Lo zibibbo di pantelleria e’ patrimonio unesco

Creato il 26 aprile 2015 da Goodmorningsicilia

La vite ad alberello di uve Zibibbo che caratterizza l’isola di Pantelleria, in Sicilia, entra nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità. Voto all’unanimità.
L’uva zibibbo, originaria dell’Egitto, è stata introdotta per opera dei Fenici a Pantelleria, dove tuttora ne viene coltivata la quasi totalità della produzione nazionale. Di origine araba sono invece i caratteristici terrazzamenti dell’isola in cui viene coltivato il vitigno. Oggi lo Zibibbo viene allevato con una coltura moderna “cordone speronato” in Sicilia e con particolare successo nella zona di Mazara del Vallo ( con risultati eccellenti all’interno della riserva naturale del WWF “Riserva Gorghi Tondi”), ma a Pantelleria viene invece rispettato l’antico uso della vite “ad alberello”: basato sulla creazione di buche nel terreno profonde circa 20 centimetri e che vede il vigneto prendere forma di piccoli alberelli all’interno di queste conche, al fine di poter carpire le scarse risorse idriche presenti nel terreno e ripararsi dal clima sfavorevole. Tra i terrazzamenti, i muretti a secco, i giardini arabi e i dammùsi (le tipiche abitazioni pantesche), l’alberello di Pantelleria e la loro caratteristica tecnica di coltivazione rappresentano un vero e proprio simbolo di una comunità che, grazie al difficile lavoro nei campi, plasmando di generazione in generazione un territorio impervio, è riuscita a sostentarsi rinnovando quotidianamente il profondo legame tra uomo e natura. Dall’uva zibibbo si ricava non solo il vino zibibbo secco, ma anche il moscato di Pantelleria.
La parola “zibibbo” deriva dalla parola araba zabīb (زبيب) che vuol dire “uvetta” o “uva passita”


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