L’idea di una Germania dotata d’una strategia nazionale indipendente contraria a tutto ciò che, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, la Germania ha fortemente voluto essere ed il mondo ha desiderato che fosse la Germania. In un certo qual modo, l’intera struttura dell’Europa moderna è stata creata approfittando proprio del dinamismo economico della Germania, se pur evitando la minaccia di una sua possibile dominazione. Parlando di strategia tedesca, avanzo la possibilità che la struttura centrale dell’Europa occidentale a partire dalla Seconda Guerra Mondiale e dell’Europa unita dal 1991 stia giungendo al termine.
Se è così, la domanda da porsi è se riemergeranno i modelli storici della strategia tedesca o se sopraggiungeranno delle novità. E’ anche possibile, ovviamente, che venga mantenuto il vecchio modello post-bellico. Qualunque sia la scelta, il futuro della strategia tedesca è certamente la questione più importante in Europa e – molto probabilmente – nel mondo.
Le origini della strategia tedesca
Prima del 1871, la Germania non poneva una minaccia all’Europa poiché era frammentata in un gran numero di piccoli Stati. Al contrario, serviva come cuscinetto tra Francia da un lato e Russia e Austria dall’altro. Napoleone per primo, con la sua campagna per la dominazione dell’Europa, cambiò la situazione politica della Germania, sbaragliando le barriere dei piccoli Stati e favorendo l’ascesa della Prussia, una potente realtà tedesca. Nel 1871 la Prussia dette un forte contributo all’unificazione della Germania che cambiò così la geopolitica dell’Europa.
Quello che fino a allora era un groviglio di Stati diventò non solo uno Stato unificato ma anche il paese economicamente più dinamico d’Europa – e con le più consistenti forze armate terrestri. La Germania era, però, sostanzialmente instabile. Non avendo nessuna vera profondità strategica, la Germania non avrebbe potuto sopravvivere a un attacco congiunto di Francia e Russia. Il cuore della strategia tedesca era quindi impedire la nascita di un’alleanza franco-russa. Tuttavia, quando non v’era un’alleanza tra Francia e Russia, la Germania era sempre tentata di risolvere il problema in modo più sicuro e controllato, sconfiggendo cioè la Francia e ponendo fine alla minaccia di un’alleanza. Per gran parte della sua esistenza la Germania ha scelto questa strategia.
Eppure, il dinamismo della Germania non creò l’effetto desiderato. La minaccia di una Germania unita, invece di allontanare, avvicinò Francia e Russia. Ai due Stati era chiaro che, se non si fossero alleati, la Germania li avrebbe fatti fuori separatamente. D’altro canto, Francia e Russia trassero vantaggio dal dinamismo economico tedesco, poiché non solo stimolò la loro economia ma fornì anche un’alternativa alle merci e ai capitali inglesi. Ciononostante, i benefici economici tratti dalle relazioni con la Germania non eliminarono la paura. L’idea che l’economia guidi le decisioni delle nazioni è insufficiente a spiegarne i comportamenti.
Legare la Germania all’Europa
Dopo la Seconda Guerra mondiale la Germania venne divisa. Qualunque fossero le inclinazioni iniziali dei vincitori, fu chiaro che per contenere l’Unione Sovietica era essenziale il riarmo della Germania Ovest. Per il riarmo l’economia tedesca avrebbe dovuto essere incentivata a crescere. Quel che seguì fu il miracolo economico tedesco. La Germania ritornò a essere di nuovo la parte d’Europa più dinamica.
A quel punto il problema era impedire che la Germania s’avviasse nuovamente verso una strategia nazionale autonoma, sia perché non avrebbe potuto opporsi da sola all’armata sovietica a est, sia soprattutto perché l’Occidente non avrebbe tollerato il ritorno di un potere politico divisorio e pericoloso in Europa. Il problema principale era legare la Germania al resto dell’Europa militarmente ed economicamente. Il problema stava cioè nell’assicurarsi che gli interessi francesi e tedeschi coincidessero dal momento che la tensione tra i due paesi era stata dal 1871 uno degli inneschi alle precedenti guerre. Ovviamente, erano interessati anche gli altri paesi occidentali, ma quello che più importava erano le relazioni franco-tedesche.
