Lo stanzino segreto

Da Fiaba


Martedì 19 Giugno 2012 09:15 Scritto da Marcella Geraci

Michelino era un bambino di sette anni, proprio come ce ne sono tanti. Biondo e allegro, frequentava la scuola elementare e aveva una stanza dei giochi tutta per sé. La stanza era grande, grandissima. Che dico? Grandissimissimissima! E in più, conteneva giocattoli di ogni tipo e misura. Dal cavallino a dondolo ai trenini di legno, dagli orsacchiotti di pezza ai peluches di ogni specie, la stanza era talmente piena che Michelino ci entrava a malapena. Anche se non si poteva più muovere, vi trascorreva tutti i pomeriggi di tutti i giorni dell’anno. Gioca oggi e gioca domani, il tempo passava e i mille e più giocattoli erano stati giocati tutti, fino alla noia. Un bel giorno Michelino si stancò. “Ufffff … basta! Non ne posso più di questi giocattoli! Sono vecchi e rotti. Li ho usati mille volte! E questa stanza? Non mi posso muovere” disse, un po’ seccato. Da un pezzettino di finestra, quasi ostruito da peluches e marionette, si vedeva la finestra della casa di fronte, dove un bambino si era appena affacciato. Michelino gli fece ciao con la mano e il bimbo, di pelle scura e coi capelli neri, gli rispose amichevolmente. Michelino allora lasciò la stanza e scese in giardino, dove lo raggiunse il suo nuovo compagno. “Come ti chiami?” gli chiese, un po’ sulle sue. “Efosa” rispose il bimbo. “E tu?” “Michelino” disse lui, un po’ annoiato. “Ho una stanza grande che è diventata piccola, perché è piena di giocattoli che mi hanno stufato." “Si vede che non conosci lo stanzino segreto” disse Efosa sorridendo. “Lo stanzino segreto?” “Tutti i bambini, ma proprio tutti tutti, hanno uno stanzino segreto con tantissime cose. Questo stanzino è piccolo, ma se gli metti dentro una cosa può diventare mille." “Non ne avevo mai sentito parlare” bisbigliò Michelino, perplesso. “Dove si trova? Anch’io ne ho uno?” “Pensaci bene” rispose Efosa. “Domani mi dirai." Michelino trascorse la serata a cercare lo stanzino dentro casa e la notte a pensare, girandosi e rigirandosi nel letto. “Lo stanzino segreto … dove sarà?” continuava a chiedersi. E l’indomani, a scuola, la maestra lo vide piuttosto distratto. Il pomeriggio seguente, Michelino trovò Efosa in giardino ad aspettarlo. “Allora? Che mi dici dello stanzino?” Michelino abbassò lo sguardo e rispose che non sapeva nulla più del giorno prima. “Chiudi gli occhi” disse Efosa “e metti le mani sulla testa. Stai toccando lo stanzino, che ha le pareti di osso e dentro il giocattolo più bello che  sia mai stato inventato. Se pensi un numero o una parola, te ne verranno in mente molti altri e non avrai bisogno di buttare fuori niente, anzi. Non c’è uno stanzino che possa ospitare ed inventare più cose di questo”. Michelino aveva capito ed era soddisfatto. “Com’è bello essere in due!” disse al nuovo amico. E si misero a giocare, felici.