Lo spread dei BTP,il rialzo dei tassi, la Golf e le obbligazioni. seconda parte

Creato il 18 settembre 2011 da Investiresemplice

Mentre il brutto tempo si sta affacciando sul nostro paese, sancendo la fine dell’estate anche dal punto di vista climatico, veniamo alla seconda parte dell’articolo sull’aumento dello spread dei BTP e il rischio per i titoli obbligazionari. Vediamo di riepilogare quanto detto nella prima parte dell’articolo (se non l’hai letto clicca qui).

In sintesi:

1) I tassi possono aumentare principalmente per due motivi: frenare i rischi di inflazione quando l’economia è in crescita e, secondo motivo, in caso di crisi di credibilità/solvibilità dell’emittente (questo è il caso della situazione internazionale attuale).

2) Lo spread dei nostri BTP aumenta quando il mercato richiede, per “prestare” denaro allo Stato emittente, tassi più alti rispetto a quanto pagato dal Bund (BTP Tedesco). Ciò avviene, come già detto, quando l’emittente “perde” di credibilità e quando la sua solvibilità e sicurezza, viene considerata di minor “qualità” dei titoli Tedeschi considerati i più sicuri in Europa e da “riferimento” per tutti gli altri ( quando questo avviene si parla infatti di flight to quality ).

3) Dalle domande di alcuni di voi, specifico che i tassi dei BTP aumentano nel senso che, solo le nuove emissioni, hanno tassi più alti di quelli già in circolazione che invece, non modificano la loro remunerazione. Sono infatti, obbligazioni a tasso fisso. Facciamo un esempio: se il mercato quota lo spread in aumento di 350 punti significa che se il BUND rende il 2% la nuova emissione del BTP avverrà al 5,50%.

4) Il prezzo dei titoli si muove in modo inverso ai tassi. Esempio: se i tassi di interesse aumentano, i prezzi dei titoli già emessi, calano. E viceversa. Possiamo raffigurare questo meccanismo, come un’altalena. E’ un principio con cui il mercato, “parifica” i nuovi titoli con quelli già emessi.

5) L’aumento dei tassi è quindi un “problema” per quello che concerne i risparmiatori che detengono già titoli obbligazionari, con cedole già formate, già stabilite e che hanno condizioni “vecchie” e perciò meno remunerative, delle nuove emissioni. Questo come già detto deprezza il valore dei loro titoli a causa del ribasso delle loro quotazioni. Per il nostro Stato Italiano, ma vale la stessa cosa per un’azienda, è pure un problema, perché dovrà pagare di più per gli interessi relativi al nostro enorme debito pubblico ( € 1.905 milioni). Ciò, tra le prime pessime conseguenze, allontana e ostacola il tanto dibattuto e agognato, raggiungimento di pareggio del bilancio pubblico

Ci siamo soffermati, per semplicità sulle obbligazioni a tasso fisso, ma in realtà avremmo potuto fare numerose declinazioni di questo rischio a cui sono esposte tutte le tipologie di obbligazioni, anche se in misura differente.

Come possiamo rendere efficiente la parte del nostro patrimonio investita e/o da investire in obbligazioni? Come possiamo allineare ai nuovi tassi, i nostri investimenti e, di conseguenza, limitare l’impatto negativo sui prezzi dei nostri titoli?

Ecco cosa possiamo attuare sui nostri portafogli, in modo semplice e molto efficace.

Se il patrimonio obbligazionario è di importo inferiore a € 250.000 ti consiglio di attuare queste semplici mosse:

Ipotesi di pianificazione di € 250.000.

1) Circa il 10-20%, se già non ne hai tenuto conto, deve essere lasciato in “liquidità” quindi sul c/c. E’ da sottolineare che l’importo da lasciare sul conto è assolutamente soggettivo. Infatti ci sono clienti che per essere tranquilli amano tenere importi “rotondi” (€ 30/40.000) e altri che NON vogliono avere troppa liquidità disponibile. Direi che al crescere del patrimonio la percentuale può scendere.

2) Un altro 20% può essere investito a breve con un orizzonte entro i 18/24 mesi (conti di deposito, fondi obbligazionari a bassa “volatilità” e ad elevata efficienza, titoli con scadenza brevissima come i bot a 3 mesi). Su questa parte del patrimonio (riserva) non vogliamo rischi! è la parte su cui “rinunciamo” a ottenere rendimenti che battano il tasso di inflazione, a beneficio dell’alta liquidabilità e della volatilità che è “quasi” inesistente. Il cosiddetto risk-free (senza rischio), che teniamo disponibile per gli “imprevisti”. Inoltre, cosa più importante , questa parte consentirà di allinearsi più velocemente ai nuovi tassi, più alti. Perché? perché essendo strumenti con scadenza a breve (curca “corta”) con la relativà liquidità si potranno comprare i nuovi titoli, a tassi crescenti.

