Isola Vicentina è un piccolo paese in provincia di Vicenza. Salendo sulla strada che porta al convento e andando poi dritti per il bosco si arriva ad un vecchio eremo, sopra la collina.
E qui la prima sorpresa, perché si arriva in una piccola ma elegante distesa di ulivi. Una stradina le corre accanto e sul lato opposto si ergono, sempre verdi e tranquilli, i cipressi. Siccome la foto delle pigne della magnolia ha suscitato un poco di sorpresa ecco che ho deciso di fare la foto anche alle pigne dei cipressi – “pigna” è il termine volgare e basso, “strobilo” è il termine altolocato
E siccome lì in alto il paesaggio era piacevole agli occhi vi regalo – anche se è sempre meglio viverlo di persona, a contatto – una foto delle colline che scendono e si rialzano, con gli ulivi e i colori dell’autunno.
Vi assicuro che trovare lì sopra gli ulivi mi ha destato un po’ di sorpresa. Ma dove sono, in Toscana? In Sicilia forse? L’ulivo non è proprio albero del nord, chi lo coltiva lo fa per l’olio, ovvio. E così mi viene subito alla mente Fukuoka, che nel suo viaggio in Italia – è stato, se non sbaglio, qui in Veneto a Preganziol (TV) – e anche lui aveva visto tanti ulivi lì piantati, un poco fuori dal loro contesto naturale – e sono sicuro che anche il Pizzetti avrebbe qualcosa da ridire.
Ma lasciamo stare. Lo strobilo del cipresso. E le radici? Perché questi begli alberi – della famiglia delle Cupressaceae – li relegano al cimitero? Per le radici, appunto. Poiché le radici di tutti gli alberi seguono pressapoco l’andamento della loro chioma, così le radici dei cipressi, come i loro rami, si sviluppano in verticale sotto il terreno, senza creare problemi con le bare.
Dunque anche una foto per riportare alla giusta bellezza questo strobilo e questo bell’albero, che a vederlo con i suoi fratelli zigzagare lungo una tortuosa strada collinare – magari in Toscana – ti regala un bel quadro che ti verrebbe voglia di prenderti tavolozza, tela e pennello e passare una giornata a dipingere…