Lobby d'Italia: corporazioni di notai,farmacisti
Creato il 09 gennaio 2011 da Gheza1978
In Italia tutte le decisioni politiche ed economiche non vengono mai prese partendo dalle reali necessità del paese e nell’interesse generale della collettività, ma sempre e soltanto in base a quanto riescono a “pesare” le caste. Due su tutte:...Notai e... Farmacisti Di fatto sfruttano "rendite di posizione",
In alcune notizie stampa si è venuto a sapere che anche i Notai piangono.Chi l'avrebbe mai dettoNotai che lamentano pubblicamente e che pubblicamente certificano il calo dei loro guadagni annuali, vorrei chiedervi:
• se è credibile che i Notai guadagnino “solo” 79.000 euro l’anno ( io non ho criteri per giudicare, quindi i loro attuale reddito medio pro capite potrebbe essere proprio quello);• se la professione del Notaio, con la sua funzione di certificazione della fede pubblica fino a querela di parte, è ancora indispensabile o perlomeno utile per il sistema complessivo del mercato immobiliare italiano del secondo millennio, oppure è solo un costo aggiuntivo;
• se il ruolo del Notariato non potrebbe essere svolto in modo più agile ed immediato e in maniera altrettanto garantita, da altre figure professionali quali l’Avvocato, il Dottore Commercialista, lo stesso Agente Immobiliare ( magari solo da quelli che hanno almeno dieci anni di esperienza oppure una laurea in materie giuridiche o economiche), come avviene nei paesi del Nord Europa, negli Stati Uniti e Canada;
• se mai, in Italia, si arriverà ad abolire la figura professionale del Notaio ( e a liberalizzare quella del Farmacista..) e, se sì, in quale secolo…
* Farmacie: Cosa ne sarà delle “parafarmacie”? È passata sotto silenzio la dichiarazione del sottosegretario alla Salute a proposito del futuro delle parafarmacie, quei negozi nati in seguito alla liberalizzazione del 2006 che vendono medicinali da banco e altri prodotti (cosmetici, tisane, pannolini, pannoloni, ecc, ecc). Il governo ha fatto sapere che gli esercizi in questione dovranno chiudere, a meno che non siano in grado "di dimostrare la concreta utilità di questo canale distributivo, a fronte di un servizio già offerto dalle farmacie tradizionali e dalla vendita nella grande distribuzione". Insomma pare che il governo non abbia nulla da rimproverare alla parafarmacie in termini di tutela della salute, che poi sarebbe la sua competenza. Per contro il governo ritiene che questi 2.300 negozi possano guadagnarsi il diritto ad esistere non in base al fatto di avere o meno clienti, ma ad un parere ministeriale sulla loro utilità.
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