Lo spread dei BTP,il rialzo dei tassi, la Golf e le obbligazioni. prima parte

Creato il 10 settembre 2011 da Investiresemplice

Non posso che aprire questo articolo ricordando che ieri è stata una giornata che nella mia memoria e nel mio sentire, suscita un’emozione ancora vivida.  Il decennale per l’11 Settembre ha per me un significato molto importante: ricordarmi dell’inutilità dell’uso della violenza(verbale di intende) nel risolvere i conflitti che mi capitano nel quotidiano. Si, perché parte da ognuno di noi la cultura della tolleranza e della disponibilità nei confronti degli altri e dalle piccole cose che possiamo cambiare. Beh, evitando di cadere nella retorica, se non l’hai mai visto ti segnalo un film che descrive molto bene la tragedia, l’orrore ma anche la speranza e il coraggio di quei giorni: World Trade Center (con N. Cage – 2007). E’ una storia vera (sai che il cinema è una mia grande passione…)

ti scrivo per trattare un argomento che ritengo di estrema attualità mi sta molto a cuore: il rischio del rialzo dei tassi, e l’aumento dello spread delle obbligazioni.

Ti stai chiedendo perché un evento così “gradito” ai risparmiatori dovrebbe comportare un rischio proprio per chi investe?

Vediamo insieme il perché…

Sui media tutti i giorni sentiamo parlare dell’aumento dello spread (il rendimento) dei titoli dei paesi meno “sicuri” (Italia, Spagna, Portogallo ecc.), rispetto a quelli del paese di maggior solvibilità in Europa (la Germania, con i suoi “BUND”, l’equivalente dei nostri BTP).

Per completezza, ti dico anche che l’aumento dei tassi di interesse è una delle soluzioni “classiche” per “frenare” il fenomeno dell’inflazione (se non sai di cosa sto parlando ti consiglio di andarti a rivedere l’ultimo post sull’inflazione generata anche dalla ripresa economica mondiale, dalla quale le economie, in questo momento sono piuttosto lontane…

….ma andiamo con ordine….

Molto spesso, parlando con i miei clienti, noto che la loro tendenza è quella di stimare le obbligazioni come investimenti poco “rischiosi”.

Nel linguaggio comune, si intende come poco rischioso, non solo un investimento che alla scadenza prefissata garantisca la restituzione del proprio capitale, ma anche quello il cui valore rimanga stabile nel tempo durante la “vita” del titolo, con una crescita dei rendimenti che potremmo raffigurare con una linea retta crescente. In sostanza, un investimento con pochi “alti e bassi”, e praticamente con solo “alti”

Immagina di voler partire in auto da Roma per andare a Milano. A seconda del tipo di auto con cui farai questo viaggio, il confort, la durata e la piacevolezza del viaggio potrebbero essere molto diversi. Con una Porsche potresti andare molto veloce (limiti stradali, permettendo) ma avvertiresti senz’altro maggior rigidità delle sospensioni rispetto a fare lo stesso viaggio con una comoda berlina con sedili imbottiti. Le buche, le oscillazioni e i dossi sarebbero avvertiti in modo differente, tanto da suscitare in persone diverse, valutazioni moto differenti sulla gradevolezza del viaggio. Per contro,  una comoda berlina con l’assetto più “classico” e “morbido” potrebbe essere più limitata nello sprint e il relativo “divertimento” di guida.  Non c’è un mezzo migliore dell’altro. Dipende dai gusti e dalle necessità! Entrambe, per altro, portano comunque a Milano e quindi la destinazione, non è in discussione.

Capisci cosa intendo?

Tornando alle obbligazioni è giusto dire che, l’enorme gradimento di questa tipologia di investimento si basa, emotivamente, sul fatto che nessuno ama vedere il proprio patrimonio, decrescere o per dirla in modo “asciutto”, perdere, nemmeno per un giorno!

Ti suona familiare?

