Lo stalinismo di grillo sparlante

Da Gabriele Damiani
In politica, come ampiamente noto, l’obbedienza dev’essere pronta, cieca e assoluta. Stando ai desideri di ogni gerarca di partito la parola d’ordine da imporre alle masse è una, sola e inequivocabile: credere, obbedire, combattere.E’ così sia nei sistemi totalitari che in quelli democratici. Gli ordini delle gerarchie non si discutono. Nei sistemi democratici, però, mancando i campi di concentramento e non mancando invece una pluralità di partiti concorrenti, i gerarchi non possono contrastare un eventuale dissenso dei sottoposti ricorrendo all’eliminazione fisica. Uno spazio più o meno ampio alle critiche espresse all’interno della fazione viene perciò consentito. Non per niente i grandi partiti di massa si suddividono spesso in correnti, evitando in tal modo, se ci riescono, le scissioni e le diaspore.Ma i cri cri, a quanto pare, preferiscono adottare il principio della tolleranza zero. Se fra loro qualcuno osa sollevare una pur minima obiezione all’operato di grillo sparlante non ha speranza alcuna di rimanere all’interno dell’associazione e viene immediatamente espulso.Ciò è davvero fantastico.Innanzitutto perché il movimento cri cri non è e non vuole essere un partito politico di vecchia concezione, bensì una libera associazione di cittadini. E si presuppone che fra donne e uomini liberamente associati si abbia la libertà di discutere e di partecipare alla definizione delle linee programmatiche da seguire.E invece, nisba. Grillo sparlante decide e tu obbedisci. Sennò la porta là sta.In secondo luogo, i cri cri si dichiarano favorevoli a introdurre nel nostro ordinamento ulteriori forme di democrazia diretta. Benissimo, qualunque liberale le auspica. Significherebbe accrescere le potestà del corpo elettorale e ridurre quelle in mano ai gerarchi di partito. Al loro interno, tuttavia, si applica lo stalinismo d’antan.Mah.Mi chiedo a questo punto quale debba essere lo stato d’animo di tanti loro elettori e di tanti loro eletti. Non buono, credo, non buono. Ciò che agli inizi sembrava una ventata d’aria fresca, capace di smuovere il nostro asfittico panorama politico, si sta rivelando una gelida corrente proveniente dalla Siberia.Brr, Dio ce ne scampi e liberi.