Militarmente, gli interessi tedeschi e francesi erano legati dalla NATO anche dopo il ritiro della Francia dal comitato militare NATO con a capo Charles De Gaulle. Economicamente, la Germania era collegata all’Europa tramite nascenti organizzazioni economiche multilaterali più sofisticate che alla fine si evolveranno nell’Unione Europea.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la strategia della Germania Ovest aveva un triplice scopo. Prima di tutto difendersi dall’Unione Sovietica, agendo di comune accordo con un’alleanza che avrebbe guidato il suo esercito tramite la NATO. Ciò avrebbe limitato la sovranità della Germania eliminando la percezione di una minaccia tedesca. In secondo luogo, allineare l’economia tedesca con quella del resto d’Europa, mirando alla prosperità senza minare quella degli altri paesi. In terzo luogo, esercitare una sovranità politica interna, rivendicando i diritti della Germania come nazione senza rappresentare una minaccia geopolitica all’Europa occidentale. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, la strategia fu estesa a includere anche i paesi dell’Europa dell’Est.
La strategia funzionò. Non ci fu nessuna guerra con i sovietici. Non ci fu nessun grande conflitto nell’Europa Occidentale e di certo nessuno di natura militare. L’economia europea in generale, e l’economia tedesca ancor di più, si risollevarono una volta che la Germania Est fu reintegrata alla Germania Ovest. Con la reintegrazione, la sovranità interna tedesca fu assicurata. Ancora più importante, la Francia rimase collegata alla Germania tramite l’Unione Europea e la NATO.
La crisi economica europea
Dopo il 2008 la situazione si complicò. Formalmente le relazioni della Germania con la NATO rimasero intatte, ma senza la minaccia comune del’Unione Sovietica, l’alleanza si spaccò a causa dei divergenti interessi nazionali dei suoi membri. L’Unione Europea divenne il centro d’interesse della Germania, e il blocco finì sotto un’intensa pressione che rendeva più dubbio il precedente allineamento di tutti i paesi europei. La Germania aveva bisogno dell’Unione Europea. Ne aveva bisogno per ragioni esistenti dagli anni della Seconda Guerra Mondiale: come presupposto per i suoi rapporti con la Francia e per assicurare che l’interesse nazionale non generasse quegli scontri sorti in passato.
Aveva bisogno dell’Unione Europea anche per altri motivi. La Germania è il secondo maggiore esportatore al mondo. Esporta in diversi paesi, ma l’Europa è un cliente cruciale. L’area di libero scambio che stava alla base della nascita dell’Unione Europea fu anche alla base dell’economia tedesca. Il protezionismo in generale, ma di certo il protezionismo applicato in Europa, minacciava la Germania, la cui capacità produttiva supera abbondantemente il consumo interno. La quotazione dell’euro aiutò le esportazioni tedesche, e le direttive di Bruxelles hanno dato alla Germania ulteriori vantaggi. L’Unione Europea tra il 1991 e il 2008 era di importanza cruciale per la Germania. L’Unione Europea, però, non era più quella di prima. La dinamica economica dell’Europa aveva relegato molti paesi a una evidente posizione di svantaggio e la crisi economica del 2008 ha scatenato in Europa una crisi bancaria e del debito sovrano.
Erano possibili due soluzioni in senso lato. La prima prevedeva che i paesi in crisi imponessero una politica economica di austerità per trovare le risorse per risolvere il problema. L’altra prevedeva che la parte prosperosa dell’Europa sottoscrivesse i debiti, risparmiando così a quei paesi il peso di una politica di austerità. La soluzione che è stata presa è chiaramente una via di mezzo tra le due. Tale combinazione era e rimane comunque un complesso affare di negoziazioni.
La Germania ha bisogno dell’Unione Europea per la sua sopravvivenza, per ragioni sia politiche sia economiche. Non è tuttavia chiaro se in Europa possa emergere una soluzione economica stabile supportata dai sistemi politici. La Germania è pronta a salvare gli altri paesi europei a patto che impongano l’austerità e si apprestino ad assicurare che tale politica economica venga resa effettiva al livello necessario e che la crisi non si ripeta. Dal punto di vista tedesco, le radici della crisi risiedono nelle politiche fiscali dei paesi a rischio. Quindi, il prezzo imposto dai tedeschi per sottoscrivere parte del debito è che i burocrati europei, orientati in particolar modo verso la politica tedesca, si occupino effettivamente delle finanze dei paesi beneficiari degli aiuti contro il default.
Questo significa che questi paesi non controllerebbero né le tasse né i bilanci attraverso il loro sistema politico. Ciò sarebbe un attacco alla democrazia e alla sovranità nazionale. Chiaramente molti si sono opposti: dai potenziali beneficiari degli aiuti agli altri paesi che temono un aumento del potere della Germania. Se si accetta invece il punto di vista tedesco, cioè che la crisi del debito è stato il risultato di cattiva gestione delle spese, allora la proposta della Germania sembrerebbe essere ragionevole. Ma se si guarda con gli occhi dei paesi europei meridionali per i quali la crisi è il risultato del disegno dell’Unione Europea, allora quello che la Germania sta proponendo è l’imposizione del potere tedesco attraverso l’economia.
