Lo Stato salva ancora i giornali con 120 milioni di euro, ma dal 2013-2014 si cambia

Da Kobayashi @K0bayashi

Martedì 27 marzo a commissione cultura della Camera ha svolto l’audizione di Paolo Peluffo, sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio con delega a informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo, sulla questione delle misure a sostegno del settore dell’editori.

Il suo intervento, che si può rivedere sul sito della webtv della Camera dei deputati, ha confermato di fatto quanto atteso e annunciato: via libera per l’anno in corso all’aumento a 120 milioni di euro del fondo per l’editoria, comunque in calo rispetto agli oltre 180 milioni stanziati nel periodo 2007-2010 ma anche rispetto ai 150 milioni del 2011.

Per Peluffo, in ogni caso, ”il sostegno all’editoria dobbiamo migliorarlo, non ridurlo. Con l’aumento è stato risolto il problema dell’emergenza ed evitata una crisi immediata, ma ci sono problemi di carattere congiunturale molto gravi che riguardano sia giornali e periodici che libri, non conosciamo la piega che questa situazione prenderà nei prossimi anni”.

“Si interviene in un sistema in evoluzione estremamente accelerato – ha ricordato Peluffo – ma abbiamo un sistema di sostegno pubblico all’editoria che in tutti i paesi si sta ridefinendo: al suo interno si sono creati sistemi nuovi, per esempio che riguardano lo start up dei giornali digitali. Ci sono comunque ragioni strategiche per continuare nel sostegno pubblico. Tamponata l’emergenza abbiamo due grandi problemi da affrontare: come definire i contributi per i prossimi anni e come reimpostare un sistema per il contributo che continui a sostenere il pluralismo, la qualità e la diffusione territoriale”.

Alla finestra numerosi quotidiani che in questi anni hanno attinto a piene mani dalle casse dello Stato: dalla Padania al Riformista, dal Manifesto all’Avvenire, dall’Avanti al Foglio, dall’Unità a Italia Oggi. Il dipartimento per l’editoria, infatti, ha pubblicato i finanziamenti ai giornali del 2011 – relativi all’annata 2010: 5,2 milioni per l’Unità, quasi 5 milioni per Avvenire, 4,5 milioni per il quotidiano economico Italia Oggi, 3,4 milioni per l’organo ufficiale della Lega Nord, 3,2 milioni per il Manifesto, 2,9 milioni per Il Foglio di Giuliano Ferrara.

Quel che è certo, però, è che in futuro il fondo sarà gestito con criteri decisamente più oggettivi: il rappresentante del governo ha infatti annunciato che il contributo d’ora in poi verrà legato “ai giornali letti, e quindi alle copie vendute”, che il rimborso dei costi sarà controllato e concesso “a poche fattispecie facilmente controllabili” e solo purché dimostrino “occupazione regolare di giornalisti e poligrafici” e che le possibilità del passaggio dal cartaceo all’online sarà incentivato anche per i giornali non strettamente di partito, puntando anche sull’informatizzazione delle edicole.

Subito dopo Pasqua dovrebbe concretizzarsi l’intervento normativo di dettaglio per i contributi relativi all’anno in corso, ma la riforma del settore dovrebbe poter contare, entro la fine dell’anno, anche sulla definizione di una legge-delega per l’erogazione futura dei contributi diretti all’editoria, in primis per i prossimi due anni ma soprattutto per delineare i criteri che regoleranno le spartizioni dopo il biennio 2013-2014.


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