Pubblico qui di seguito un articolo apparso su Meteo.it di Andrea Giuliacci, Fisico e Meteorologo, intitolato “Lo stato di salute dei ghiacci artici negli anni 2005-2006″.
Fonte Meteo.it:
http://www.meteo.it/Clima-Cambiamenti/Lo-stato-di-salute-dei-ghiacci-artici-negli-anni-2005-2006/content/it/1-693-305345-57754
Ogni anno al Polo Nord, come al Polo Sud, la regione marina coperta da ghiaccio aumenta durante la stagione fredda, quando le basse temperature fanno ghiacciare la superficie dell’oceano, e si ritira nella stagione calda (nella regione artica in generale da aprile a settembre), quando la maggior insolazione e le temperature più alte producono lo scioglimento del ghiaccio. Nell’Emisfero Settentrionale durante la stagione di scioglimento la superficie coperta da ghiaccio si riduce progressivamente finché nel mese di settembre si raggiunge il minimo del ghiaccio marino artico, cioè il giorno dell’anno in cui l’estensione complessiva dei ghiacci marini al Polo Nord è minore: tale giorno coincide con la fine della stagione calda di scioglimento del ghiaccio, dopodiché inizia un nuovo periodo di accrescimento, durante il quale la superficie complessiva di mare ricoperta dal ghiaccio va aumentando di settimana in settimana. Tuttavia, a livello locale, vi possono essere alcune aree in cui il ghiaccio, per brevi periodi, continua a sciogliersi anche dopo la data del minimo, e altre in cui la fase di accrescimento inizia qualche giorno prima del momento del minimo. Negli ultimi anni la data del minimo del ghiaccio marino artico è andata spostandosi sempre più in là nel mese di settembre, allungando la stagione di scioglimento e riducendo di conseguenza l’estensione complessiva della superficie ghiacciata. Nel 2005 in particolare i ghiacci marini artici si sono ridotti fino a livelli mai visti prima (ovvero dal 1978, data a partire dalla quale disponiamo di osservazioni satellitari dell’estensione dei ghiacci, ad oggi): intorno al 21 di settembre dell’anno scorso la superficie di mare coperta dal ghiaccio è scesa difatti fino ad “appena” 5,32 milioni di chilometri quadranti, il valore più basso mai registrato dall’inizio dell’era delle misurazioni via satellite (si veda la figura sottostante).
Sono state soprattutto le elevate temperature a causare il minimo storico del 2005. L’anno scorso difatti si è rivelato, a livello globale, il più caldo degli ultimi secoli, e in particolare le temperature medie hanno fatto registrare valori di molto al di sopra della norma (tra 2 e 4 gradi in più rispetto al valore medio del periodo 1968-1996) nella regione artica: le temperature invernali insolitamente miti hanno ridotto la formazione di nuovo ghiaccio durante la stagione di accrescimento, mentre il caldo anomalo della stagione estiva ha accelerato lo scioglimento tra marzo e settembre.
Anomalia della temperatura media globale nel 2005.
Ebbene, quest’anno sembrava che i ghiacci artici fossero destinati a toccare un nuovo record negativo, a conferma di un’oramai inarrestabile scioglimento delle masse ghiacciate del Polo Nord. A far scattare il campanello d’allarme sono state le osservazioni degli strumenti montati a bordo dei satelliti della NASA e della NOAA, che hanno mostrato come a luglio di quest’anno nell’Emisfero Nord la regione marina coperta da ghiacci sia scesa a “soli” 8,7 milioni di chilometri quadrati, contro i 10,1 milioni di chilometri quadrati che costituiscono il valore medio, per tale mese, nel periodo compreso tra il 1979 e il 2000. Un’erosione così avanzata, nel mese di luglio, non era mai stata raggiunta (il precedente record negativo era del 2005, con 9,1 milioni di chilometri quadrati). In realtà durante il mese di agosto vi è stato un evidente rallentamento nello scioglimento del ghiaccio, soprattutto se confrontato con l’anno precedente.
Il merito della minore erosione del ghiaccio durante il mese di agosto va principalmente a due fattori: da una parte temperature medie in generale leggermente al di sotto delle medie stagionali, dall’altra un’anomalia negativa nel campo barico medio del mese (ovvero aree di bassa pressione più presenti e profonde del normale). In effetti, contrariamente a quanto accaduto nel periodo tra gennaio e luglio, nelle regioni polari (dell’Emisfero Nord) il mese di agosto è stato caratterizzato da temperature mediamente più “fresche” del normale, e questo fatto ha sensibilmente rallentato il ritmo con cui il ghiaccio si è consumato. Un ruolo decisivo però, come accennato, lo ha svolto anche il campo barico medio, con marcate anomalie negative. La presenza pressoché costante della bassa pressione ha difatti imposto alle correnti sulla regione una circolazione marcatamente ciclonica (ovvero antioraria attorno al centro di bassa pressione): quando però al di sopra di una regione marina i venti ruotano in senso antiorario, l’acqua (e con essa il ghiaccio che galleggia sulla sua superficie) viene spinta verso l’esterno in tutte le direzioni, e questo ha contribuito a spalmare il ghiaccio (benché chiaramente in forma meno “spessa”) su aree più vaste.
Se lo scioglimento dei ghiacci marini al Polo Nord dovesse interrompersi in questi giorni (cosa comunque improbabile: la superficie ghiacciata dovrebbe andare avanti a ridursi per un’altra settimana almeno), il valore del minimo di ghiaccio marino artico del 2006 risulterebbe l’ottavo più basso dal 1978 in poi, quindi ancora al di sotto del valore medio di riferimento del periodo 1979-2000, ma comunque con un sensibile miglioramento rispetto agli ultimi anni, durante i quali si è osservata una drammatica diminuzione della regione coperta da ghiacci.
Se questa debba considerarsi una decisiva inversione di tendenza, preludio ad un arresto della graduale erosione della calotta artica, o piuttosto un episodio isolato all’interno che non interromperà il trend di progressivo depauperamento dei ghiacci polari artici, lo capiremo solo nei prossimi anni.
Andrea Giuliacci – Settembre 2006
Fonte Meteo.it:
http://www.meteo.it/Clima-Cambiamenti/Lo-stato-di-salute-dei-ghiacci-artici-negli-anni-2005-2006/content/it/1-693-305345-57754
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