“L’illusione ottica risiede nella convinzione errata che i titoli obbligazionari non abbiano, quello che in gergo tecnico si chiama volatilità. Nella mia esperienza infatti, le persone tendono a dimenticare che le obbligazioni (quotate) hanno un prezzo quotidiano e  che quindi si è portati a pensare che il loro valore non oscilli e che rimanga costante nel tempo. Ciò è assolutamente sbagliato! Il prezzo delle obbligazione cambia ad ogni secondo, in tempo reale. Non è molto diverso da ciò che accade al mercato per la frutta o la carne, ad esempio. Approfondiremo il tema della volatilità e di come “maneggiarla” con maestria, in un prossimo articolo.

Tornando alle obbligazioni, bisogna dire che ne esistono ormai di numerose tipologie. Possono essere suddivise in categorie diverse in base a: emittente, rating (grado di sicurezza dell’emittente), durata, esistenza o meno della cedola o “coupon” e modalità di determinazione della cedola).

Per semplicità oggi parleremo di quelle a tasso fisso perché sono quelle con i tassi più alti e quindi sono quelle più allettanti per i risparmiatori.

Intanto: cosa è un’obbligazione?

E’ uno strumento finanziario, emesso da un’azienda o stato, con una scadenza con cui il risparmiatore presta del denaro, dietro pagamento di un tasso di interesse, all’azienda o stato che impiegherà tale capitale per finanziare la propria attività produttiva oppure, per gli stati, i costi dei servizi pubblici resi alla collettività. L’ente emittente si impegna a rimborsare, alla scadenza concordata, l’intero capitale ricevuto in prestito dal risparmiatore. Ciò, ovviamente insieme a tutti gli interessi corrisposti alle varie scadenze.

Esempio: Supponiamo di investire il prossimo 30 Ottobre, € 10.000 in Buoni del Tesoro Pluriennali (BTP) a 5 anni al tasso fisso del 5% pagato ogni 30.10 dal 2012 fino al 2016.

Cosa significa?

Significa che sottoscriviamo un “accordo” con lo Stato Italiano, con il quale  ci viene “promesso” di ricevere ogni anno (al 30.10) il tasso del 5% su € 10.000 e di vederci restituiti i nostri amati € 10.000 il 30.10.2016 (data in cui lo stato ci pagherà anche, l’ultima cedola del 5%).

Semplice vero?

C’è un però….torniamo al concetto del “mercato”

Supponiamo ora che tu abbia solo questo tipo di investimento e non abbia altri soldi da parte. Ipotizziamo che tu accenda la televisione e senta al telegiornale, che il “rischio” per le sorti del nostro amato scarpone italico stia aumentando e che per tanto, gli stati centrali si vedano costretti ad aumentare i tassi di interesse.

Ora ti faccio una domanda: lo stato italiano, che emette continuamente titoli per finanziare il nostro enorme debito pubblico , continuerà ad emettere i “prossimi” BTP sempre al 5%? Sarebbero ancora appetibili per i potenziali sottoscrittori che nel frattempo sanno che i rischi sono aumentati?

Il tasso è SEMPRE espressione di un rischio!!

Il mercato inoltre, è sempre “puntuale” e, con la tecnologia, si muove praticamente in tempo reale.

la risposta è: ovviamente noooooo!!!!

Se tu dovessi vendere la tua auto, ipotizziamo una Golf, sapendo che sta per uscire il nuovo modello, i tuoi potenziali clienti, secondo te, non ne terrebbero conto? questa informazione in sostanza non farebbe forse scendere il prezzo della tua auto usata che hai deciso di mettere sul mercato…. ?

Ovviamente si!

Lo stato italiano dovrà per forza, emettere in nuovi BTP con rendimenti più alti per attirare i risparmiatori a sottoscrivere i titoli, diventati così nuovamente appetibili. Ipotizziamo ad esempio che vengano emessi nuovi BTP al 5,5%

E tu, che non hai più risorse per acquistare i “nuovi” BTP più redditizzi?

Ti starai dicendo: “…pazienza, in questo momento ci sono titoli al 5,5%, beh vorrò dire che mi terrò il mio 5% fisso fino a scadenza senza alcun problema….”

Ma il mio post come si intitola? ricordi? ho parlato di…….rischi…..

