Una storia minima, con protagonisti veri e anche un pò sfigati, che vivono la loro estate della terza media, convinti che gli amici di squadra rappresentino il fulcro della propria esistenza.
Ed è stato come avere di fronte una delle mie estati di ragazzina, in un classico paese del centro Italia, fatto di chiacchiere e pettegolezzi, di parchetti, panchine e biciclette.
Stefano Izzo nella rivista Rumore:
La storia (ambientata a metà degli anni Ottanta), è quella di una squadra di ragazzini di terza media, l’AC Casola, che ogni pronostico vorrebbe fuori dalla lotta per la vittoria finale, non foss’altro che per la divisa che indossano: casacca blu sbiadita da infiniti lavaggi, numeri che si scuciono dopo pochi minuti, calzini spaiati e guanti da giardinaggio alle mani del portiere che non può permettersi quelli buoni. Eppure, con la grinta e la fame di chi è pronto a farsi scoppiare il cuore pur di difendere la propria porta, quei ragazzini raggiungono il secondo posto in classifica e arrivano a giocarsi il tutto per tutto all’ultima di campionato. Proprio contro gli odiati rivali del Borgo Ghibellino, roccaforte infernale presidiata da undici mastini con gli occhi iniettati di sangue e i polpacci grandi come tronchi di betulla. Una sfida che significa chiudere con o senza gloria un’intera stagione della loro vita, prima che inizino a spuntare i primi peli scuri sopra le labbra e le magliette attillate delle compagne rapiscano per sempre i loro sguardi.
La colonna sonora adatta a questo divertente romanzo