cimitero, se avessimo quindi sconfitto lui, ci saremmo salvati.
<<Ho un’idea>>, dissi a Marco. Lui mi guardò perplesso. <<La figura davanti a Teresa e le altre è uno spettro, un fantasma>>, dissi.
<<Vai avanti>>, mi disse interessato, mentre atterrava un altro zombie.
<<Se capiamo cosa lo lega sulla terra possiamo mandarlo via. Dobbiamo cercare di capire il perché non ha passato il confine dei mondi>>
<<E poi?>>, mi chiese Ferdi perplesso.
<<Dobbiamo ripeterlo a gran voce e lui svanirà>>, risposi. I ragazzi mi guardarono accigliati. Non so se credevano in quello che avevo appena detto, del resto non ci credevo fino in fondo anche io.
<<Come pensi di fare?! Vai lì dallo spettro e ti fai dire che problemi ha?!>>, mi disse con sarcasmo Daniele. Non risposi. Era l’ultima delle mie idee.
<<Hai idee migliori?>>, lo rimproverò Marco.
<<Ammazzare quanti più zombie possibili, facendoci largo verso le ragazze e poi entrare nella cappella>>, rispose Daniele.
<<E lo spettro?>>, chiese Ferdi.
<<Non ci farà nulla. Non ha ancora ucciso le ragazze, non lo farà con noi>>, rispose a fatica, uno zombie gli stringeva la gola. Lui gli sferrò un calcio e poi lo colpì con un pezzo di lapide. Seguimmo il suo consiglio, ma non mi sentivo al sicuro. Sapevo che c’era una ragione ben precisa se lo spettro non aveva ancora fatto nulla alle ragazze. Ci avvicinammo e avere di nuovo davanti la strana figura non mi faceva un gran piacere. Provavo timore.
<<Avanti, entriamo>>, mi disse Marco, tirandomi per un braccio, ma rimasi immobile, incapace di muovere un passo, eppure fino a poco fa avevo combattuto contro degli zombie senza batter ciglio.
<<Credi di poter entrare?>>, mi chiese lo spettro. Stava parlando con me. Ora i suoi toni erano meno malefici di prima. <<Per secoli ho aspettato che tu entrassi qui>>, aggiunse lasciandomi del tutto sbigottita. “Mi aspettava?”-pensai attonita. Gli altri varcarono la soglia della cappella. Marco rimase a stringermi la mano.
<<Questa notte, tu verrai con me>>, mi disse con decisione allungando una delle sue mani verso di me. Era ossuta e quasi trasparente. Marco mi allontanò con uno scatto e lo spettro afferrò il suo polso. Gli occhi di Marco si spalancarono e il suo verde iniziò a sbiadire. Urlai e lo tirai via. Ferdi uscì di corsa e assieme lo trascinammo nella cappella. Daniele sbarrò la porta e alla fine, sfiniti ci accasciammo al suolo fino a che i raggi del sole non toccarono i nostri volti.
Io fui la prima a svegliarmi. Ci guardammo attoniti e impauriti. Ferdi aprì lentamente la vecchia porta ammuffita della cappella e fuori c’era un paesaggio diverso da quello che avevamo visto la sera precedente. Le tombe erano intatte. Il terreno liscio. Era come se nulla fosse accaduto. Mi voltai per cercare Marco, ma lui era ancora a terra. Andai verso di lui per svegliarlo, ma i suoi occhi erano spenti. Era morto.
<<Allora è vero cosa si dice su questo cimitero>>, disse affranto Ferdi. Lo guardammo. <<Ogni notte di Halloween il grande spettro porta con se un’amina nuova, finché non troverà quella che lo completerà e allora riposerà in pace. Non volevo crederci quando me lo hanno raccontato>>
Rimasi senza parole. Guardai Marco e non potei fare a meno ci pensare che quella sorte sarebbe dovuta toccare a me. Lo spettro voleva me. Era la mia anima che cercava. Piansi e maledissi quella notte e giurammo, tutti, che mai più avremmo festeggiato Halloween.

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