Gli squali, enormi pesci con organismi perfetti, così perfetti che la natura non li ha modificati per 400 milioni di anni, essi pare siano gli animali più antichi su questo Pianeta, ma a causa della loro scarsa evoluzione rischiano l’estinzione. Il Mediterraneo vede per esempio una popolazione ridotta di oltre il 90%. A darne l’allarme è Shark Alliance, durante la «Settimana europea dello squalo». Oltre all’inquinamento, il cambio di temperatura e quanto altro, incide massimamente anche i taglio delle pinne. E’ prassi infatti che, una volta pescato uno squalo si taglino le pinne, ambite dalle cucine tipiche di Spagna e Portogallo, questo pero ovviamente è deleterio anche perchè il pesce poi viene ributtato in mare.
Nell’ambito dell’Unione Europea la pesca degli squali non è soggetta a limitazioni, e molte specie protette vengono catturate anche per caso, perché impigliate nelle reti. Per di più il divieto europeo sul «finning» contiene diverse scappatoie. Shark Alliance ha lanciato una raccolta firme sul sito sharkalliancepetition.org che ha già toccato quota 23 mila e che proseguirà per tutta la prossima settimana.
Lo squalo è un pesce enorme da amare e salvare come tutti gli altri esseri viventi, grande contributo può però essere quello che giunge da chi il mare lo vive e lo ama: il pescatore! E’ notizia di questi giorni che il Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena testerà un dispositivo elettronico, che funziona come un dinamometro, applicato alle reti da posta: i sensori rilevano lo spostamento di massa, causato dalla presenza di esemplari di grossa taglia, e inviano il segnale telefonico a una centralina esterna. «In questo modo – spiega il direttore dell’area protetta, Giuseppe Bonanno – gli operatori potranno intervenire per liberare i cetacei rimasti intrappolati». Il prototipo è tra i punti di forza del progetto: «Il più grande che l’Europa abbia mai dedicato agli squali nel Mediterraneo – sottolinea il vice presidente nazionale di Cts, Stefano Di Marco –. Pensare alla tutela degli squali è importante, ma lo è altrettanto sfatare il luogo comune che siano mangiatori di uomini. Il fatto che il loro aspetto sia poco rassicurante non deve indurre a ritenere, a torto, che non meritino la giusta protezione».(Il Corriere della Sera)
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