Lo stupore – di Francesca Diano

Creato il 12 febbraio 2014 da Emilia48

Massimiliana Bettiol – Marina – Olio su tela

LO STUPORE

Lava che ribollendo brucia ustiona

Non cauterio salvifico ma piaghe

Salnitro amaro che s’incista

A mezzo dentro il ventre

A scisti a scavare latomie

Tenebrosi cunicoli di rabbia

Rauca cacofonia dall’occhio insonne -

Contemplo la rovina col distacco

Del perdono – che è un bel vincer di guerra

E’ l’aurea regola

Che nutre pianure late

Orizzonti immemori-

Le pietre gridano nomi dalle tombe

Il suono stride nella coclea

Erode immagini vacilla -

E’ lo stupore il segno che delimita

La corrosione – sanatore munifico -

Sottrae la grevità dissolve zolle

Tettoniche s’infiltra come vento

Tra le lenzuola stese

Cancellando il corrotto fetore dell’assenza

Di anime perdute

E lo metamorfizza in vapori vibratili

Lievi e veloci come sguardo angelico

Come pulviscolo di ali di farfalla -

Benedetto sia tu stupore aereo

Per la tua leggerezza di guerriero

Fedele baluardo alla morte seconda -

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