Lo spirituale nell’arte, Wassily Kandinsky

Creato il 06 giugno 2014 da Serenagobbo @SerenaGobbo

La vita spirituale, di cui l’arte è una componente fondamentale, è un movimento ascendente e progressivo tanto complesso quanto chiaro e preciso. E’ il movimento della conoscenza.

Grande idealista, Kandinsky, se credeva, nel 1911, che l’arte avrebbe esercitato una forza propulsiva in grado di elevare la società. La sua bellezza sta in questo: l’ideale che si sfalda sotto il peso della realtà, ma che cionondimeno rimane affascinante. Tanto più che:

I pochi che hanno ideali e senso critico sono scherniti o considerati anormali.

La prima parte del saggio mi ha fatto sentire a casa. Poi, però, quando comincia a parlare della teoria del colore in parallelo con la teoria musicale, lo confesso, mi sono persa. Tengo perciò quello che sento affine al mio pensiero, frasi come questa:

(…) l’arte non è l’inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto, ma è una forza che ha un fine, e deve servire allo sviluppo e all’affinamento dell’anima (…)

La teoria del triangolo che rappresenta la società con gli artisti veri al vertice, è affascinante ma fallace: non funziona, non è applicabile al mondo di oggi.

Carino l’accenno, trovato nella biografia alla fine, del “dispettuccio” che Kandinsky fa a Gropius, che ha disegnato la villetta bifamiliare in cui vanno a vivere i professori del Bauhaus. Mentre Gropius ha un’idea chiara sull’utilizzo dei colori in architettura, Kandinsky si colora ogni stanza nella tonalità che più ritiene opportuna: rosso e oro per il soggiorno, verde chiaro per la camera, giallo canarino per lo studio… e bravo Kandinsky, che non si fa influenzare né dagli amici né dalle personalità.



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