3) sul restante 60-70% ti consiglio di utilizzare i fondi comuni obbligazionari e/o gli ETF. Se il tuo interlocutore finanziario ti dovesse guardare come un alieno dopo la parola ETF, valuta seriamente di cambiare banca/interlocutore ecc. I “plus” di investire nei fondi comuni, sono molto importanti, in special modo, su cifre così “piccole” come i nostri ” 180.000″:

Come già detto nell’apposito articolo, i fondi comuni, consentono di lavorare con maggior efficienza dei singoli titoli, soprattutto per ciò che concerne: diversificazione; accessibilità al panorama mondiale con una cifra che, in questo senso, è comunque ancora “piccola”; elevata capacità del gestore di “spostarsi” sulle diverse durate dei titoli (ha la possibilità di spostarsi sulle diverse duration). In questa fase preferisco ridurre anche il rischio di default e/o di concentrazione in un paese e/o settore, per cui eviterei di acquistare singoli obbligazioni che, per altro, comportano costi di bollo e di gestione amministrativa, non trascurabili su cifre così “piccole”.

- Scegli di investire i tuoi € 180.000, frazionando l’importo con investimenti nel fondo, in momenti differenti. Questo è un metodo veramente semplice e altrettanto efficace quando i mercati sono volatili. Il concetto è quello di mediare il prezzo di acquisto del tuo fondo, comprandolo a “rate” mensili. Ti faccio un esempio. I nostri € 180.000 potrebbero essere investi con importi di € 18.000 per i prossimi 10 mesi. Questo è anche il sistema dei PAC (piani di accumulo).

Potresti “mettere” in sostanza, anche i € 180.000 sul tuo c/c, e poi dare disposizione alla banca di “pescare” ogni mese la cifra che ti consenta di “asciugare” le tue disponibilità destinate al comparto obbligazionario, nei prossimi 12/18 massimo 24 mesi. Perché sfrutterai il fatto di aver “mediato” il prezzo di investimento se, come abbiamo visto nell’ultimo post, le obbligazioni dovessero deprezzarsi ancora. Immagina di comprare immobili “a prezzi di saldo” che per motivi contingenti, si sono deprezzati, e che sai che risaliranno in modo certo, considerato che alla scadenza i titoli obbligazionari rimborsano sempre il valore nominale investito (nell’esempio i € 180.000)

- Scegli fondi obbligazionari a ritorno totale (total return) e fondi obbligazionari dei paesi emergenti. Evita assolutamente, i fondi a medio lungo termine (tradizionali). Abbiamo ipotizzato: € 20/25.000 sul c/c e 40.000/50.000 in fondi monetari, obbligazioni a breve termine. I restanti € 180.000 ti consiglio, se il tuo profilo di rischio e i tuoi obiettivi sono coerenti con il fatto di non detenere azioni, di investire nei fondi obbligazionari a ritorno totale e che investano anche nei mercati obbligazionari asiatici ed emergenti. I paesi di quest’area hanno, crescita economica, crescita demografica e ottimi bilanci. Si è esattamente invertita la convinzione di 10-15 anni fa che l’Asia fosse un’area “pericolosa”. Oggi sono Stati, molto più affidabili di quelli occidentali

Questi strumenti, almeno per i fondi delle categorie che ti consiglio, conferiscono infatti la libertà al gestore di spostarsi su obbligazioni con caratteristiche, qualità, rendimenti e scadenze, differenti. In sostanza, non il fondo non deve rimanere “vincolato” a mantenere l’investimento in titoli a lunga scadenza che saranno, come ti ho già spiegato, quelli più penalizzati dalla volatilità di questo periodo. A tal riguardo, basti pensare ai titoli a tasso variabile, che per antonomasia, hanno le cedole che si legano alle variazioni dei tassi.

Nella scelta dei fondi, ti suggerisco Sicav (fondi esteri) a ritorno totale e/o obbligazionari flessibili, con cedola (tecnicamente chiamati a distribuzione dei proventi). Sono investimenti che ti liquidano parte dei rendimenti delle obbligazioni, direttamente sul tuo c/c. Esistono infatti, ottimi fondi che liquidano i guadagni del fondo, mensilmente! Perché? come saranno le cedole se i tassi cresceranno?

Crescenti! e questo ti consentirà di accettare meglio, le “turbolenze” dei prezzi dei titoli nei prossimi 16/20 mesi.

Occhio alla qualità del fondo che ti propongono in banca. Per questo fatti illustrare come si è mosso il fondo in passato rispetto alla media di categoria. Per scovare gli indizi di un buon investimento, rispetto ad una “ciofeca” pazienta ancora un po’ perché sto preparando un supporto gratuito che ti consentirà di sapere se il tuo interlocutore bancario, sta facendo realmente il tuo interesse

Direi che è tutto, per ora. Siamo andati per le lunghe, ma volevo insegnarti mosse veramente efficaci!

Lasciami un commento, per me è importante e mi farà molto piacere risponderti!

Ciao


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