Secondo fonti raccolte da Miur, in Italia nell’anno accademico 2012-2013 si sono contati quasi quarantamila iscritti alle università telematiche.
È un numero in continua ascesa che delinea però un trend che è in accordo con quello che sta accadendo anche il altri Paesi occidentali, basti pensare che ad esempio nel Regno Unito questo tipo di Atenei hanno già raccolto oltre 180 mila iscritti, mentre in Spagna se ne contano 150 mila circa.
Questo fa pensare che il processo di espansione delle università online in Italia sia solo all’inizio, e questo tutto sommato non deve sorprendere se si pensa che comunque il nostro Paese paga un certo ritardo infrastrutturale ed un digital divide (ovvero l’assenza in molte località di connessioni internet a banda larga su mobile o su adsl) che va a penalizzare proprio sistemi avanzati di proposizione di contenuti quali l’e-learning.
È lecito dunque attendersi che con la mitigazione del digital divide e con la costante diffusione delle connessioni a banda larga in tutte le case, le Università Telematiche, come ad esempio quella di Unicusano, diventeranno presto una scelta famigliare (alternativa alle università tradizionali) per gli studenti italiani.
D’altronde i vantaggi ci sono tutti e sono ben visibili. Quello più evidente consiste nella possibilità di seguire le lezioni dei corsi anche da casa, proprio grazie all’e-learning, ovvero un sistema di diffusione di contenuti audio e video che possono essere scaricati e visualizzati sul proprio pc o sul proprio smartphone in ogni momento della giornata, in accordo con i vari impegni (lavorativi e personali) che ognuno ha.
Alla fine del ciclo di lezioni lo studente può sostenere l’esame direttamente negli ambienti della facoltà, esame che può concretizzarsi in un compito scritto o in una interrogazione orale da parte del docente. Ed alla fine? Alla fine si ottiene una laurea assolutamente equipollente a quelle conseguite presso le università statali.