Cosa è “accaduto”  al valore del tuo titolo nel frattempo, praticamente in tempo reale? Quale valore realizzeresti se tu lo volessi vendere, ora?

Non è forse in arrivo, il nuovo modello della Golf, che “sostituirà” quella che possiedi?

E se tu volessi a tutti i costi sbarazzarti della tua vecchia vettura, per vendere, non saresti costretto a ribassare il prezzo di vendita del tuo “prodotto” per attirare clienti?

Se tu volessi vendere il tuo BTP al 5% quando al “mercato” si trovano i “nuovi modelli” di BTP al 5,5% cosa succederebbe alla quotazione del tuo investimento, cioè ai tuoi €10.000 dell’esempio?

Si, hai avuto l’intuizione giusta!

Ci perderesti!!!!

Infatti, come avviene per la formazione di qualsiasi quotazione in economia, si creerebbe  un prezzo più basso dei tuoi € 10.000 pagati inizialmente, per rendere “attraente” il tuo investimento tanto come quelli in circolazione al 5,5%. Ipotizziamo quindi che il prezzo a cui tu venderesti il tuo BTP sia sceso a 9.500/9.600€, diciamo. Si dice tecnicamente in questo caso, che il valore del titolo è di  95/96 ogni €100 euro investiti.

Questo meccanismo avviene, come già detto, in tempo reale, in virtù dell’efficienza del mercato. Ciò permette di “allineare” l’appetibilità del tuo titolo al 5% a quello al 5,5%, per chi compra. Perché abbassando il prezzo per il compratore sarebbe un po’ come dire: “…d’accordo, mi prendo il 5% anziché il 5,5%…ma è anche vero che per ricevere alla scadenza del 2016 i miei € 10.000 oggi ne pago “SOLO” € 9.500/9.600…”

Quindi oltre agli interessi al 5%, il compratore del nostro titolo, percepirebbe un guadagno da capitale dato dalla differenza tra  valore di rimborso a scadenza e prezzo di acquisto (€ 10.000 – 9.500/9.600 circa). Il cosiddetto capital gain.

I rischi dello scenario descritto nell’esempio di cui sopra si possono sintetizzare:

1) Se voglio rendere il più efficiente possibile il mio patrimonio obbligazionario devo tener presente che i tassi potranno salire nei prossimi 2 anni, a causa della situazione molto incerta, sia anche per un’auspicabile ripresa dell’economia che prima o poi (credo che ci sarà da aspettare ancora 24 mesi) arriverà.  Quindi, se mi “lego” oggi ad un titolo a tasso fisso, rischio di accettare una remunerazione dei miei risparmi al di sotto di ciò che il mercato mi offrirà nel periodo in cui possiederò l’investimento.

2) Questo scenario determinerà una perdita di valore in “conto capitale” delle obbligazioni, durante la vita dei titoli che, emotivamente, viene mal sopportata da chi pensa di avere un investimento sicuro (o come già specificato, poco “volatile”)!! Ciò anche, e ti devo tranquillizzare, se le obbligazioni alla scadenza rimborsano sempre il capitale investito

3) In caso di errata “allocazione” dei nostri risparmi su questa tipologia di investimento  perché, ad esempio, sappiamo già che probabilmente ne avremo bisogno prima della scadenza (acquisto auto, casa, per la propria azienda, ecc.) , ci esporremo all’ elevato rischio di realizzare una “minusvalenza” (perdita), probabilmente non “preventivata”.

4) Quanto più è lontana la scadenza del titolo, tanto più sarà “ampio” e “forte” l’impatto, e quindi l’entità, del rialzo dei tassi sul capitale. Esempio: un titolo a tasso fisso che scadrà nel 2020 subirà, al rialzo dei tassi, una perdita maggiore in conto capitale, di un titolo con scadenza nel 2014.

Per limiti di tempo ho soprasseduto da trattare qui i rischi insolvenza,  di cui parleremo in post specifici.

Cosa fare quindi per “proteggersi” e/o “anestetizzare” questi reali e concreti rischi che incontreremo nei prossimi mesi?

Lascia un commento e segui il prossimo articolo.  Ciao.


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