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Sempre più spesso, mi capita di sentirmi dire "Quest'anno non facciamoci regali tra noi", al limite con l'aggiunta "Pensiamo solo ai bambini".
Io sono 9 Natali che penso ai bambini. Dove "pensare ai bambini" non significa riempirli di giochi e doni, ma anche e soprattutto rispettare le loro esigenze, tipo non costringerli a 200 ore di pranzo, magari al ristorante, magari in posti dove si rompono le scatole. Ho fatto anche la figura della stronza per questo, ma ne sono ben contenta.
E sono abbastanza d'accordo con il "Quest'anno non facciamoci regali tra noi", se questo significa che chi lo dice sente il peso del regalo obbligatorio: non sei obbligato a farmi un regalo, davvero.
È altrettanto vero che, se ne sento l'esigenza, io non sono obbligata a non farlo a te. E a volte si sente l'esigenza potente di fare un regalo. Quando vedi qualcosa che sai piacerebbe a quella tua amica. Quando possiedi qualcosa che farebbe piacere a quell'altra, e tu invece non la usi e non la valorizzi. Quando hai voglia di fare qualcosa con le tue mani per quella specifica persona.
Lo so che non esiste solo il Natale. Anzi, molti si stupiranno di sentire un'atea che dà tanto peso a una festa che si considera cristiana.
Ecco, vorrei spiegarmi: il Natale per me non è una festa cristiana. No, non ho intenzione di tirare fuori le storie sul Sol Invictus e Mitra che ha rubato il compleanno a Gesù.
È che io me le immagino, quelle povere persone di 3000 anni fa che vivevano in un clima come il nostro. Me le vedo abitare nelle loro casette di legno, col freddo che faceva quando arrivava l'inverno. Mi immagino le loro paure: basterà il raccolto dell'estate? Basterà la legna? Avremo abbastanza vestiti caldi?
E poi, immagino la paura più grande di tutte: i bambini? I miei bambini supereranno l'inverno?
Molti non lo superavano, va da sé, e non erano certo frutta e noci a fare 'sta grande differenza.
Ma era importante aver fatto tutto il possibile: averli nutriti meglio, averli coperti di più. Alla peggio, aver fatto sentire loro quanto li avevamo amati durante la loro breve vita.
I regali del Natale ci ricordano questo. E ci invitano a gesti di gentilezza, per far sentire ai nostri cari che pensiamo a loro e non li diamo per scontati.
Ovviamente, questo discorso vale solo per chi ci è davvero caro: gli altri si arrangino, per me il Natale non è la festa dell'ipocrisia.
PS: in tutto questo, neanche quest'anno sono riuscita a trovare qualcosa che possa far capire a Luca quanto lui mi sia caro e prezioso. Pazienza, lo accompagnerò a prelevare un po' di sabbia e acqua marina per l'acquario.