Qualunque siano i costi economici, è difficile immaginare una estesa cessione di sovranità a una burocrazia europea dominata dalla Germania. E’ anche difficile immaginare la Germania sottoscrivere i debiti in cambio di sole promesse, senza meccanismi di controllo: sebbene l’Unione Europea sia di vitale importanza per la Germania, l’opinione pubblica tedesca non lo permetterebbe. Infine, è difficile vedere come, a lungo termine, gli europei possano riconciliare le loro differenze. Il nodo verrà al pettine, se non in questa crisi finanziaria nella prossima – e c’è sempre una prossima crisi.
Una strategia alternativa
Dal 1991 la base dell’Europa è cambiata. La Russia rimane un’ombra dell’Unione Sovietica, ma è diventata il principale esportatore di gas naturale. La Germania dipende da questo gas naturale sebbene cerchi delle alternative. La Russia ha un gran bisogno di tecnologia, che invece la Germania ha in abbondanza. La Germania non vuole far entrare più immigrati per paura d’instabilità. Tuttavia, con una popolazione in diminuzione la Germania deve pur fare qualcosa.
La NATO è logorata. L’Unione Europea è tremendamente sotto pressione e gli interessi nazionali per il momento dominano sugli interessi europei. L’abilità della Germania di usare l’Unione europea per fini economici non si è dissipata ma non potrà più farne affidamento a lungo termine. Quindi, ne consegue che la Germania deve prendere in considerazione una strategia alternativa. Questa strategia sta nel rapporto con la Russia.
La Germania non è una potenza aggressiva. Alla base della sua attuale strategia c’è il rapporto con la Francia nel contesto dell’Unione Europea. L’attuale governo francese guidato dal presidente Nicolas Sarkozy è certamente impegnato in questo rapporto, ma il sistema politico francese, come quello di altri paesi europei, è sotto un’intensa pressione. Le prossime elezioni in Francia sono dubbie, e quelle che verranno dopo sono ancora meno prevedibili. La volontà della Francia di impegnarsi con la Germania, con cui ha un fortissimo squilibrio commerciale, è un’incognita.
Ad ogni modo, l’interesse strategico tedesco non è necessariamente un rapporto con la Francia, ma relazioni sia con la Francia sia con la Russia che evitino di essere circondata da potenze ostili. Per la Germania avere un rapporto con la Russia sarebbe come avere un rapporto con la Francia. Un’intesa russo-franco-tedesca sarebbe, invece, l’ideale per la Germania. Una tale alleanza è già stata provata in passato, ma la sua debolezza sta nel fatto di fornire troppa sicurezza alla Germania, permettendole di essere più risoluta. Solitamente, la Francia e la Russia si sono opposte alla Germania, ma in questo caso è certamente possibile avere una continuazione dell’alleanza franco-tedesca oppure un’alleanza franco-russa. Rimane comunque possibile un’alleanza tra i tre paesi.
L’attuale strategia della Germania è quella di preservare l’Unione europea e le sue relazioni con la Francia. Nel frattempo avvicinando sempre più la Russia all’Europa. La difficoltà di questa strategia sta nelle politiche economiche della Germania, difficili da gestire per gli altri paesi europei, Francia inclusa. Se la Germania affronta una situazione impossibile con l’Unione Europea, la seconda scelta strategica sarebbe un’alleanza a tre, con un’Unione europea modificata o magari fuori da essa.
Un rapporto russo-tedesco avrebbe la capacità di inclinare la bilancia del potere nel mondo. Gli Stati Uniti sono attualmente la potenza dominante, eppure una combinazione di tecnologia tedesca e risorse russe – un’idea sognata da molti in passato – diventerebbe una sfida a livello mondiale. Di certo ci sono brutti ricordi da entrambe le parti e una piena fiducia sarebbe difficile da ottenere. Sebbene le alleanze dipendano dalla fiducia, non necessariamente deve essere una fiducia ben radicata.
La strategia della Germania è ancora bloccata al modello dell’EU. Se il modello dell’Unione Europea diventasse intollerabile, allora si dovranno trovare nuove strategie. Il rapporto russo-tedesco già esiste e diviene sempre più profondo. La Germania lo immagina nel contesto dell’Unione europea, ma se quest’ultima si indebolisce, la Russia diventerrà la normale alternativa della Germania.
(Traduzione di Simone Catania)