Anche lui ha diritto ad essere circondato di attenzioni! Ed io ho assolutamente intenzione di farlo. Vediamo insieme le tradizioni, usanze e superstizioni che lo riguardano.
Mi accompagnate alla scoperta “del mondo” dello sposo?
Come ho già esposto nel precedente articolo “Non possono mancare …” , vi sono molti usi e consuetudini regionali ed antiche legate alle nozze ed in particolare alla sposa ed ai mille dettagli. Ma lo sposo ha la sua parte!
Iniziamo dall’antichità.
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Pensate che nel tredicesimo secolo fino almeno al diciannovesimo secolo, nei paesi di lingua tedesca, vi era la tradizione del morgengabio o “morgengabe”, cioè “il dono del mattino”.
Il marito, il mattino seguente alla prima notte di nozze, omaggiava la moglie di un dono che sanciva la loro unione. L’espressione latina “praetium virginitatis”stava a significare che il dono veniva concepito anche come una forma di risarcimento alla donna per la verginità perduta.
Ai tempi delle corti invece, secondo la tradizione, l’uomo rapiva la sua preferita e scappava in groppa al suo cavallo cingendola con braccio sinistro, mentre con il destro guidava il suo destriero lontano dal villaggio , in più per difendere la sua amata, usava, il destro per impugnare le armi.
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Ancor oggi in alcuni paesi , per tradizione, la sera precedente al matrimonio lo sposo organizza una serenata sotto le finestre della futura sposa a cui partecipano amici e parenti, con l’accompagnamento strumentale di violino, chitarra o fisarmonica. A fine serenata buffet e bicchierata augurale ed in segno di ringraziamento offerto dalla famiglia della sposa.
Lo sposo non deve vedere la sposa per nessun motivo dopo la mezzanotte del giorno che precede le nozze in quanto decisamente di malaugurio.
Una volta uscito di casa non deve assolutamente tornare sui propri passi, neppure per qualche dimenticanza (ad esempio le fedi nuziali … ), provvederà con la massima attenzione a ricordarglielo il testimone di nozze o un amico fidato che si presterà a seguirlo passo passo negli ultimi frenetici momenti da scapolo, eventualmente recuperando gli oggetti dimenticati.
Tornare sui propri passi equivarrebbe ad un ripensamento alla decisione di convolare a giuste nozze.
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Tradizione molto comune è quella dello sposo che porta in braccio la sposa oltre la soglia della loro casa al loro primo ingresso.
Investigando sull’origine di questa tradizione ho trovato che, attorno al cento dopo Cristo, Plutarco formulò tre diverse ipotesi: nella prima sosteneva che l’atto di prendere in braccio la sposa fosse una messa in scena simbolica che si rifaceva al “Ratto delle Sabine”. In un’altra riteneva simboleggiasse la riluttanza della sposa a togliere le sue vesti. Nell’ultima suggeriva la fedeltà coniugale, infatti essendo stata portata in casa da suo marito, l’avrebbe lasciata solo nello stesso modo. Questo certamente era inquadrato nel contesto di una cultura patriarcale, nella quale si supponeva che una donna avrebbe potuto lasciare la sua casa solamente quando fosse stata così vecchia che le persone si sarebbero chieste non di chi fosse moglie, ma di chi fosse madre.
L’usanza di prendere tra le braccia la sposa quando entra per la prima volta nella casa coniugale deriva dall’antica Roma: si ricorreva a questo gesto per evitare che, nell’emozione del momento, la sposa potesse inciampare sulla soglia, il che sarebbe stato un presagio infausto perché significava che le divinità della casa non la volevano accogliere.
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Durante il ricevimento lo sposo potrebbe essere oggetto di attenzioni scherzose da parte di amici buontemponi che lo sottoporranno al tragico taglio della cravatta con tanto di messa all’incanto dei vari pezzi, tra cui ovviamente il più ambito sarà il nodo.
Meglio tralasciare l’opinione del galateo a tal proposito …
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Gesto bene augurante è invece che lo sposo offra alla sposa alla fine del rito, una spiga di grano. La terra e la donna sono unite da una fortissima analogia: come la terra arata germoglia dopo aver ricevuto i chicchi di grano, così alla donna viene affidato con il matrimonio il grande compito di perpetuare la vita.
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Tutti poi sappiamo che il bouquet è l’ultimo dono che viene fatto in veste di fidanzato. Sarebbe quindi carino che, nel caso venga consegnato da terzi a casa della sposa, si unisse ai fiori un biglietto vergato dal futuro consorte … E qui la lacrima è certa! Voi che ne dite?
Ma quante ancora ne ho da raccontarvi … Il riso, la pioggia, e tanti spiritelli malvagi …
Stay tuned! Anna